La Lega degli Straordinari Gentlemen: Century. Bentornato Mr. Moore

Forse non avrei dovuto imbucarmi in questa cosa, ritrovarsi a leggere qualcosa di Alan Moore, non è cosa di tutti i giorni, parlarne poi, anzi recensirlo addirittura, non è certo cosa per tutti.

Forse avrei dovuto  mettermi buono ed aspettare che se ne fosse occupato qualcun’altro, magari qualcuno con un dizionario più aulico, più forbito, e ne avrebbe parlato (starò azzeccando le coniugazioni dei verbi?) in maniera più degna se non più consona.

Credo che recensire un fumetto del Bardo, sia  più un compito per altri blogger,  avrei dovuto magari aspettare che ne parlasse Orlando su Fumettidicarta, o Filippo su Altroquando, oppure quelli di Conversazioni sul fumetto, insomma blogger bravi con le parole come gli alchimisti lo sono con matracci ed alambicchi, piuttosto che io, che invece trovo aulici i periodi letterari contorti ed underground di  gente come il critico musicale Lester Bangs ed il lisergico Hunter S. Thompson.

Ma, cosa volete che vi dica? Moore è tornato, e chi resiste? Con una nuova avventura degli Straordinari Gentlemen, il supergruppo di eroi vittoriani al servizio di sua Maestà la Regina d’Inghilterra, e non ne avevamo traccia da più di 10 anni, quando si congedarono da noi dopo aver impedito l’invasione delle orribili creature provenienti da marte, i primi alieni della letteratura ottocentesca creati da HG Wells nel 1897.

La Lega degli straordinari Gentlemen è uno di quelle opere che, per nostra fortuna, riporta il fumetto ai fasti ed alle glorie del passato.

E’ l’ennesimo stupendo “et” orgoglioso baluardo del buon gusto e del gagliardo storytelling, che difende la reputazione del nostro adoratissimo media, dai continui barbari e biechi tentativi dei molti mercenari dell’ultima generazione, bifolchi commercianti come Bendis, Millar e la loro ciurma di scribacchini, che bisogna dirlo, ce la mettono, davvero tutta a volte , per tirare giù il nostro amato fumetto dalla nona colonna delle arti, dove fu posto ormai anni e anni fa, per diluirlo nel più venale merchindising.

Per i pochi sfigati che non hanno mai letto La Lega degli straordinari Gentleman, e si sono per esempio limitati a vedere il pessimo adattamento cinematografico, che fare? Tanto biasimo, e siccome a Fumettopenia, siamo buoni li illumineremo quel tanto che basta: dicendo che è un gruppo di stampo supereroistico, che opera in pieno periodo vittoriano, negli anni che segnano il passaggio della società dal XIX al XX secolo, tardo ottocento quindi. Quel che però rende l’opera di Moore, un eccezionale lettura, non è la scelta del background, bensì il fatto che i personaggi della Lega, nonchè la schiera dei personaggi satelliti che vi orbitano intorno, sono tutti (o quasi, dove però il quasi badate bene, ce lo metto solo perchè non li ho riconsciuti io) personaggi della letteratura di quel periodo.

La Lega è un fumetto saturo di citazioni ed omaggi, da scoprire tutti, magari dopo più attente letture, sicuramente è uno dei lavori migliori del signor Moore, e quantomeno ne evidenzia, una vena creativa mai sopita, un bagaglio culturale immenso, ed una ferrea volontà di distinguersi dalla massa di scrittorucoli dell’immenso palinsesto del mondo dei comics.

Che piaccia o meno come persona, Alan Moore dà prova nelle sue rare incursioni di essere tanto burbero, snob, vanaglorioso e sfuggente autore, quanto bravo, e le sue opere sono sempre destinate a diventare pagine importanti nella storia del fumetto.

