TWR la (psico)analisi di Teenage Mutant Ninja… TRANSFORMERS!

Ops, he did it again: Michaal Bay ci fa letteralmente esplodere in faccia un altro franchise. Freschissimo del trionfo al botteghino col suo Transofrmers 4: L’Era dell’Estinzione Esplosione (che trovate psicoanalizzato qui), il regista californiano che ha fatto del disaster movie un marchio di fabbrica produce il ritorno delle quattro tartarughe per difendere la Terra via i ninja…NINJA! più celebri della storia: Michelangelo, Leonardo, Raffaello e Donatello, le tartarughe ninja. A dirigere la pellicola tale Jonathan Liebesman (già regista del dimenticabile La Furia dei Titani). Ma poco importa chi è formalmente accomodato sulla sediolina del regista: questo è un film di Bay però, purtroppo, in formato ridotto.

Come ogni buon film che porti il marchio del regista californiano, Teenage Mutant Ninja Transformers Turtles rispetta i 3 principi della termondinamica di Bay:
1- La figa, nello specifico Megan Fox
2- La computer grafica a pacchi, nello specifico tartarughe e topi umanoidi + un Decepticon (sì, un Decepticon)
3- Le esplosioni, nello specifico… basta che qualcosa salti per aria.

Perché allora ‘in formato ridotto’? La prima causa di questo ridimensionamento è proprio la patata del film. 
Anche se è riciclata dai primi due Transformers, con Megan Fox – sempre sia lodata – vai sul sicuro. PERO’ (ed è un ‘però’ bello grosso) se metti la Fox in un film, devi almeno dedicarle una-due scene iconiche (magari in slow motion). Tipo quella di Transformers (sudatissima sexy-meccanica con magliettina sottomammaria) o quella di Transformers 2 (sudatissima in hot-pants su motocicletta). Qui no, per tutto il film Megan indossa un giubottone giallo casomai ci scordassimo che “interpreta” (il virgolettato è d’obbligo) April O’Neill. E non è neanche sudatissima come in Transformers: perché la Megan Fox di TMNT non suda MAI. Neanche quando sale al 56esimo piano di un grattacielo passando per la scala antincendio: arriva lassù col suo bel cerone di kerakoll lucida come la maschera di V.
I pori questi sconosciuti.
Insomma, una Megan Fox fortemente ridimensionata: dal suo ruolo naturale di patata sudatissima a quello di signora in giubotto giallo.

Poi ci sono le Tartarughe, anzi: c’è Raffaello, poi c’è uno che cerca di far ridere (e invece no) ed altri due.
L’unica nota lieta è Raffaello: la tartaruga pompata di steroidi con la bandana rossa è, infatti, la sola con una discreta caratterizzazione. Leonardo, che nella versione inglese è doppiato dal leggendario Johnny Knoxville di Jackass, e Donatello sono quasi due fantasmi; Michelangelo, infine, rappresenta la vera nota dolente del quartetto: è quello che dovrebbe far ridere ma, drammaticamente, le sue battutine ti lasciano con un gigantesco “Embé?!?” stampato sul volto che neanche Martufello al Bagaglino…

Altro problema è il goffo citazionismo nerd dello stesso Michelangelo. Perché, parliamoci chiaro, ci piace tanto – almeno A ME piace da impazzire – quando nei film, nelle serie TV o nei fumetti troviamo riferimenti ed easter eggs che ci fanno una strizzatina d’occhio, ma qui siamo su un livello infimo. Michelangelo, in maniera del tutto decontestualizzata e forzatissima, spara parole a caso: ‘Superman’, ‘Hogwarts’, ‘Jedi, ‘Professor Xavier’, ‘Orfani’. Insomma, se devi farlo, almeno fallo bene!

– E poi le tartarughe hanno un look terribile con quei nasi! Ah, com’erano belle quelle del film anni ’90! –
Qui, caro integralista, non sono affatto d’accordo. E’ vero: quei pupazzoni/tartaruga anni ’90 realizzati dal grande Jim Henson avevano un loro perché, ma erano figli dell’epoca. Le 4 tartarughe versione 2014 sono rese alla grande in computer grafica. Non è la caratterizzazione visiva a mancare, è lo script che è carente.

Poi ci sono i cattivoni: l’attore William Fletchner, che molti di voi ricorderanno per Prison Break, nei panni del solito immancabile industrialotto cattivissimo e, naturalmente, Shredder che è stato reimmaginato come il cugino di terzo grado di Megatron.

Dimenticavo: c’è anche Whoopi Goldberg… ah si, c’è Whoopi Goldberg? Machissenefrega!

Per carità, è ovvio che chi va a guardare un film con delle Tartarughe umanoidi che praticano arti marziali sa a cosa va incontro. Il problema è un altro. Il film manca di carisma e di spunti, le scene d’azione veramente memorabili sono poche e la caratterizzazione, non solo delle Tartarughe ma anche dei comprimari e persino dei luoghi, è scarsa.
Le TMNT nascono negli anni ’80, come fumetto indie di Eastman e Laird, ma devono gran parte del loro successo all’esplosione del cartone animato negli anni ’90. Cartone e fumetto in cui la città di New York (e le sue fogne) erano grandi protagonisti. Nel film di Liebesman l’atmosfera urbana si è persa: niente fumo che esce dai tombini, niente vicoli bui illuminati dal neon, metà film è persino ambientato nello chalet di montagna dell’industrialotto Fletchner… con tanto di neve!
Insomma se vado a vedere i Transformers di Michael Bay so cosa aspettarmi, ovvero un giocattolone eccessivo in tutte le sue componenti che, pur con dei contenuti non certo da premio Oscar, mi intrattiene e mi diverte. TMNT, invece, è un’action comedy con una discreta parte action, una scarsa parte comedy (vero Michelangelo?) ed un’evidente carenza di personalità. Peccato.

Michael, anche se gli incassi ti danno ragione e TMNT2 è già stato annunciato, la prossima volta è meglio se, oltre a produrre, ti metti anche dietro alla macchina da presa. 

Cowabunga, amici di The Walking Rec.

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