ALL NEW, ALL DIFFERENT THANK GOD IS WEDNESDAY! 32

Incredibile ma vero, All New All Different Thank God Is Wednesday torna dopo solo una settimana di attesa! Festeggiate! Leggete!

 

Batman #45

By Scott Snyder & Greg Capullo

(DC Comics)

Il ritorno alle trame di Superheavy, dopo lo splendido interludio del mese scorso, mostra imperfezioni nella sceneggiatura che però non minano la godibilità complessiva della issue. Lo script di Batman #45 è qualitativamente un Giano Bifronte: se da un lato le sequenze con Jim Gordon protagonista coinvolgono ed appassionano grazie ad una splendida frenesia action e ad una perfetta evoluzione del personaggio, dall’altro è Bruce Wayne ad annoiare e a rallentare il ritmo della issue, eccessivamente verboso e fuori luogo nell’economia della storyline. Nonostante questo doppio volto risulti spesso straniante durante la lettura, l’opera di worldbuilding targata Scott Snyder procede alla perfezione senza sosta, mantenendo il tipico registro del Post-Endgame.

Superbo l’artwork di Greg Capullo, abilissimo nella terrificante resa del nuovo Villain Mr. Bloom ed in grado di supportare egregiamente lo script di Snyder nelle favolose scene d’azione, dinamiche ed energiche. Salto di qualità anche nell’espressività dei personaggi, peculiarità in grado di rendere apprezzabili anche le deboli sequenze con protagonista Bruce Wayne.

Batman #45 è il simbolo di una trasformazione necessaria, una issue non perfetta che dimostra quanto questo cambio di rotta sia stato una manna dal cielo e quanto avessimo bisogno di un nuovo, differente Cavaliere Oscuro.

 

Superman: Lois And Clark #1

By Dan Jurgens & Lee Week

(DC Comics)

Dalle ceneri del pessimo Convergence parte la seconda delle tre miniserie previste dal “palinsesto” DC Comics: Superman: Lois & Clark (e figlio) porta la famiglia di Metropolis proveniente dall’universo Pre-Flashpoint nel New52 e colpisce nel segno mostrando questo nuovo mondo attraverso gli occhi della vecchia guardia. Una nostalgica e romantica metafora in grado di toccare i lettori più attempati e di riportare una cariatide come Jurgens alla ribalta, impresa che sembrava impossibile dopo i suoi recenti lavori.

Una issue che si dedica principalmente al Set-Up e all’esposizione, caratterizzando i protagonisti con dialoghi eccellenti e mostrando dinamiche interpersonali semplici ma profonde. Gli eventi che muovono la storyline vengono relegati alle ultime pagine della testata, un incipit interessante sullo sfondo di una trama palesemente character-driven. Fantastico il look iconico del Kryptoniano impostato da Lee Weeks, lontano dalla visione New52 del personaggio e stilisticamente fenomenale. Un comparto grafico perfetto.

Dan Jurgens torna nel suo territorio e confeziona un nostalgico debutto per una miniserie dalle enormi potenzialità. Un esordio lento ma affascinante, un’intensa lettera d’amore al mai abbastanza compianto passato della DC Comics.

 

The Uncanny Avengers #1

By Gerry Duggan & Ryan Stegman

(Marvel Comics)

Il concetto di “Avengers Unity Squad”, nato nel post Avengers Vs X-Men come simbolo di coesione Umana e Mutante, si evolve con l’introduzione della fazione Inumana, alla ribalta sia dal punto di vista fumettistico che Televisivo. Il debutto di The Uncanny Avengers risulta eccessivamente Deadpool-centrico, nuova figura introdotta nel team Vendicativo assieme a Johnny Storm e all’Inumana Synapse. Le azioni dei personaggi sembrano ruotare troppo attorno al Mercenario ed essi soffrono di una caratterizzazione individuale piuttosto superficiale, incapace di attrarre ed incuriosire il lettore.

Nonostante le idee alla base della issue siano interessanti e lo script risulti più che discreto, Gerry Duggan non sfrutta il potenziale di questo debutto, preferendo un Set-up bidimensionale ed anonimo che non lascia spazio all’intrinseca forza che la testata può avere, senza riuscire a delineare le fondamenta delle dinamiche di gruppo. Non aiuta lo Stegman di quest’ultimo periodo: uno stile dall’anatomia esacerbata e deforme accompagnata da espressioni facciali spesso totalmente fuori contesto.

The Uncanny Avengers #1 fallisce nel suo debutto, cadendo in una mediocrità poco consona ad un autore reduce da ottime prove. Un lavoro di rifinitura e riassestamento è tremendamente necessario.

 

New Avengers #1

By Al Ewing & Gerardo Sandoval

(Marvel Comics)

Un’altra testata Vendicativa nella seconda settimana All New, All Different Marvel Now e stavolta tocca al peculiare team creato dalla penna di Al Ewing. I New Avengers sono una task force dell’Advanced Idea Mechanics, società scientifica gestita da Sunspot a.k.a. Roberto Da Costa, e composta da elementi decisamente particolari, Squirrel Girl in primis. La narrazione sfrutta l’assurdità della situazione ponendo l’accento sull’umorismo, miscelandolo con un concept ad ampio respiro piuttosto interessante. Nonostante singolarmente le due caratteristiche funzionino, esse non si mescolano nel migliore dei modi e l’incipit in medias res non aiuta nel delineare delle dinamiche di gruppo piuttosto superficiali.

