Tecnicamente parlando…Shannara

In quel di Milano è cresciuto un albero magico nel cuore della stazione centrale, la pianta dalle foglie rosse come sangue è l’Eterea, unica barriera che preserva il futuro del nostro mondo da una seconda apocalisse, non più nucleare ma demoniaca.

In un potenziale futuro, lontano da noi quasi mille anni, dopo la distruzione portata della terza guerra mondiale, l’umanità ha abbandonato la scienza piombando in un nuovo medioevo, scoprendo di non essere più sola su un pianeta popolato adesso da altre razze: mutanti della specie umana, cui vengono attribuiti i nomi delle creature perdute nel tempo della magia e del mito.
In poche parole: Shannara è un Teen Drama Fantasy Post Apocalittico.

Sfido chiunque a dirmi non sia una idea originale: spogliata dai contenuti adolescenziali, la storia si muove su un concetto a metà tra Fantasy e Sci-Fi chiamato “Goblinizzazione”, che molti ricorderanno come parte del gioco di ruolo Shadowrunner (che non ci azzecca niente con Shadowhunter), in un contesto dove futurologia e magia si fondono mostrandoci Elfi (per una volta eterosessuali e solo Guillermo del Toro prima d’oggi aveva osato tanto nel suo magnifico Hellboy: the Golden Army) che proteggono il nostro mondo dalla minaccia dei demoni rinchiusi nel divieto.
È la più classica delle storie: il viaggio di crescita interiore di tre ragazzi per la salvezza del mondo, metafora della crescita individuale che ciascuno di noi affronta con il passaggio dall’adolescenza all’età adulta (nel libro originale “Elfstone of Shannara” i protagonisti erano due visto il ruolo minore di Eretria).

È una premessa perfetta per essere trasformata in una serie televisiva, nonostante si parli di un romanzo vecchio di vent’anni, rivolto ad una generazione non digitale. Purtroppo tra il libro e la TV ci sono di mezzo gli sceneggiatori (Gough e Millar già autori di Smallville ed attualmente a lavoro anche su Into the Badlands) e la resa narrativa dell’adattamento non è stata, del tutto, all’altezza delle aspettative.
Il prodotto è stato fortemente penalizzato dalla produzione di MTV che, oltre ad averne abbassato il target in funzione del proprio pubblico, ha inserito mille filler nella storia principale dilatando il tempo della narrazione in maniera abnorme, inserendo mezza dozzina di nuovi personaggi appositamente creati, mescolando eventi e protagonisti con quelli di altri libri successivi.

Detto in parole povere: fare un pilota di 90 minuti è stato una boiata pazzesca.

Questo non solo perché le tempistiche televisive richiedono tempi più stretti di quelli cinematografici, ma anche per la lentezza che questo comporta, rallentando l’azione dando allo spettatore la sensazione che tutti i personaggi stiano girando in tondo, costringendo gli sceneggiatori a creare nuovi character per tappare le inevitabili discrepanze tra gli eventi narrati nel libro e quelli raccontati negli episodi per la televisione. Novanta minuti gestiti non come un film, quindi in tre o quattro blocchi narrativi, ma in sei come fossero due episodi distinti fusi insieme: il perché di una scelta simile non lo sapremo mai, fatto sta che la visione del pilota annoia, facendo perdere tutto il valore estetico del prodotto, ma almeno questo problema di gestione del tempo narrativo, migliora negli episodi successivi.

Da un punto di vista contenutistico, lo avrete sentito dire mille volte, i personaggi sarebbero stati perfetti per una produzione CW, quindi patinati, belli, fighi e scolpiti: è un Teen Drama, vederli mezzi nudi ogni tre per due è abbastanza normale, anzi cercano di accoppiarsi poco rispetto agli standard di sesso adolescenziale tipico del target. Trattare la serie diversamente da quello che è, sarebbe come chiedere a Don Matteo di sbudellare i ladri, oppure al Daredevil Netflix di volteggiare tra i grattacieli di New York… ehi aspettate questo dovrebbe farlo… nei fumetti lo fa…

Bando alle stranezze dei prodotti Netflix, ci sono altre cose da dire su Shannara da un punto assolutamente tecnico: fotografia notevole, musiche incomprensibili, scenografie gustose, costumi azzeccati ed effetti speciali interessanti.

La fotografia di Shannara ha un che di magico, esattamente come dovrebbe essere, volutamente innaturale ed estremamente forzata per ammantare ogni cosa con una patina di luce ultraterrena che non infastidisce lo spettatore rendendo ogni elemento curioso e più chiaro.

È una serie diretta, senza troppi intrighi o capovolgimenti di trama, con la giusta dose di azione e riflessione seriale: questo deve fare una buona fotografia classica, sottolineare, arricchire, suggerire senza svelare restando sempre aderente al momento ed alla narrazione raccontando ciò cha avviene rafforzandolo, se è quello l’obbiettivo richiesto.

La musica è allucinante, la scelta della colonna sonora è agghiacciante, vada per il Teen Drama, alla fine è una serie per ragazzi, ma anche a questo c’è un limite, o fai una cosa ironica come Il Destino di un Cavaliere o Galavant, altrimenti una colonna sonora come quella di Shannara porta al rifiuto netto della serie, non solo per la scelta dei brani ma anche per la gestione dei volumi e degli stacchi decisamente sballati rispetto ai tempi narrativi che dovrebbero accompagnare.

Le scenografie scricchiolano, concettualmente interessanti e ben studiate, risultano fallaci dal punto di vista costruttivo, in particolare proprio l’Eterea in alcuni momenti appare troppo plastica e la stessa Arborlon troppo vicina alla struttura di Gondor, si poteva fare di più, ed è stato fatto per rendere la componente post apocalittica tra ponti crollati e carcasse disseminate lungo i boschi e le valli delle Quattro Terre.

Che dire dei costumi? I costumisti di Mad Max ne sarebbero fieri? Forse si anche se tutti gli abiti, nel loro essere rivisitazioni degli indumenti contemporanei, risultano troppo puliti esattamente come i loro possessori, ma ripetiamo: è un teen drama, in questa tipologia di prodotto devono essere tutti “belli belli in modo assurdo” perché deve influenzare e piacere ad una generazione di teenagers, non di venticinquenni musicisti death metal o quarantenni depressi in lotta con il brutto mondo corrotto.

Veniamo adesso agli effetti speciali: ho sentito dire molte cose su questo punto, perfino che i plasticosi draghi di GoT siano migliori delle Furie presenti nei primi episodi, seriamente? Ma vi siete accorti che sono talmente dettagliate da vedersi le venature e le fasce muscolari? Io capisco essere “schierati” ma anche a questo c’e un limite.

Diciamolo: gli effetti sono buoni, non al livello cinematografico di produzioni come Fastlane o V (che fino ad ora sono le cose migliori mai viste in televisione) ma sono decenti, ben oltre il livello di Warehouse 13 o Teen Wolf, attestandosi su un bel sette: i problemi di questo show sono ben altri ma con il progredire degli episodi, già nel terzo e nel quarto si notano dei miglioramenti, le cose sembrano crescere ed assestarsi sotto ogni punto di vista puntando alla crescita generale del tutto.

In definitiva, Shannara Chronicles è un prodotto tecnicamente interessante e contenutisticamente innovativo ma non immune da difetti, pompato mediaticamente nel modo sbagliato, creando aspettative ad un pubblico educato ad una televisione generalista e poco avvezzo a comprendere pienamente il concetto di “Target”.

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