E se in un futuro improbabile, ci sarà una caccia alle streghe che metterà al rogo tutti gli autori di fumetti, Moore, è l’unico uomo che noi lettori, riuniti in una segreta e rivoluzionaria carboneria dovremmo preoccuparci di preservare e proteggere.

Moore è roba dell’UNESCU.

Breve storia di un fumetto che avreste già dovuto avere in casa,e se non ce lo avete mi dispiace per voi, perchè adesso la BAO ve lo fa pagare il doppio.

Difficile pensare che Hickman non abbia sbirciato questa particolare opera di Moore, per il suo cerebrale (ma io oserei dire cerebroleso) SHIELD, se è vero che la storia non ha nulla in comune con la sublime Lega (anche perchè la Lega è effetivamente un’avvincente storia, Shield invece è un labirinto dal quale stiamo aspettando risbuchi l’autore stesso per raccontarci come è finita) , è vero anche che l’idea di base ossia pescare personaggi del passato (nel caso di Moore, letterari, nel caso di Hickman, reali), per riunirli in un gruppo contro le forze del male, è fondamentalmente la stessa.

E’ il 1898, il mondo sta cambiando e stanno cambiando anche le forze che lo minacciano, in Inghilterra, la corona è più che decisa a difendere i suoi confini, e per farlo, attraverso l’Intelligence assolda i 5 campioni che compongono la Lega, per proteggere i reali ed i suoi sudditi, dalle minacce insite in questo nuovo secolo.

Questo più o meno è l’incipit che ha portato in fumetteria La Lega degli straordinari gentleman per la prima volta più di dieci anni fa:

1.Allan Quatermain – il cacciatore anti-colonialista creato da H.Rider Haggard nel 1885, protagonista di alcuni romanzi di avventure ambientati in Africa, come le Miniere di Re Salomone. Moore arricchisce il personaggio, di una nostalgica amarezza, ed una dipendenza dall’oppio.

2.Capitano Nemo – Nel 1870, il visionario Jules Verne nelle pagine del suo romanzo Ventimila leghe sotto i mari, crea il vendicativo Capitano Nemo, la versione che Moore introduce nel suo fumetto però, si rifà alla seconda incarnazione di Nemo, quella del seguito, L’ isola misteriosa, in cui Nemo è un principe indiano a comando di un avveniristico sottomarino elettrico, il Nautilus, (sublime, l’interpretazione di o’Neill con il quale muove guerra all’ingiustizia, ma più che altro ai coloni inglesi in tutti e sette i mari.

3.WilhelminaMinaMurray – La vedova di J. Harker, proviene dalle pagine del famoso romanzo di Bram Stoker, Dracula (1897). Tra le mani di Moore l’unico esponente del gentilsesso nella Lega diventa una leader, dal lessico sagace, risoluta e decisa.

4.Dottor Henry Jekill – Lo scienziato che riuscì a creare un siero in grado di scindere il lato malavagio dell’animo umano da quello buono, fu creato da R. L. Stevenson, nel 1886. La bipolarità di Jekill /Hyde è assolutamente fedele al romanzo, Moore però ne accentua gli effetti della metamorfosi al punto che Hyde è un gigante animalesco dalla forza sovrumana e dal lessico incantevolmente osceno e provocatorio, di gran lunga il personaggio più carismatico del quintetto.

Hawley Griffin – L’uomo invisibile fu creato da H. G.Wells nel 1881, nel romanzo, era un fisico di nome Griffin capace di rendersi invisibile, nel fumetto, Moore si permette qualche licenza nella caratterizzazione del personaggio, asserendo innanzitutto, che in realtà l’uomo invisibile che la folla inferocita uccide nelle campagne del West Essex, alla fine del romanzo, in realtà è un albino demente che Griffin stesso aveva reso invisibile nel corso dei suoi esperimenti. Malvagio, calcolatore ed arrivista, sospetto che il Griffin di Moore sia tutto quello che non sia potuto essere per ragioni stilistiche e proibizioniste, quello originale pensato da Wells. Geniale

 

Vademecumm del Cast di supporto

Dunque, questi i 5 personaggi che la fertile mente di Moore mette insieme nel primi due volumi della serie, sviluppandone la psicologia con una sceneggiatura completa e tuttora a mio parere assolutamente imbattuta.

