MECHA-THANK GOD IS WEDNESDAY 18

Salve! Torna Thank God Is Wednesday e con esso la solita badilata di recensioni sul Mercoledì statunitense, succoso per i numerosi Tie-In di Secret Wars e la seconda parte del rilancio DC YOU. Partiamo immediatamente!

Batman #41 – Snyder/Capullo
The Times They Are A-Changin’

https://youtu.be/abGzxWuLQP8

Il Cavaliere Oscuro è presumibilmente morto. Dopo la brutale battaglia con la sua arci-nemesi al termine di Endgame, Gotham City ha perso il suo tenebroso angelo custode. Un nuovo Batman percorre le strade della città, una massiccia ed enorme armatura con all’interno un uomo d’esperienza, un uomo il cui unico obiettivo è “servire e proteggere”: James Gordon. Scott Snyder e Greg Capullo compiono una pericolosissima scelta, un cambiamento epocale del mythos Batmaniano di una magnitudo pari solo alla rivoluzione attuata recentemente da Jason Aaron su Thor

Batman #41 non è altro che l’emblema della ciclicità del fumetto supereroistico, l’eterno ritorno applicato al Crociato Incappucciato: esattamente come in passato avevano fatto Jean-Paul Valley e Dick Grayson, il Commissario Jim Gordon indossa i panni di un inedito Cavaliere Oscuro in attesa del ritorno allo status quo a cui siamo tutti abituati. Nel frattempo il team creativo svela i retroscena di questa stravagante decisione, in una issue che scorre su due diversi piani temporali: il presente e i flashback dell’immediato post-Endgame.


Per tutti coloro che hanno letto Superior Spider-Man il senso di Deja-vù sarà forte ma, per fortuna, niente in Batman #41 è ridicolo quanto Dan Slott. Snyder&Capullo costruiscono abilmente un capitolo introduttivo solido e ben strutturato, un inizio coinvolgente in grado di rendere fresco un concetto più che abusato. Cosa sarebbe successo se Batman avesse sempre lavorato all’interno del sistema invece di essere un “collaboratore esterno”? Cosa sarebbe cambiato per Gotham City se Batman fosse stato un membro del GCPD?

La sopracitata narrazione su due differenti timeline alterna sequenze d’azione adrenalinica a momenti di calma in cui sono il dialogo e l’esposizione a far da padroni. Se le prime sono un metodo per sfoggiare il nuovo Batman in azione e stabilire fisicamente il nuovo ruolo del Commissario, i flashback delineano la competente evoluzione del personaggio e mostrano quanto sia ragionevole una scelta simile nonostante le numerose contraddizioni. Il risultato è un Jim Gordon rinnovato in grado comunque di mantenere le qualità che da sempre lo hanno reso meraviglioso. Il flusso degli eventi è fluido e naturale, sorretto da un ritmo ben scandito in grado di piazzare sempre la sequenza giusta al momento giusto e chiudendo con un interessante ed onesto cliffhanger. 

Batman #41 è anche pregno di un’apprezzabile autoironia, intelligente risposta alle critiche che hanno accompagnato ogni singola preview di questa issue. È evidente quanto il team creativo abbia calcato la mano su questo aspetto, divertendosi a rendere più leggera questa nuova incarnazione del Cavaliere Oscuro, consci di quanto questa storyline possa essere incredibilmente piacevole da scrivere e disegnare. 

L’artwork di Capullo è costantemente al top delle sue possibilità grazie alla sua fenomenale costruzione cinematografica dei pannelli. Il livello di dettaglio è elevatissimo ma senza risultare statico ed il character design è stellare: la macchiettistica Bat-Suit è fenomenale, trash al punto giusto e coerente con l’atmosfera della issue, decisamente meno Oscura del passato, esattamente come la nuova caratterizzazione estetica di Jim Gordon. 

