EVA 3.0 You Can (not) Redo – Riflessioni dopo l'esuberanza

Dopo l’esuberanza del day after, che comunque viene quando si vede il proprio anime preferito sul grande schermo e dopo aver agognato anni la sua presenza, ecco che mi lascio andare a riflessioni più obbiettive e meno sentimentali che contengono spoiler, sul nuovo capitolo dei film Rebuild of Evangelion.

Trama (attenzione spoiler)

La trama è proprio il punto più oscuro di questo film, perché, ciò che tutti attendavamo con ansia, si è avverato: un nuovo finale per Evangelion.

Fino al secondo film, tutto si poteva accostare alla storia originale (o almeno la maggior parte delle cose), ma già si intravedevano dei cambiamenti e queste piccole modifiche non erano male, eccetto l’introduzione di un personaggio che ha lasciato tutti i fan un po’ allibiti (ma questo è un altro paragrafo).

Insomma, si stava giungendo (alla fine del You can (not) advance) al tanto atteso Third Impact, con una delle scene più commuoventi di sempre, dove l’anima di Shinji tende di fondersi con quella di Ayanami per salvarla.

Al You can (not) redo si saltano a piè pari quattordici anni, giungendo in un mondo dove qualcuno è sopravvissuto al Third Impact (un eventualità già di per se molto strana, dal momento che dovrebbe trattarsi l’apocalisse più totale), il quale dev’essersi svolto in maniera differente da ciò che si è visto nel The end of Evangelion, poiché Misato, Ritsuko e gran parte del vecchio equipaggio della Nerv è in buona salute; la sorellina di Toji Suzuara è ormai cresciuta e sta bene, Asuka è bella combattiva e Mari è sempre lì a dare il suo grandissimo contributo alla storia. Anche Gendo e Fujutsuki sono vivi e vegeti. Se esistano altre persone al di fuori di loro, non si sa, ma sembra che il mondo sia completamente deserto.

Eccetto gli ultimi due personaggi citati, tutti gli altri si sono arruolati nella Wille: un organizzazione creata (probabilmente dopo il Third Impact) per ostacolare e distruggere la Nerv. Wille è comandata da Misato Katsuragi, spalleggiata da Ritsuko Akagi (la quale si è tagliata i capelli cortissimi, come se fosse stata preda di una crisi di nervi, il che non è così lontano da una possibile verità) e insieme alle unità Eva pilotate da Asuka e Mari, fronteggiano gli angeli e la Nerv, servendosi di un arsenale di portaerei e di una nave madre (spettacolare dal punto di vista grafico) a forma di scheletro di balena.

Nel frattempo, la Nerv è stata completamente demolita. Neo Tokyo-3 non esiste più, tanto che dal geo-front si può vedere il cielo. In confronto alla tecnologia di Wille la Nerv appare come un vecchio rottame arrugginito, privo di alcun personale (seppur qualcuno ci deve essere per far funzionare tutto) e abitato da Gendo, Fujutsuki, una nuova Rei, e Kaworu, che avevamo lasciato nella scena finale del 2.0 in una stazione lunare accanto al corpo di Lilith, mentre ora lo ritroviamo a suonare il pianoforte.

La Wille recupera il pilota dello 01, Shinji Ikari, il quale è stato in coma per tutti questi quattordici anni e si risveglia a bordo della nave-balena, confuso e pieno di domande a cui tutti sembrano non voler dare risposta.

A seguito di un attacco da parte dello 00, Shinji viene riportato da suo padre, nel geo-front, dove conoscerà Kaworu e con lui instaurerà un rapporto molto, molto stretto, ancora più esplicito di ciò che già tutti avevano capito nella serie animata. Sarà lui a rimuovergli qualche dubbio portandolo in un posto che sta nelle fondamenta del geo-front e dal quale si vede il vero mondo esterno (un elemento che non mi è stato molto chiaro); da qui Shinji vede il frutto del suo operato: il Third Impact! Kaworu gli rivela che è stato lui a causare tutto ciò ma possono rimettere le cose a posto se entrambi salgono sul nuovo evangelion e rimuovono le lance Longinus e Cassius dal corpo di Lilith (se ho capito bene è Lilith).

Shinji, inizialmente riluttante, accetta di compiere questa missione per poter rimediare si suoi sbagli, ma una volta vicino alle due lance, Asuka e Mari, con i rispettivi Eva, li attaccano, ostacolate anche da Ayanami.

Kaworu, guardando le lance ne rimane folgorato, perché sono entrambe Longinus e capisce che non devono estrarle, ma Shinji ignora bellamente i consigli di Kaworu, a cui ha dato sempre ciecamente ascolto, fino a quel momento, e nonostante la voce disperata di quest’ultimo che l’implora per non fargliele estrarre, lui lo fa! L’unica volta che non doveva fare niente, agisce e innesca il Fourth Impact! Fortunatamente arrestato da Asuka.

