I Grandi Eventi Marvel Passo per Passo! Pt. 2

Continua, con la seconda parte, il nostro viaggio nella storia del Marvel Universe.
Siccome sono pigro non ho più voglia di fare un’introduzione come l’altra volta: quindi se non sapete cosa sono i crossover, se non sapete che differenza c’è tra questi e i team up, o se vi state chiedendo perché parlo solo di alcuni e faccio riferimento ad eventi che non sono veri e propri crossover, leggetevi la prima parte (1. perché se no mi offendo, 2. perché non capireste molti dei miei riferimenti).

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Incomincio subito col botto, con uno degli eventi più famosi, più sconvolgenti, più “più di tutto”: Civil War!
Questa volta a sconvolgere il mondo ci pensa Mark Millar. Dopo tutti i casini combinati da Bendis nei 3 anni precedenti (elimina quelli, dividi questi, ecc…) ora Millar fa un lavoro ancora più in grande: mette uno contro l’altro tutti i supereroi, senza la netta divisione tra bene e male. Come pretesto usa un incidente accaduto in una tranquilla cittadina a causa di un gruppo di super-bimbiminchia, in cui sono morte diverse persone, tra le quali diversi bambini. Tutto perché questi quattro superpirla stavano girando un reality show in cui andavano a caccia di super-criminali e incappano in qualcuno al di sopra delle loro possibilità. Nell’esplosione causata da Nitro anche tre di questi ragazzini ci lasciano la pelle, l’unico sopravvissuto sarebbe potuto diventare un personaggio “badassimo” se sfruttato meglio (immagine qui sotto).


Stile bondage, un po’ sadomasochista, ma comunque badass!

Nella gente comune, di fronte a tanto orrore, scatta una reazione comprensibilissima: anche i supereroi dovrebbero rispondere delle loro azioni e quindi legittimati a fare quello che fanno come le altre forze dell’ordine. Ovviamente questo comporta che tutti debbano registrarsi rivelando la propria identità e subire un addestramento tattico, in poche parole diventare tutti agenti governativi. All’atto di registrazione si rivela favorevole Iron Man mentre ne è stranamente contrario un Capitan America, che la vede come una lesione dei diritti di libertà: Cap è diventato un hippie!
Fuggito dallo SHIELD, Steve Rogers diventa un latitante e, raccogliendo attorno a sé altri supereroi che la pensano come lui, fa nascere il gruppo dei Vendicatori Segreti. Questi fin da subito si scontrano con la squadra di Iron Man, e sono botte da orbi, dalle scaramucce, alle imboscate fino a vere e proprie battaglie campali. È proprio durante uno di questi duri scontri che Tony perde la fiducia di molti dei suoi compagni. Nella loro genialità, Tony Stark e Reed Richards hanno deciso di clonare Thor da un suo capello (morto in uno degli innumerevoli Ragnarok di Asgard), peccato che non l’hanno creato con una coscienza umana (questo la dice lunga sulla genialità di Reed Richards. NdA).


Insultare la moglie del re del paese: fatto!

 

Infatti questo clone/androide uccide Bill Foster, il Golia Nero (che se non l’avete mai sentito non preoccupatevi, perché è uno di quei personaggi superpezzenti creati a metà anni ’60 tanto per, usato qua solo come pietra dello scandalo. NdA).
Dopo questo avvenimento entrambe le fazioni rimangono sconvolte. Molti decidono di passare dalla parte del Capitano: anche un non proprio brillantissimo Peter Parker, dopo aver rivelato la sua identità in pubblico, cambia barricata. Dopo intrighi e tradimenti, si arriva allo scontro finale. È la fiera dei calci volanti e delle cinquine in faccia. Sta per aver la meglio Cap, che con un paio di trucchetti disattiva l’armatura di Iron Man e lo pesta come un tamburo, finchè non viene fermato direttamente da alcuni civili. È proprio in questo momento che ha un’epifania: il loro scontro fratricida sta facendo più danni e vittime di una calamità naturale. Steve decide a questo punto di arrendersi e consegnarsi alla giustizia per espiare le proprie colpe.
L’ultimo volume si chiude con l’immagine del Punitore che raccoglie la maschera a brandelli di Capitan America.