Non abbiamo mai visto nulla del genere e molti potranno dire che probabilmente non se ne sentiva il bisogno. Bene, potete tranquillamente chiudervi nelle vostre torri d’avorio snobbando questa nuova direzione, niente impedirà a Scott Snyder, Greg Capullo e Jim Gordon di continuare per la loro strada. Le opzioni sono due: abbracciare questo strambo cambiamento o incrociare le braccia mettendo il broncio. Cosa farete? 


All-Star Section 8 #1 (of 6) – Ennis/McRea
Frankly, Mr Shankly

https://youtu.be/2ownZDWNIRs

Uno dei migliori Garth Ennis degli ultimi tempi: direttamente dagli anni 90 e dal suo capolavoro Hitman nasce All-Star Section 8, l’outsider del rilancio in grado di recuperare le tematiche, lo storytelling e la dissacrante ironia di cui tanto si sentiva la mancanza in questo universo DC Comics. Una divertente, disgustosa e scanzonata parodia del mondo supereroistico che fondamentalmente non ha un direzione, non ha pretese e non si arroga la pesantezza di una trama complessa e dettagliata. 

Narratore della issue è Sixpack, protagonista e fondatore della vecchia All-Star Section 8 che ha salvato il mondo anni fa grazie all’aiuto di Tommy “Hitman” Monaghan, ed il suo punto di vista completamente alterato dall’alcol distorce e rende spassosamente rivoltante ogni singolo pannello di ogni singola pagina. Una generica ed ignota minaccia sta per scagliarsi sulla terra ed è necessario rimettere in piedi il supergruppo e, come dice il nome stesso, debbono essere, per non si sa precisamente quale ragione, otto. 


Raggruppate vecchie e nuove conoscenze della Section 8, si pone il dilemma dell’ottavo membro mancante ed è in quel momento che Batman fa capolino nella issue. Una sequela di momenti surreali, tinti di splendido citazionismo artistico, si susseguono sino al termine in una melodrammatica battaglia del Crociato Incappucciato contro accuse di razzismo ed una grottesca schermaglia verbale con un vigile urbano. Garth Ennis ritrova la linea di confine e riesce a piazzarsi dal giusto lato della barricata, ritrovando quella verve tipica delle sue commedie rivoltanti che, fortunatamente, non sfocia nella volgarità gratuita. 


John McRea scomoda Jim Aparo, Kelley Jones e Neal Adams ritraendo il Cavaliere Oscuro in alcune delle sue pose più famose, totalmente assurde per il contesto ma che incrementano la comicità dell’intera issue. Coppia rodata proprio da tempo, Ennis&McRea lavorano in perfetta simbiosi e spargono qua e là numerosissimi riferimenti alla cultura pop, sia fumettistica che generica. Il design dei personaggi è fantastico e l’atmosfera che si respira è la stessa che caratterizzava la loro lunga run su Hitman.

Apprezzabile da neofiti e soprattutto da appassionati di lunga data, All-Star Section 8 #1 è l’inizio di quella che purtroppo sarà solo una fantastica miniserie. Una perla che prende le distanze dal DC YOU per recuperare un gusto caricaturale e satirico di cui si sentiva la mancanza, nonostante sia parte integrante di questo nuovo corso della Casa Editoriale di Burbank. Esattamente quello di cui avevamo bisogno. 

DC YOU MEDLEY!


Starfire #1 By Conner/Palmiotti/Lupacchino: Il team di autori responsabile del successo di Harley Quinn torna alla carica, stavolta accompagnato da Emanuela Lupacchino, per rilanciare il bistrattatissimo personaggio di Starfire. Reduci da uno Sneak Peek discretamente interessante, Conner&Palmiotti ridimensionano le aspettative con una prima issue inutilmente verbosa e superficiale. I numerosissimi dialoghi sono ben scritti ma per la maggior parte terribilmente noiosi ed il tentativo di far risultare Starfire a.k.a. Kori ingenua ed adorabile scadono immediatamente nell’irritante. Lo spazio per una ipotetica storyline è compresso da pagine e pagine di tedioso build-up, compreso uno “spiegone” iniziale, espediente in grado di nuocere gravemente all’interesse. 