Se è vero che la godibilità di un fumetto è data da quante volte  ci capita di rileggerlo, allora direi che La Lega degli straordinari Gentlemen è estremamente godibile.

Deliziosa e coerente col gioco di citazioni anche la scelta del cast di supporto, dei personaggi secondari che Moore adopera per lo sviluppo della trama, che “costringe” il lettore più curioso (tipo me) ad una ricerca di riscontri della letteratura Vittoriana.

Una lista completa è stata pubblicata su Wikipedia a questo link.

Ve ne cito alcuni, tanto per rendere la lettura di questa pietra miliare più stuzzicante, o almeno vi cito quelli che io avevo riconosciuto durante le svariate letture di questi tomi:

Ismaele, nel fumetto, il capitano in seconda del Nautilus di Nemo, è in realtà la voce narrante del romanzo Moby Dick di Mellville (1851).

Broad Arrow Jack, è il protagonista di alcuni romanzi a basso costo del 1866 a firma di E. Harcourt Burrage.

Mycroft Homes, il capo dell’Intelligence Britannica, è tratto dalla letteratura di A.C.Doyle ed è il fratello maggiore del più famoso detective Sherlock, sempre dallo stesso autore provengono il colonnello Moran e il professor Moriarty (l’uomo più pericoloso di Londra) (1840).

Nel secondo volume, Moore omaggia il geniale scrittore H.G. Wells.

Infatti La Lega se la deve vedere niente meno con un invasione aliena, e gli alieni sono ovviamente, squisitamente Vittoriani,  e creati appunto da H.G. Wells nel 1897, nel romanzo The War of the Worlds, che ha il pregio di essere considerato il primo romanzo fantascientifico della storia.

Ma le prime pagine del secondo tomo per esempio sono anche un omaggio alla letteratura di E. R. Burroughs e del suo ciclo marziano, il pianeta Marte sceneggiato da Moore infatti ospita, oltre le temibili creature di Wells, anche John Carter e Tars Tarkas, il guerriero terrestre ed il suo amico marziano con 6 braccia.

Ad un certo punto della lettura, riconosciamo persino il Dottor Moreau, personaggio creato sempre da H.G. Wells (1895), Moore riporta in vita lo scienziato che sognava di umanizzare gli animali attraverso la scienza della vivisezione e gli innesti chirurgici, nel libro L’ isola del dottor Moreau.

Il geniale Bardo di Southhampton, prende a prestito da quelle  pagine anche Prendick, il naufrago, unico superstite alla fine del romanzo dall’eccidio degli animali ibridi, che fu creduto da tutti pazzo al suo rientro a Londra, ci sono  persino alcune cavie, come H-9 ed H-11.

Moore per le creazioni di Wells, ipotizza una fantapolitica deliziosamente anacronistica, infatti, dalle parole dello stesso scienziato folle si apprende come abbia sempre lavorato per il governo inglese, e che dopo gli incidenti sull’ isola  (narrati sul libro) sia stato trasferito in segreto nei boschi del South Down,  alfine di continuare i suoi esperimenti. In quelle pagine piene di animali antropomorfi, è lecito ricordare: la rana che guida l’automobile, che è un omaggio al Mr. Rospo di Kenneth Grahame personaggio di un romanzo della letteratura per l’infanzia dal titolo Il vento tra i salici (1908) che ha goduto di un bellissimo riadattamento a fumetti ad opera del bravissimo Michel Plessix. (-di cui consiglio la lettura-)

A questi primi due capitoli editi in Italia per la prima volta dalla Magic Press, ( e ristampati recentemente dalla BAO) ne è seguito un altro ed ancora inedito chiamato “Black Dossier”. Inedito ancora per poco stando agli annunci della Bao.