Che dire di questa pietra miliare della continuity Marvel? Sicuramente uno degli eventi meglio riusciti, creati da una coppia col botto: Mark Millar e Steve McNiven, che rivedremo insieme in un altro capolavoro, “Old Man Logan“. Tuttavia bisogna essere obiettivi, anche questo non è privo di difetti. Se ne possiamo imputare uno, è forse l’eccesivo buonismo e perbenismo di certi personaggi, specialmente da parte di Cap, che poi combina anche lui dei casini notevoli; non è che si dimostri proprio un santo. Sì, per chi non l’avesse capito, io alla domanda slogan della serie: <Whose side are you on?> rispondo con “Iron Man“. Ma questi sono pareri del tutto personali. Altra grande colpa che imputo a Civil War è il fatto che è il primo crossover (e non l’ultimo purtroppo. NdA) con il quale la pubblicazione italiana di ogni volume ha incominciato a presentare per metà la storia principale e per l’altra metà delle storie di contorno di altri personaggi o altre situazioni. Non dico che queste facciano schifo, però smorzano di molto la tensione e il ritmo del racconto.

In conclusione però, questo è uno degli eventi più importanti, è nell’olimpo delle serie Marvel, va assolutamente letto, un po’ per il fatto che merita come storia, ma soprattutto per capire le conseguenze che questo ha portato.
E poi Captain America 3, al cinema, si intitolerà proprio Civil War

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Ora MEGA SPOILER! Andremo a parlare di un evento che accade subito dopo l’immediata conclusione di Civil Warla morte di Capitan America. La morte di Capitan America avviene sulle pagine di Thor e i Nuovi Vendicatori #104 (nuova formazione formatasi dopo gli avvenimenti di Vendicatori Divisi). Non è che questa storia eccella per sceneggiatura o disegni, semplicemente è un punto di svolta per il Marvel Universe. È un simbolo, il primo supereroe muore per mano del suo acerrimo nemico il Teschio Rosso, sulle scale del tribunale dove doveva essere processato pubblicamente. Ironia della sorte, la mano che preme il grilletto è quella di Sharon Carter, sua vecchia fiamma che commette l’omicidio sotto ipnosi. Questa storia ci porta direttamente a una miniserie di 5 episodi (americani, da noi 2 e mezzo) realizzati da Jeph Loeb (ommioddio, temete il peggio! NdA), ma disegnati da pezzi da novanta come Romita Jr, Finch e Yu. Non che l’idea sia tutta farina del suo sacco, infatti gli è stata suggerita da Straczynski, però ci ha messo del suo per onorare il più grande eroe americano e per creare un evento pari alla morte di Superman. I 5 capitoli della serie ripercorrono i 5 stadi del dolore, usando personaggi d’eccezione.

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Nel primo abbiamo la “negazione“. Wolverine non accetta la morte di Cap, e vuole accertarsene controllando la salma conservata su un elivelivolo dello SHIELD. Il secondo è la “rabbia“: i protagonisti sono i Vendicatori e una Ms. Marvel che per sfogare la frustrazione mena sberle come pochi saprebbero fare.

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Il terzo stadio, la “negoziazione“, contiene a parer mio la storia più interessante. Tony Stark cerca di convincere un redivivo Occhio di Falco a prendere posto nel costume di Capitan America, con tanto di scudo originale a braccio: non per mancanza di rispetto, ma per seguire le ultime volontà di Steve Rogers, Capitan America non è una persona, ma un costume, un simbolo in cui la gente deve continuare a credere. 

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La quarta parte, la “depressione“, non poteva che avere come personaggio l’Uomo Ragno. E, purtroppo, è tutta un po’ un piangersi addosso e vedersi una nullità in confronto a quel che era il grande eroe a stelle e strisce che come lui ha acquisito i poteri scientificamente e si è dedicato anima e corpo ad un ideale di giustizia.
Nell’ultima storia, infine, abbiamo l’ “accettazione“, rappresentata da un Iron Man rassegnato alla morte dell’amico. Su di lui inoltre grava la responsabilità della sicurezza mondiale e come se non bastasse molti lo ritengono il diretto responsabile della morte del suo migliore amico.

Non penso che la Spider Woman di Silvestri abbia qualcosa da invidiare a quella di Manara.

 

A conclusione di questa run, che cerca di commuovere il lettore, abbiamo “L’Iniziativa“. In questo volume creato da Bendis e Warren Ellis (venuto a prendere 2 spicci per una storia di 10 pagine, ma che una scheggiatura d’azione così molti la sognano. NdA) e disegnato da un Marc Silvestri (che mannaggia!!! NdA), vediamo un Tony Stark molto pragmatico che si dedica alla creazione del “L’Iniziativa” dei 50 stati, l’idea di dotare ogni stato Americano di un suo supergruppo per risolvere le proprie minacce, una delle formazioni più mal assortite quanto psicotica dei Thunderbolts.

