Quel gran Mutante di Bendis!

Il plot di All New X-men, fa acqua da tutte le parti, è uno schiaffone alla continuity Marvel, ai puristi, allo zoccolo duro, agli affezionati della Marvel Comics, ai cosiddetti Marvel Zombie. L’idea alla base di questi Nuovissimi X-Men di Bendis è indigesta persino come operazione di ret-con.
Quel che fa la Bestia ai giovani pupilli di Xavier, a dire il vero, fa a pugni anche con tutto quello che è stato il genetista degli X-Men. Un’azione egoistica che tecnicamente mette in pericolo lo stesso futuro dei 5 Uomini X originali, una grossa forzatura alla psicologia ed al modus operandi di un eroe votato alla non-violenza e all’altruismo.

Immaginatevi di essere un mutante adolescente, istruito a credere in un utopia di convivenza tra uomini e mutanti, di essere strappato dal vostro  tempo e di ritrovarvi in un mondo, anzi nel vostro ineluttabile futuro, in cui apprendete che tutto quello che il professor X vi sta insegnando fallirà.
Immaginate di apprendere  nel modo più pratico che Iddio possa concedervi, ossia vedendolo con i vostri occhi, che diventerete un leader terrorista che fa comunella con Magneto (storico leader della confraternita dei mutanti malvagi), che addirittura ucciderete il mostro stesso mentore, che la ragazza dei vostri sogni morirà, che il vostro amico Hank si trasformerà in una grossa scimmia dal pelo blu in fase terminale. E non si è ancora toccata la questione Angelo, che io avevo lasciato formattato alla fine della saga Angelo Nero, su X-Force

Senza tirare di nuovo in ballo il caro dottor Emmet Brown, lo scienziato pazzo di Back to the future, che ho usato due giorni fa in questa immagine, e sparso un po’ in giro su Facebook per darvi l’hype giusto al commento, senza baloccarsi troppo con le sue teorie distruttive riguardo i viaggi irresponsabili lungo la linea del continuum spazio-temporale, senza ipotizzare troppo la distruzione dell’universo, direi che quello che apprendono i giovani X-Men nei primi due fantastici numeri, basti e avanzi per pretendere di essere riportati nel proprio tempo, ed inventarsi una nuova vita, magari in chiosco di grattachecche in centro, considerando che le doti di Bobby andranno ad aumentare negli anni, e che col ghiaccio vi suona l’aida, dare un taglio drastico  alla carriera di supereroe.

Invece non succede nulla di tutto questo, anzi al contrario succede che:

Jean  viene a sapere di essere in un punto del futuro in cui è già morta, ma non fa una grinza, anzi impara ad usare i suoi poteri telepatici (solo dietro un semplice consiglio).

Scott apprende di essere l’assassino del suo professore Charles Xavier.

Hank scopre di essere sul punto di essere ucciso dal suo stesso gene X, che intanto però lo ha reso un sacco di pulci blu, (ma questo comunque non gli impedisce di pilotare un Blackbird di una 50ina d’anni più evoluto tecnologicamente).
Ecco, questo succede. 

Eppure, questo fumetto al momento è la cosa più godibile di tutto il Marvel NOW.

Si, avete capito bene: la pippa criticona d’overture era solo per far contenti i soliti brontoloni, la vera recensione comincia adesso, ed è assolutamente entusiasta e positiva non solo sulla nuova serie di Bendis, ma anche per la nuova Legacy in appendice, quella con Legione disegnata da un Tang Eng Huat ispiratissimo, che a me ricorda molto l’italico Carlo Ambrosini sugli Inferni di Dylan Dog.

Ma andiamo con ordine.

Mr Bendis, è veramente in uno stato di grazia, la serie è ipercinetica ed incalzante, lo storytelling è portentoso, e non è un eufemismo, e per quanto possa essere assurdo il plot, in un universo che fa della continuity il suo vanto, le due generazioni di X-men a confronto è un intuizione geniale.

Punto.

Caso chiuso. Il plot funziona ancora di più perché è sviluppato sugli X-men, mettere uno di fronte all’altro Capitan America, non sarebbe stato così  stuzzicante, un personaggio statico nella sua psicologia, congelato nei suoi ideali genuini, (anche se è stato fatto da Alex Ross nella sua Vendicatori vs Invasori). Gli X-men sono il supergruppo, che più degli altri ha visto trasformare la sua ragione d’essere, dall’evoluzione dei tempi, parlo il sogno di Xavier. Per tutto quello che hanno dovuto subire i mutanti dai lontani anni ’60 fino ad oggi l’utilità di Xavier ha subito diversi ed irrimediabili colpi. 