Passiamo adesso a Century:

Quindi ricapitolando: la Lega di Alan Moore e Kevin O’Neill, nel primo volume è immersa nel complottistico mondo di Doyle, nel secondo tomo invece Moore delega alla visionaria fantasia di H.G. Wells, la godibilità della storia, ed il quarto capitolo ( il terzo appuntamento con la Lega degli straordinari Gentlemen abbiamo appena detto che è ancora inedito e si chiama Black Dossier) di cosa parla?
Senza svelare una sola pagina di questa avvincente miniserie dico solo che Moore, da libero sfogo alla sua già manifesta simpatia per l’ermetismo e la magia.

La nemesi della nuova Lega infatti, è un certo Oliver Haddo, il mago creato da W. Somerset Maugham nel 1908 nel romanzo The Magician.
Haddo, qui è a capo di una setta di maghiche sta tentando di creare la vita, il cosiddetto infante di luna, un nuovo anticristo che cambierà la vita e la realtà stessa.
La nuova Lega oltre la bella Mina e Allan, conta nuovi personaggi, ovviamente ripescati dalla letteratura tardo vittoriana – novecentesca: Thomas Carnacki, il cacciatore di fantasmi, fu creato da William Hope Hodgson nel 1910, il ladro gentiluomo A.J. Raffles, invece proviene dai romanzi di E.W. Hornung (1890), l’ultimo membro è l’immortale androgino Orlando, sembra essere invece un omaggio alle opere di Virginia Woolf.

Una lotta contro il male dilatata nei decenni che vanno dal 1910 al 2009, alla quale fa da sfondo una Londra hippy e psichedelica stupendamente illustrata da un lisergico O’Neill.
Moore come nelle sue opere migliori, alterna sceneggiatura e prosa, e confeziona un bellissimo epilogo per l’epopea dei suoi eroi vittoriani, dissacrando e decontestualizzando icone letterarie vecchie e nuove, delle quali non ho alcuna intenzione di rivelarvi nulla. Un romanzo illustrato in cui ogni tavola si annida una citazione,.

O’ Neill, con quel suo tratto ricercatamente svogliato, nonostante privi a volte i suoi personaggi di qualche giuntura, o li arricchisca di tanto in tanto di spigolose e disarmoniche anatomie, è bravissimo, ed in alcune tavole toglie il fiato, preso dalla cascata di citazioni trova tempo e spazio, persino per illustrare tra la folla frenetica di Londra Hiro Nakamura di Heroes con tanto di spada a tracolla, nonché  una delle creature di Giger. Aguzzate la vista.
Ogni didascalia ed ogni baloon, d’altra parte è un riferimento alla letteratura e persino alla cinematografia: per esempio, si legge che uno dei primi tentativi di creare l’Anticristo è stato fatto a New York con una certa Rosemary  (il film di R. Polansky del 1968, Rosemary’s Baby).
Insomma un fumetto assolutamente da leggere e studiare, che come i precedenti capitoli non dovrebbe mancare in nessuna casa in cui si vocifera abiti un fumettaro.

