TWR retrospettiva: Magnum P.I., i baffi anni ’80 ed i pizzetti sbiaditi del 2018

In premessa devo ammettere di avere un debole per Thomas Sullivan Magnum IV. In quella folta schiera di personaggi figli del militarismo buono della TV anni ’80 – l’A-Team, McGyver, i tipi di Riptide, Michael Knight – Magnum è in assoluto il mio preferito. La facilità con cui acchiappava, quei baffoni amichevoli, la Ferrari, lo rendevano lo zio avventuroso che qualunque bambino avrebbe voluto avere. Oggi Magnum è stato reboottato (prima di lui era toccato a MacGyver), al posto di Tom Selleck c’è Jay Hernandez e, pur non volendo vestirmi da fan integralista che si straccia le vesti e si mette a piagnucolare, è inevitabile che quando ti reboottano un ricordo d’infanzia il risultato sia mal tollerato. D’altronde è fin troppo ovvio che Jay Hernandez non ha il carisma di Tom Selleck e che Magnum P.I., per chi ha visto e vissuto la serie originale, non potrà che restare sempre lui. Se ci pensate, è lo stesso discorso applicabile allo spin-off di Star Wars su Han Solo: il film è bellino, le situazioni interessanti, ma – a prescindere dalla prova attoriale di Alden Ehrenreich (salute!) – lui non potrà mai darvi l’idea di essere Han Solo. Perché Han Solo è Harrison Ford, punto. 

Quindi ve la faccio breve: ho visto l’episodio pilota del nuovo Magnum P.I. che è diretto non da un pinco pallino qualunque ma da Justin Lin – regista di un bel po’ di film di Fast & Furious, tra cui Fast 6 che per me è il migliore della saga – e… niente. Mi ha lasciato totalmente indifferente. Non mi arrabbio perché Magnum non ha i baffi o perché Higgins è diventato una donna, Jay Hernandez è pure bravino ma questo reboot è solo una copia (molto) scialba dell’originale, in cui si salva solo il tema musicale (solo perché è quello di Mike Post della serie del 1980). Già che ci siamo, godetene tutti:

E ora lasciamo da parte questa quisquilie e parliamo di Magnum P.I., quello che ci ha accompagnati praticamente per tutti gli anni ’80 (dal 1980 al 1988), un periodo in cui, ovviamente, meno del 10% della popolazione italiana sapeva che il ‘P.I.’ di Magnum P.I. stava per Private Investigator.

La serie, che deve gran parte del suo enorme successo a Tom Selleck, è andata avanti per ben 8 stagioni ed ha avuto una genesi alquanto fortuita. Magnum P.I. nasce infatti dalla volontà della CBS di riutilizzare tutto il materiale di scena presente alle Hawaii dopo la chiusura, nel 1980, della serie Hawaii Squadra Cinque Zero (Hawaii Five-0, anche questa di recente reboottata dal network, aridaje) che era andata avanti per 12 stagioni. Si pensa allora ad una serie su un agente della CIA in salsa hawaiana, ma è lo stesso Tom Selleck, assieme ad uno dei due produttori, Donald P. Bellisario, a cambiare le carte in tavola rendendo Magnum un investigatore privato reduce della guerra in Vietnam (cosa all’epoca molto in voga, perché se ben ricordate anche l’A-Team, Michael Knight e Cody e Nick di Riptide erano tutti reduci). 

Magnum P.I. diventa sin da subito un supercult e dà enorme popolarità a Tom Selleck, ma per lui resta un rimpianto: dover rinunciare al ruolo di Indiana Jones ne I Predatori dell’Arca Perduta perché pochi giorni prima ha firmato un contratto in esclusiva per girare Magnum P.I.. Sì, avremmo potuto avere un Indy coi baffi.

Magnum è un uomo vero, uno di quelli di cui sarebbe fiero Ron Swanson di Parks and Recreation. Il suo Rolex GMT Master fa capolino dalla coltre di peli che gli riveste l’avambraccio, il suo petto è un’unica inestricabile massa lanuginosa ed i suoi baffi autoritari incutono rispetto. Dei baffi talmente iconici che sono inseriti nella “Mustache All Of Fame” assieme a quelli di Wyatt Earp, Theodore Roosvelt, Albert Einstein, SuperMario Bros e dell’omino del Monopoli. Già nella sigla è immerso nell’acqua a guardare un culo. Insomma Magnum è il perfetto maschio alfa degli anni ’80, un figo assurdo ed un modello di virilità. Voi uomini che vi depilate gambe e torace, voi che vi definite le sopracciglia ad ali di gabbiano, sì, proprio voi, fareste meglio a fare un po’ di sano binge watching del vero Magnum P.I..  

La trama: Thomas Sullivan Magnum IV, per gli amici Magnum Piai, è un ex navy seal ritiratosi dalla carriera militare. Per svernare, Magnum va a vivere a in una lussuosa villa situata nell’isola di Ohau (quella dove molti anni dopo verrà girato Lost) dotata di campi da tennis e cantina. La villa è di tale Robin Masters, uno scrittore multimiliardario che, in 8 stagioni, non mette praticamente mai piede a casa sua lasciando campo libero al suo ospite Magnum, in cambio quest’ultimo diventa il responsabile della sicurezza della villa. In soldoni, Magnum se la gode e Robin paga luce, gas, spazzatura e, come se non bastasse, gli dà libero accesso ad un Ferrari 308GTS (e anche qui non credo che bollo, assicurazione e tagliando fossero a carico di Magnum). Insomma, Robin Masters è l’amico perfetto… e Magnum è sicuramente il più gargantuesco scroccone della storia della TV. Ciliegina sulla torta nel soggiorno hawaiano di Magnum è Higgins, il maggiordomo inglese con due doberman al seguito, Zeus e Apollo. I siparietti comici tra Magnum e Higgins sono una costante della serie. 

Quando non trascorre il suo tempo correndo dietro a donne in bikini con il “suo” Ferrari, Magnum va in giro a fare il cazzone con i suoi amici Rick (titolare di un night alla moda) e T.C., il proprietario dell’elicottero nero ed arancione che viene sistematicamente sforacchiato di proiettil. Ma è bene sottolineare che spesso e volentieri Magnum si trova coinvolto in intrighi dai connotati tutt’altro che leggeri e le tematiche alla base degli episodi sono drammatiche a tutto tondo.

Magnum P.I., come poche altre serie, ha saputo incontrare il gusto dei giovani spettatori degli anni ’80 ed il Thomas Magnum di Tom Selleck, a prescindere dal nostalgico affetto verso i suoi folti baffi, resta uno dei personaggi più iconici della storia della serializzazione televisiva. Chiunque si confronti con un nome così pesante, ovviamente, non potrà avere vita facile.

Vi lascio con una curiosità. Nella serie ci furono alcuni crossover, ma uno non può non essere menzionato: nell’episodio 7×08 “Novel Connection” compare Angela Lansbury nei panni di Jessica Fletcher, meglio nota come La Signora in Giallo. Nonostante ciò, Magnum è sopravvissuto.

Un grazie a quei due begli uomini di Carlo Lauro e Roberto Megna per le vignette. Io, come sempre, vi aspetto sulla mia pagina Facebook per parlare di baffi, camicie hawaiane e Ferrari.

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