Emanuela Lupacchino è ineccepibile: un artwork pulito e brillante grazie anche agli ottimi colori Hi-Fi, incredibilmente dinamici. Il tratto però è totalmente fuori contesto e contraddittorio, troppo ammiccante per un rilancio le cui intenzioni sono quelle di ammorbidire i tratti caratteristici delle versioni recenti e passate della protagonista. Un punto d’incontro tra Batgirl ed Harley Quinn, senza la consistenza del primo e la follia del secondo. Una insipida outsider-story, innocua ma totalmente bypassabile. 


Batman/Superman #21 By Pak/Syaf: Entrambi protagonisti di un cambiamento di Status Quo, BatJim e Superman hanno il loro primissimo incontro in questa seconda parte della storyline Truth. Principalmente concentrato sul depotenziato Clark, lo script di Greg Pak è sbrigativo e carente di una fluida transizione da una sequenza ad un’altra, totalmente privo di una qualsivoglia profondità e complessità richiesti da eventi significativi come la reciproca presentazioni dei due eroi. Giustificata la sterile caratterizzazione di BatJim in quanto non ancora precisamente definito, l’incontro tra i nuovi simboli della DC Comics si risolve in una zuffa ridicola, chiusa in maniera ancora più surreale grazie all’intervento di Lex Luthor.


Ingiustificabile è invece l’atteggiamento e la caratterizzazione di Clark Kent durante il suo incontro con Alfred Pennyworth, totalmente fuori personaggio ed incredibilmente irritante. Adrian Syaf, ennesimo clone di Jim Lee, accompagna Pak nello storytelling ma il suo comparto grafico riflette la povertà di contenuti e la diluizione della narrazione risultando mediocre in questa issue e, in generale, stilisticamente pessimo. Dopo il discreto Action Comics #41, l’arco narrativo Truth compie il primo passo falso e ricordare che il prossimo tassello di questo puzzle sarà Wonder Woman #41 dei Finch non fa ben sperare per il futuro di questa storyline.


Detective Comics #41 By Manapul/Buccellato/Blanco: La testata targata Manapul&Buccellato si trasforma in una crime story procedurale a-là Gotham Central senza però possedere il pathos, le atmosfere pulp/noir e le meravigliose penne di Brubaker&Rucka. Scevro di questi elementi essenziali per elevarlo dalla marmaglia di titoli DC YOU, Detective Comics #41 è comunque una discreta introduzione, una issue descrittiva il cui fulcro è la relazione fra il GCPD ed alcuni dei suoi membri con il nuovo Batman a loro affiliato. Il gradito ritorno di Renee Montoya a far da spalla e contrasto al testardo Bullock rende piacevole la lettura della issue.

Lo script è però eccessivamente piatto, privo spunti particolarmente interessanti ed i pochissimi momenti in cui BatJim compare sulle pagine di DC#41 sono i più tediosi. La narrazione impacciata salta da un punto all’altro e si sente la mancanza dello storytelling combinato dei due autori, sia nella sceneggiatura che nel comparto grafico, quest’ultimo affidato a Fernando Blanco. Già apprezzato sulle pagine di Batman Eternal, Blanco è perfetto nel suo stile in grado di mescolare Michael Lark e Chris Samnee ma manca del punto di forza che ha da sempre contraddistinto questa testata sin dall’arrivo del duo Manpul&Buccellato: una costruzione atipica della pagina, affine a quella di Williams/Del Mundo ed in grado di impregnare lo storytelling di un’apparente originalità. Detective Comics #41 non brilla, non entusiasma e non lascia il segno ma è una discreta issue che pone le basi per una storia incentrata su personaggi esterni alla Bat-Famiglia, senza arrivare a vette di qualità elevate.

Nota: Non ci sarà nessuna recensione per Constantine: The Hellblazer #1 perché non è mai uscito nessun Constantine: The Hellbazer. John si è ritirato dalle scene nell’Aprile del 2013 e non è mai più tornato.