Dunque una serie di volumi che non ci regala particolari emozioni o chissà quali storie, ma che perlomeno ci dà un’idea di quello che succederà in futuro nelle varie testate. Volumi che noi collezionisti amiamo tanto e che di solito paghiamo a prezzi gonfiatissimi.

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Ora arrivano le dolenti note: World War Hulk.
Già dallo slogan della serie mi sale il crimine: ”L’hanno esiliato. Hanno distrutto il mondo che aveva liberato. Hanno ucciso la sua donna e impedito a suo figlio di nascere. Ora Hulk cerca la vendetta. E ha ragione!”. Ma cosa? Allora la situazione è questa: Hulk fa casino e devasta Los Angels, le sei menti più brillanti del nostro pianeta, gli Illuminati, decidono di esiliarlo su altri mondi dove possa sfogare la sua rabbia senza nuocere a nessuno o fare ulteriori danni. Mi sembra un discorso ragionevole. Ma qua no! Vacca maiala!
Tutti buonisti: povero piccolo idiota verde!

Non so come, ma ci hanno pure fatto un film.

Comunque a parte questo sfogo la storia parte dopo gli eventi di Planet Hulk. Trasportato dalla navicella questi arriva sul pianeta Sakaar, viene fatto schiavo, diventa il campione, si libera, solleva le masse, rovescia il tiranno, diventa re, tutti felici e contenti (la storia di Spartacus in poche parole. NdA), ma la navicella che l’ha trasportato esplode e nell’esplosione ci va di mezzo la sposa e il figlio in grembo. Decide che allora la colpa delle sue sventure è di chi l’ha esiliato e decide di tornare sulla terra per distruggere gli Illuminati.

La critica l’ha stroncato definendolo un videogioco dove un tizio distrugge tutto, e hanno ragione: è la sagra dello schiaffone!
Il primo se lo aggiudica Freccia Nera degli Inumani, poi via con tutti gli eroi della Terra, niente e nessuno resiste allo Sfregio Verde. Nella sua megalomania crea pure un’arena al Madison Square Garden dove fa combattere gli eroi in incontri all’ultimo sangue. Tanto per dimostrare che il mondo è una massa di decelebrati, c’è anche un gruppo di manifestanti che si rifiuta di evacuare New York e tifa per lui (WTF??? NdA).
Nel momento più critico arriva però Sentry, il guardiano d’oro (un altro con la testa a posto! NdA). L’uomo con la forza di un milione di soli che esplodono può finalmente dare sfogo a tutta la sua potenza: lo scontro è alla pari. Ma alla fine, dopo aver esaurito le energie e essere tornati umani rimane in piedi solo Banner. A questo punto uno dei suoi alleati decide di attaccarlo per farlo tornare Hulk, ma ci va di mezzo lo storico amico Rick Jones (è la fiera delle menti da premio nobel! NdA). Ovviamente Hulk è più adirato che mai e sotto i suoi colpi l’altro confessa pure che è per colpa sua che la navicella è esplosa uccidendo la moglie, perché doveva diventare il Distruttore di Mondi. Di conseguenza Hulk impazzisce, l’unica cosa che può fermarlo è un raggio laser satellitare comandato da Stark, che lo colpisce in pieno e lo fa ritornare in forma umana (usarlo prima? NdA). Tutto finisce con Banner che si consegna allo SHIELD, e con un’ultima tavola che ci mostra che sul pianeta lontano il figlio di Hulk è ancora vivo.

Solo una parola: imbarazzante. Imbarazzante per essere un lavoro sceneggiato da Gregg Pak (non che abbia mai fatto niente di eclatante) e disegnato da un John Romita Jr che secondo me non ha tirato fuori tutto il suo estro artistico.

Si conclude qua la nostra seconda carrellata dei crossover Marvel. A breve arriverà la terza parte con la quale spero di essere un po’ più breve, anche se mi è difficile, per cercare di chiuderla al più presto.

Grafico Eventi Marvel 2

Il nostro solito grafico riassuntivo della mia valutazione dei Crossover Marvel.

Scritto da: N° 7      Tratto da: LoSpaccaFumetti

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