Ciò che realmente affossa la issue è il terribile artwork di Gerardo Sandoval, spaventoso e da bocciare sotto ogni punto di vista. Mani grandi quanto teste, muscolature sproporzionate, personaggi che contemporaneamente sembrano anoressici e sotto trattamento steroideo, volti vacui da lasciar perplessi ad ogni vignetta ed un character designing semplicemente brutto. Inguardabile.

Proprio come The Uncanny Avengers, anche la testata targata Ewing & Sandoval avrebbe bisogno di un gran lavoro di rifinitura. Un esordio dalla qualità troppo altalenante.

 

Captain America: Sam Wilson #1

By Nick Spencer & Daniel Acuna

(Marvel Comics)

L’era di Rick Remender nel mondo a stelle e strisce è finalmente terminata. Nick Spencer, penna reduce da testate di elevatissima qualità come Ant-Man e Superior Foes Of Spider-Man, porta la sua verve character-driven in Captain America: Sam Wilson, confezionando un debutto coraggioso e in grado di delineare un personaggio sino ad ora senza una propria dimensione. Abbandonata la superficiale deriva Spy della precedente serie, Spencer esplica, senza risultare pedante, la mentalità di un protagonista consapevole dei cambiamenti attorno a sé e conscio di quanto Captain America non possa più essere semplicemente un simbolo.

Un Sam Wilson politicamente schierato, pronto a sporcarsi le mani nel momento in cui ce ne fosse bisogno. La nuova visione del personaggio è perfettamente trasmessa al lettore grazie a monologhi interiori splendidamente scritti e ad una narrazione non lineare di ottima fattura.

La scelta dell’artista che accompagna Nick Spencer potrebbe non essere la più adatta: se da un lato le scene action trasudano epicità e possanza, caratteristiche coerenti con l’imponente significato del ruolo interpretato da Sam Wilson, dall’altro molte delle sequenze in cui è l’emotività a far da padrona risultano eccessivamente distaccate. Una pecca non indifferente per una testata dal taglio intimo e personale.

Una vera svolta All New, All Different per Captain America. Sino ad ora il miglior debutto della nuova ondata Marvel post-Secret Wars.

 

I Hate Fairyland #1

By Skottie Young

(Image Comics)

Nuova serie creator-owned per il più prolifico produttore di Variant Cover della Marvel. La piccola Gertrude viene catapultata a Fairyland, brillante e colorato mondo fatato, e vi rimane intrappolata per trent’anni, incapace di tornare nella sua realtà e rinchiusa nel suo corpo da bambina. Un incipit originale per un debutto fiabesco in salsa hardcore, decisamente divertente. Tremendamente brutale, volutamente volgare ed incredibilmente spassoso, il viaggio di Gertrude alla ricerca di un modo per tornare a casa evita di prendersi sul serio e coinvolge il lettore grazie ad un artwork favoloso e ad uno script privo di orpelli ampollosi ma semplice ed efficace.

Il look cartoonesco della issue strizza l’occhio alle produzioni televisive a-là Cartoon Network, condendo il tutto con del sano Gore grottesco. Impossibile separare la narrazione dal comparto grafico di Skottie Young, entrambe fuse in un adrenalinico stream of consciousness e accompagnate dai vividi colori di Jean-Francois Beaulieu.

I Hate Fairyland #1 porta la penna di Young su rinnovati livelli di qualità, lontani dalle mediocri esperienze Marvel degli ultimi tempi. Un ottimo debutto per una serie leggera e spensierata.

 

Phonogram: The Immaterial Girl #3

By Kieron Gillen & Jamie McKelvie

(Image Comics)

Non si sa precisamente come ma Gillen & McKelvie hanno colpito ancora, confermando nuovamente l’incontrastata supremazia di Phonogram: The immaterial Girl nel panorama fumettistico odierno. Un’altra issue capolavoro per Emily Aster, protagonista di questo Terzo Volume, in piena competizione con Claire, porzione della sua personalità sacrificata in passato e tornata alla ribalta per annientare tutto ciò che la Phonomancer ha costruito per se stessa.

Un viaggio nei meandri dell’identità, un insight sullo scontro tra ciò che si ama di sé e quello che invece si è costretti ad odiare e ad accettare. Un percorso esplicato attraverso una metafora musicale poetica e stupefacente, perfettamente intrecciata con la storyline e in grado di toccare intimamente il lettore.

La penna di Kieron Gillen e la matita di Jamie McKelvie si incontrano per dar vita a sequenze sperimentali dal peculiare layout composto da frammenti di video musicali e momenti del passato della protagonista. Inutile rimarcare le capacità puramente artistiche del disegnatore, sempre abile nel rappresentare le emozioni dei personaggi miscelando il realismo con lo stilizzato.

Stellare anche la B-Sides di questo mese, una short-story su David Kohl in un momento di relativa difficoltà. Christian Wildgoose si allontana dall’artwork di McKelvie, proponendo un ottimo look quasi cartoonesco.

Senza Phonogram il mondo del fumetto perderebbe qualcosa di molto importante. Siamo tremendamente fortunati.

 

Honorable mention per Civil War #5 di Charles Soule e Francis Lenil Yu. All New, All Different Thank God Is Wednesday #32 si chiude qui. Alla prossima settimana, Hasta La Vista!

 

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