Nota 2: Godetevi Jorge Jimenez su Earth 2: Society #1 ma non osate leggere nulla. Lasciate che il suo tratto vi rapisca ma evitate di avere contatti con la trama. Segnatevi il suo nome. Ci risentiamo tra due anni.


SECRET WARS!

Weirdworld #1 – Aaron/Del Mundo
Time Stand Still At The Iron Ill

https://youtu.be/3aB6CPyO0Ww

La grandezza di Secret Wars, oltre alla sua intrinseca bellezza, è stata quella di dare agli autori un vastissimo campo di battaglia farcito di spunti incredibilmente interessanti, una fonte d’ispirazione per la costruzione di un numero infinito di storie ambientate in mondi perduti. Weirdworld #1 riprende la creazione datata 1979 di Dough Monech e Mike Ploog per attuarne un reimagining originale ed accattivante: tutti i rimasugli  delle stranezze fantasy del defunto Multiverso Marvel vengono fuse per dar vita a questo misterioso Dominio. 

Arkon era un Signore Della Guerra proveniente da un pianeta chiamato Polemachus, naufragato nel Weirdworld e costretto a vagare senza meta in questo pericoloso mondo, focalizzato nel combattere per sopravvivere giorno per giorno alle minacce che lo stravagante Reame gli scaglia contro. Un Guerriero oramai sfinito, pronto a togliersi la vita, disperato e incapace di tornare a Polemachus. Nonostante Arkon sia un personaggio affascinante grazie ai suoi numerosi monologhi interiori splendidamente scritti, è il setting stesso di Weirdworld #1 ad essere il vero protagonista della issue: l’interpretazione di Mike Del Mundo della tag-line “Where Lost Things Go” è incantevole. L’ambientazione è selvaggia, lussureggiante ed è onnipresente la sensazione di poter girare ogni pagina e scoprire una nuova meraviglia, il tutto grazie al viaggio compiuto dal possente e nerboruto barbaro.


Weirdworld #1 è totalmente diverso da qualsiasi altro Tie-In di Secret Wars uscito sino ad ora: un setting folle oltre ogni limite, un protagonista sull’orlo del collasso mentale, contorto dalle stranezze del Reame, azione adrenalinica su uno sfondo fantasy ben caratterizzato da una penna mostruosa e una matita su cui sbavare copiosamente. Una mini-serie in grado di stupire ed incuriosire e che, come tante altri tie-in pubblicati nelle ultime settimane, è in grado di soddisfare il lettore e render conto delle audaci scelte editoriali targate Marvel.

BATTLEWORLD MEDLEY!


1602 Witch Hunter Angela #1 By Bennet/Gillen/Hans: Creato da Neil Gaiman e Andy Kubert nel 2003, l’universo 1602 risorge grazie al Battleworld targato Secret Wars e la coppia Gillen&Bennet, già al lavoro sulla regular del personaggio, pone Angela come protagonista di questa miniserie, cacciatrice di Streghe al servizio di King James. Una lettura appassionante che non soffre dello shift narrativo tra i due autori ma che invece prende da ognuno di essi il meglio per costruire una trama solida, condita del tipico humor di Kieron Gillen e della splendida caratterizzazione dei personaggi, peculiarità dell’ex-allieva di Scott Snyder e già mostrata recentemente in A-Force e Years Of Future Past. La miscela tra murder-story e fantasy è perfetta, anche gli atteggiamenti dei comprimari e delle comparse restano di qualità e genuinamente coerenti con il setting.

Stephanie Hans e Marguerite Savage si dimostrano delle artiste versatili in grado di coesistere coerentemente in due porzioni della issue, adattandosi allo script dei due diversi autori e alle differenti atmosfere impostate dalle loro penne. Il design dei personaggi è fantastico ed il look della protagonista è addirittura più intrigante della sua controparte 616. Ricco di interessantissime citazioni e condito con ottimi dialoghi, 1602 Witch Hunter Angela diventa istantaneamente un altro tra i più interessanti tie-in di Secret Wars, in grado di ridare dignità al mondo creato da Neil Gaiman.