La scena finale mostra Asuka, Shinji e Rei, dispersi in un posto in cui non c’è il segnale per contattare gli altri e così iniziano a camminare verso chissà dove… lo scopriremo nel prossimo film.

A fine visione, il film, non mi aveva convinto molto con questa trama, per i vari punti oscuri e per alcune scene un po’ troppo buttate lì. Ma parliamo pur sempre di Evangelion, credo uno degli anime più criptici di sempre e quindi questo “cripticismo” è messo in conto, quando si affronta un nuovo finale di Evangelion.

Al momento non me la sento di esternare pareri felici o scontenti, poiché vorrò attendere prima la venuta dell’ultimo film, rivederli tutti e quattro e poi tirare le somme, visto che è un prodotto che non si può giudicare al primo impatto.

Personaggi

Credo che il capitolo dei personaggi sia uno dei più amareggianti di sempre. Sin dall’inizio avevo messo in conto che con il RoE i personaggi non avrebbero avuto modo di essere sviscerati come nella serie animata, la quale, d’altronde, viene criticata (ingiustamente) da molti proprio nelle puntate in cui ciò avviene! Ma nel You can (not) redo, quel po’ di spessore psicologico che ti faceva avvicinare ai vari personaggi, coinvolgendoti nelle loro diatribe, rasenta lo zero assoluto.

– Shinji: per tutto il film incarna la posizione dello spettatore che si risveglia da un lungo sonno e poi vede che tutto il mondo di RoE, che conosceva, è stato stravolto. Shinji passa tutto il film a porsi domande cui difficilmente verrà data una risposta. Come sempre viene maltrattato, ma questa volta è Misato a ferirlo! Proprio lei, che era quella che avrebbe dovuto comprenderlo di più, gli dice la frase che più di tutte fa andare in panico Shinji: «Non ci servi». Così viene sballottato da una parte all’altra, da un personaggio all’altro, senza capire cosa sta succedendo e perché il mondo è così! Finché non viene portato alla Nerv e conosce Kaworu e incontra Rei, la quale non fa altro che aumentare (seppur involontariamente) il senso di solitudine di Shinji. Infine viene travolto dagli eventi, com’è suo solito, e proprio quando non doveva agire, agisce rischiando di mandare tutto il mondo in malora.

– Misato: lei è radicalmente cambiata rispetto a quella che tutti conoscevamo, è diventata molto più fredda e calcolatrice, pur mantenendo la sua concezione del rischiare il tutto per tutto pur di vincere. Misato passa da tutrice, da colei che sembrava essere l’unica a capire (non dico fino in fondo, ma abbastanza) la condizione psichica dei suoi coinquilini (Shinji e Asuka), a colei che se ne infischia, imponendo un collare a Shinji, minacciandolo di morte e sbattendogli in faccia che ormai è inutile, ma pur essendo inutile non può essere libero e che dovrà rimanere sotto sorveglianza. Insomma, un inutilità al quadrato. Un cambiamento sicuramente è giustificato da ciò che è accaduto nel corso del Third Impact, evento che forse non vedremo mai.

– Ritsuko: lei è rimasta quella di un tempo, la scienziata analitica di sempre, con l’eccezione dei capelli tagliati cortissimi, come se avesse avuto una crisi isterica (probabilmente a causa del Third Impact).

– Asuka: è colei che esce pienamente trionfante da questo film! Sembra un capitolo fatto apposta per far apprezzare questo personaggio al pubblico. Alcuni sostengono che di lei non sia rimasto il lato psicologico, quello che la vede (nella serie) tormentata a causa della pazzia della mamma. Inseguita dal fantasma di quel pupazzo di pezza che nel secondo film appare, ma molto meno impressionante, rispetto al design che aveva nella serie. Tutto ciò è vero solo in parte, poiché, come ho già detto, nel RoE non c’è la possibilità di esplorare certe cose, pur potendo apprezzare alcuni segni che raccontano bene la psicologia di Asuka:
1) il rancore che ha portato dentro per quattordici anni, nei confronti di Shinji, rancore che sfocia anche in un sentimento d’affetto nei suoi confronti;
2) ciò che dice in una scena prima di salire a bordo dello 02, che suona più o meno così: «Sono pronta! Tanto basta metterci un pupazzo dentro e si muove»; che rimanda a quando, nella serie, guardando il suo Eva dice che lui è solo il suo pupazzo e deve obbedire ai suoi ordini. Quindi, anche se sottilmente, è l’unico personaggio che rimane invariato nella sua struttura psicologica o, quest’ultima, non viene ingigantita come accade nel caso di Rei.