Se la serie così com’è, come è scritta ed impostata,  vale un bell’otto, con quel diavolo di un Immonen, con quei disegni, e quelle geometrie su tavole a dir poco mozzafiato, raggiunge tranquillamente il dieci pieno.

E a proposito di impostazioni delle tavole, possiamo dare il bentornato al famoso widescreen comics, smarrito ahimè dai tempi di Ultimates (Millar & Hitch)? E che abbiamo intravisto un poco nella trilogia Ultimate Doom firmata Bendis Sandoval?

 

La spinosa faccenda del comprimario.

Ho mollato Thor per via della pessima scelta dei comprimari, i Vendicatori di Hickman nemmeno li ho iniziati, per lo stesso motivo.

I Fantastici Quattro di Fraction, invece li ho abbandonati, non perché il formato sia pessimo, anzi, come ho già detto il nuovo formato che ospita il quartetto, è competitivissimo, rispetto agli albetti Lion, ma la serie… Dio, la serie, un film di Truffaut è piu veloce, due numeri e non è successo assolutamente nulla, inoltre non dimentichiamo il malus di due disegnatori a mio avviso pessimi, ed il nuovo quartetto, a casa mia,  è durato meno di Papa Luciani.

Al contrario, invece, questi Nuovissimi X-Men (il nome della testata però è orripilante almeno come quello degli Incredibili Avengers) mi hanno conquistato subito, anche il nuovo Legacy merita attenzione, protagonista della serie: Legione, il figlio schizofrenico di Xavier, creato dal solito Claremont, nel  1985, e che probabilmente ha ispirato Morrison per la sua Crazy Jane.
Sociopatico affetto da personalità multiple, Legione è un mutante di classe omega,  estremamente potente, instabile e pericoloso, basti dire che ha svariati superpoteri che si manifestano ogni volta che cambia personalità… di documentate ci sono la pirocinesi, la telecinesi, la telepatia, il viaggio nel tempo. Insomma appetibile.

La nuova serie di Spurrier e Huat promette un doppio sviluppo, sul piano fisico, dopo aver appreso della morte del padre, David decide di tornare nel mondo e rendersi utile alla comunità mutante. Sul piano psichico, Legione combatte una guerra nella sua martoriata testa contro le centinaia di personalità che la abitano, al fine di recuperare la sua integrità.

Un Tan Eng Huat, decisamente mutato, dai tempi della sua Doom Patrol che, ripeto, tanto ricorda il buon Ambrosini, specie quando è alle prese con gli scenari atipici raffiguranti la psiche di David, che ricordano tantissimo “Dylan Dog: Inferni”.

Per concludere: viaggi nel tempo e personalità multiple, per uno che reputa pietre miliari della sua mediateca, Ritorno al Futuro e Fight Club, direi che questo è lo spillato che aspettava da tempo.
Due gran belle serie che mi hanno portato a fare altre considerazioni in materia di Spendig Reviews.

Visto che Avengers Arena non mi era affatto dispiaciuta, e visto che mi sono spoilerato da solo una sorta di team-up tra Uncanny e All new, ho deciso di recuperare anche gli ultimi due numeri del mensile che ospita la serie di Remender-Cassaday, nonostante mi abbia lasciata così freddino, perché al contrario di All New X-Men, che ha un incipit coinvolgente, Uncanny Avengers si presenta abbastanza maluccio, con una piattezza psicologica dei personaggi protagonisti della serie, specie relazionati all’ultimo megaevento concluso, ed una legnosità grafica di un Cassaday non proprio in vena.

Quindi il Marvel Now in casa fumettopenìa si è finalmente stabilizzato e, incredibile a dirsi, per ora porta l’inattesa firma di Bendis, autore che ho sempre detestato, ma stavolta non gli si può dire nulla. Per adesso ha catturato l’attenzione alla grande.

Perché si, forse è vero, Ciclope aveva ragione.

Ora tocca vedere quale dei due. 

Baci ai pupi.

Link blog: Fumettopenia

 

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