Curiosità e dintorni.
Cominciamo con le note dolenti, tutte MADE IN ITALY:
Ma posso pagare un volume 21.00€ ed è “cinese” (torneremo sulla questione più in basso) persino il link che riporta il QR code alla  fine del volume?
Il curatore dell’edizione Bao trova il tempo di dire quanto il volume contenga una preziosa opera piena di citazioni, annotazioni e riferimenti nascosti, ma una volta aperto il collegamento, l’unica cosa utile reperibile, è una traduzione del dialogo tra Nemo e sua figlia.
Per le citazioni dovrete arraggiarvi da soli, come ho fatto io.
E siccome sono generoso e buono, alcuni di quei  riferimenti e quelle citazioni, ve le indico io, e sono sicuro che renderanno la lettura di questo volume ancora più interessante:
1. Jack Mcheath –  il serial killer arrestato per gli omicidi delle prostitute ai “docks” prende spunto da una ballata di Kurt Weill e Bertolt Brecht, Mac the Knife, (1928) inserita in un opera teatrale nota a Londra con il titolo di The Threepenny Opera.
2. Andrew Norton – Il caratteristico time-traveller conosciuto anche come il prigioniero di Londra, che incontra Miss Murray, è un omaggio di Moore all’opera del collega Iain Sinclair (1997): Slow Chocolate Autopsy: Incident from the notorius career of Norton, Prisoner of London, un libro inedito in italia illustrato da Dave McKean.
Il primo inserto in prosa del volume, Servi della luna di J. Thomas è letteralmente saturo di citazioni e riferimenti:
Capitan Universo è un personaggio creato dal fumettista inglese Mick Anglo, creatore anche di Marvel-Man, altro characters molto amato dall’autore britannico.
Nel trafiletto in cui Moore parla del Mondo Fiammeggiante e del Mago Prospero, facciamo la conoscenza del:
3. Golliwogg, che Moore dipinge come un focoso alieno proveniente da un’altra galassia è in realtà un personaggio della letteratura d’infanzia creato da Florence Kate Upton alla fine del XIX secolo. Dalla stessa autrice arrivano anche le sue due amanti in legno, le bambole viventi (4.)Peg e Sarah Jane, protagoniste del libro per bambini Le avventure di due bambole cosiddette olandesi e un Golliwog (1895).
Si legge anche il nome del (5.)Dottor Coppelius, lo scienziato a cui Moore attribuisce la paternità delle due bamboline in legno, in realtà proviene dalla penna del compositore Ernst Theodor Amadeus Hoffman, e precisamente dal Die Puppe (La bambola di carne) del 1919 in cui il dottore tenta di dare un’ anima da una bambola meccanica che accende l’amore negli uomini che incontra, da lui stesso costruita.
Nel secondo inserto in prosa  ritroviamo persino una citazione sul viaggio sulla luna del Barone di Münchhausen.
Insomma una invidiabile prova del bardo di Southampton, che si lascia ancora una volta amare incondizionatamente.
L’unica nota negativa è dato da questo atipico formato tipicamente BAO, che rende particolarmente piccoli i caratteri delle sezioni in prosa, rendendo la lettura alcune volte decisamente faticosa.

MADE IN CHINA

Ovviamente io auguro ogni bene e prosperità alla Bao publishing, ma quello che non sopporto in generale è la poca trasparenza, va bene che le decisioni sul formato di un volume sono decisione della casa editrice, sta al lettore decidere se prenderlo o meno, scoccia però leggere le risposte dell’editore alle domande dei lettori:
Sulla pagina Facebook di Bao, le domande sulla scelta di questo formato atipico sono ovviamente sbucate come funghi, e le risposte non erano mai nè le stesse, nè precise, in più quasi sempre dopo l’insistenza dei lettori erano tutte un pò stizzite:

Poi ho letto: “perchè il formato americano comporta un sacco di spreco sulle macchine europee!”

Ma che significa?
Forse che allora a parte la Bao che lo ha capito, tutti gli altri editori italiani che da anni pubblicano fumetti americani dello stesso formato stanno disbocando inutilmente gli ultmi polmoni terrestri?