– Rei: come appena detto, il suo lato caratteriale e psicologico viene ingigantito, come se diventasse una caricatura di se stessa. La nuova Rei è ancora più fredda e inconsapevole di quella che tutti conosciamo, così tanto da diventare antipatica. In più c’è la scena grossolana, ma anche divertente da un certo punto di vista, in cui Shijni entra nella camera di Rei e, trovandola nuda, afferma qualcosa del tipo: «Ma stai sempre nuda! Copriti!». La frase genera una piccola risata, ma è una risata molto amara, poiché anche questa scena, sembra la parodia di quella fantastica e indimenticabile scena in cui Shinji per la prima volta va a casa di Rei per consegnarle il nuovo tesserino della Nerv.

– Kaworu: uno di quei personaggi che si amano, nonostante la sua minima presenza, nella serie animata; uno di quei personaggi che ti fa capire davvero quanto Anno sia abile nel formarli, nel caratterizzarli e nel porli al livello che egli intende. Qui Kaworu ha molto più spazio, eppure il suo rapporto con Shinji (spinto molto oltre rispetto all’anime) non sembra lasciare molto nello spettatore. Non è completamente un fallimento, ma neanche una grande conquista, le scene fra i due maschi, piene di doppi sensi, fanno ridere sì, ma (almeno personalmente) non ho percepito quella complicità che si sentiva nell’anime. La stessa morte di Kaworu, che prima era sottolineata da un’attesa incredibilmente giocata bene sul piano della regia, ora non ha più quella profondità. Quando muore, non lascia amarezza e dispiacere nello spettatore, perché è sembrato un personaggio secondario che è entrato ed è uscito di colpo.

– Mari: sul suo conto io mi chiedo solo questo: «Perché, carissimo Anno, l’hai creata?»; è un personaggio che non influisce di niente sul corso della storia, infastidisce con quel suo canticchiare miagolando e per la sua sfrontatezza e inefficienza in molti punti del film in cui avrebbe dovuto aiutare Asuka. Il 3.0 era atteso da molti anche come: “La rivelazione di Mari Illustrious Makinami”, perché nel 2.0 aveva fatto ben poco.

– Gendo e Fujutsuki: nonostante il cambio di occhiali per uno ed il cambio di look per l’altro, restano immutati nei loro aspetti psicologici.

– Kaji: grandissimo personaggio perso per strada. Come si è detto, quando si tratta di film è più difficile concentrarsi su tutti i personaggi, ma Kaji era un gran bel personaggio, un ricercatore della verità ed un buon educatore per Shinji, nonché costituisce una parte importantissima nello sviluppo di Misato.

Tirando le somme, in generale sono rimasto deluso, questo salto temporale ha letteralmente scosso tutto ciò che c’era prima, anche dal punto di vista psicologico dei personaggi, ovviamente, ma un conto è vedere il loro progressivo evolversi, un altro è saltare da uno stadio all’altro senza capire perché!

Musiche

Grandiose. Non ho altro da dire per definirle.

Il soundtrack l’ho ascoltato e riascoltato molte volte e mi è piaciuto moltissimo. Nella maggior parte dei casi ha anche funzionato nella simbiosi con le immagini. L’unica pecca è che ci sono pochissimi momenti vuoti, ovvero privi di suoni. Quasi tutte le scene vengono accompagnate da canzoni o composizioni, il che, dopo un po’, rintrona.

Grafica

Chi ha letto i miei articoli sa già cosa penso di Yoshiyuki Sadamoto (link). A mio parere è uno dei più bravi disegnatori viventi, per quanto riguarda la scuola giapponese. In questo film, ha fatto valere il suo stile, ha creato per l’associazione Wille, una nave-balena incredibilmente bella! Anche tutti gli altri effetti mi sono piaciuti.

Alcuni rimpiangono la grafica a mano, e (sempre chi mi segue) sa quanto io preferisca di gran lunga il disegno a mano piuttosto che quello computerizzato, ma non bisogna sparare alla cieca, non l’ho mai fatto e non lo farò. Gli effetti grafici del The end of Evangelion sono stati straordinari, ma Sadamoto è un disegnatore che sa adattarsi ai tempi e così come il suo stile si è evoluto negli anni, egli non disegna l’utilizzo della grafica computerizzata che, se saputa usare, da anche i suoi ottimi risultati.

Per concludere

E’ stato un film scioccante.

Con ciò, copro sia le cose negative che positive, ma sicuramente è stato scioccante. L’impatto con il grande schermo è magnifico, specie se è quello dello Space di Piazza della Repubblica (Roma), vederlo insieme a tanti altri fan lo è altrettanto se non di più, visto che la loro sola presenza mi gasava. Mi dispiace per la cosplayer di Mari (per di più molto carina) per ciò che ho detto riguardo questo personaggio, ma, giuro, ho sperato che diventasse qualcosa di più sostanzioso, ma non lo è.

Il film in sé è mezzo riuscito, quindi gli darei un bel 6/10 come voto finale, ma è un voto che rimane in bilico in attesa di poter metabolizzare ciò che ho visto, magari rivederlo, e aggiungerci anche il finale.

Grazie per avermi seguito fino all’ultimo, in questa lunga riflessione!

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