Captain Marvel And The Carol Corps #1 By DeConnick/Thompson/Lopez: Carol Danvers è a capo dello squadrone Banshee, un gruppo di donne-pilota che ha il compito di difendere Hala Field, il loro Reame locato nel Battleworld, ed il cielo è la loro unica patria. In grado di mescere le principali qualità della vecchia regular e un innovativo feeling a-là Top Gun, Captain Marvel & The Carol Corps è un tie-in appassionante e divertente, dotato di uno script denso condito con un pizzico di mistero che rende ancora più affascinante la issue. Kelly Sue DeConnick e Kelly Thompson danno delle solide basi a questa miniserie e l’artista David Lopez si supera grazie alla inusuale prospettiva da cui osserva alcune scene, scelta capace di rendere le numerose sequenze action-adventure ancor più sensazionali. L’hype era molto alto per questo tie-in ed il team creativo non ha tradito le aspettative, una nuova conferma per l’amato personaggio. 



Ghost Racers #1 By Smith/Gedeon: Dopo Planet Hulk torniamo nel Killiseum, stavolta per assistere alla folle gara omicida in cui i Ghost Rider del presente, passato e futuro si affrontano all’ultimo sangue sotto lo sguardo vigile dello psicotico Arcade, responsabile della competizione. Non ci sono eventi particolarmente pesanti, nessuna caratterizzazione originale o particolarmente profonda, e questo perché Ghost Racers #1 è divertimento e adrenalina allo stato puro: Felipe Smith volontariamente non calca la mano sui dialoghi, accettabili ma non particolarmente brillanti, e nemmeno intreccia la storyline per renderla complessa. 

Il design di Arcade e dei numerosi Ghost Riders è stellare ed ispirato, coerente con l’atmosfera a-là Fast & Furios che si respira in tutta la issue. Caotico e cinematografico, Ghost Racers #1 è il classico fumetto da leggere se si vuole spegnere il cervello per un po’, senza alcuna pretesa di serietà ed incredibilmente superficiale ma divertente, rapido ed onesto. Totalmente scollegato dalle trame di Secret Wars, questo tie-in è fruibile anche da lettori occasionali, vale il prezzo del biglietto anche solo per la splendida copertina dell’italianissimo Francesco Francavilla



Marvel Zombies #1 By Spurrier/Walker: La sorpresa della settimana, un tie-in apparentemente no-brainer che in realtà si rivela essere un ottimo character study su sfondo Zombie, una coinvolgente, eccitante e divertente avventura al limitare del Battleworld con protagonista la britannica Elsa Bloodstone, cacciatrice di mostri, figlia dell’immortale Ulysses Bloodstone, e componente del team Nextwave. Ambientato inizialmente sullo Shield, la grande muraglia che separa i Reami del Battleworld dalle Terre popolate unicamente da mostruosità, Marvel Zombies #1 parte come un grottesco e spassoso fumetto action ma cambia presto direzione, dimostrandosi in grado di aggiungere un certo peso ed una certa complessità allo script di questa prima issue e delineando Elsa Bloodstone come un personaggio tragico ed affascinante.

Simon Spurrier stupisce tutti riuscendo in poche pagine a dare significativi dettagli sul passato della protagonista tramite intensi flashback, coinvolgendo il lettore ed intrigandolo tramite i contraddittori atteggiamenti della Bloodstone. Kev Walker e Frank D’Armata, il primo alle matite ed il secondo ai colori, donano a Marvel Zombies #1 un look fantastico: il character design e l’abilità nella rappresentazione delle espressioni facciali di Walker si mescolano con la sontuosa palette di D’Armata ed il risultato è favoloso. Un nuovo capitolo dell’universo Zombie della Marvel ed un ottimo tie-in per l’evento Secret Wars.

Thank God Is Wednesday 18 termina qui ed incrocia le dita per una maggiore quantità di tempo per le recensioni della prossima settimana. Hasta la vista!

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