Da attento ecologista,  mi si è materializzata nell’encefalo è stata: SPRECO!
Quindi che bravi alla Bao, è vero ci propinano un formato nano, ma almeno risparmiano sulla carta, ma poi la domanda sorge spontanea: ma di riflesso non dovremmo risparmiare anche noi?
Invece il prezzo non è proprio abbordabile, 21.00€, sembra che la carta sbordata risparmiata sia fatturata lo stesso, ma ormai sembra che i prezzi pompati non scandalizzino più nessuno, a parte me, quindi potrei pure abbozzare, eppure non sono le risposte evasive o il fatto che i fumetti siano diventati un lusso a dar fastidio, nel volume BAO quello che mi scandalizza, è una scrittina piccola in nero in fondo alla fine del libro, all’ultima pagina: STAMPATO IN CINA AGOSTO 2012.
Ma come?!
Allora non sono le macchine europee il problema, se è stampato in Cina, sono quelle cinesi.
Non vorrei passare per un nazionalista, anche perché non lo sono, eppure la cosa mi ha lasciato interdetto: se hai scelto una tipografia cinese, se ti sei spinto oltre le distese russe e sei arrivato fino in Cina manco fossi Marco Polo, per stampare un fumetto non credo che tu l’abbia fatto per un risparmio minimo.
Bao avrà avuto sicuramente un considerevole risparmio, per decidere di stampare i volumi in Cina, eppure il prezzo di copertina, non reca alcun allegerimento, au contraire, il prezzo, diciamocelo è bello cicciotto, e lascia immaginare che i miei soldi stiano aiutando anche l’economia di qualche tipografia italiana, ben contenta dell’appaltino. Invece? Maddechè.

Al di là della questione squisitamente etica, è questo che (mi) infastidisce, quando un qualsiasi Pinco Pallino decide di comprare qualcosa Made in China, in quei negozi che vendono di tutto dalle mutande in maglia d’amianto, alla carta igienica, lo fa appositamente per il basso costo, dove è il risparmio su questo volume?
Cioè obbiettivamente 21.00€ non sarà troppo per un prodotto che proviene da un paese in cui le maglie dei controlli nel mondo del lavoro sono così dannatamente larghe e la manodopera costa così poco?
O Bao è riuscita a trovare l’unica tipografia con una struttura sindacale funzionale in estremo oriente?
Onestamente ne dubito.
Senza contare il controsenso – che senso ha avere in contratto un artista come Makkox che sforna vignette come questa qua di lato, se poi sono il primo a produrre il mio prodotto ben oltre i confini italiani? Cioè perchè nelle mie pagine dovrei vendere satira contro le aziende che preferiscono delocalizzare, per, diciamolopure , pagar meno, non stiamo a girarci troppo intorno, se poi faccio lo stesso?
Visto che la lingua batte dove il dente duole, dopo questa inquietante scoperta, ho deciso di passare in rassegna tutto quello che avevo sul tavolo il giorno in cui ho scritto il pezzo, per vedere effettivamente quanto è esteso il problema:
E scopro quanto segue:
Panini per lo più stampa a Firenze e Bologna.
Salda Press e ReNoir a Verrucchio.
RW Lion, che mi stanno così antipatici per i loro prezzi ,stampano addirittura ad Afragola, nell’interland napoletano, non molto distante dalle parti in cui sono nato.
I vecchi volumi della LEGA, editi da Magic Press, che a detta di chi gestisce la pagina effebì della BAO comportava un sacco di spreco sulle macchine europee non solo era stampato in Italia, a Pomezia, ma costava meno ed aveva le dimensioni originali.
NPE per la stampa si serve a Mottola.
Forse possiamo ancora salvarci, io ovviamente nel mio piccolo sceglierò pubblicazioni che prediligono di girare sull’economia italiana, o al limite sceglierò, pur facendo finta di non aver mai letto una sola riga degli scritti di Naomi Klein, quelle pubblicazioni di aziende che decidono i tagli alle spese ma per proporre un prodotto a basso costo, e questo non è assolutamente il caso.

Ironia della sorte il primo volume della Lega degli straordinari gentleman, (Magic Press – 15,00 brossurato con formato sprecone originale, made in Pomezia, litorale romano) a pagina 5 nel trafiletto titolato “Il mio messaggio ai lettori” recitava quanto segue- […]per quanto non dobbiamo dimenticare i tanti punti moralmente istruttivi di questo racconto: prima di tutto, le donne non fanno altro che scenate. Secondo, i cinesi sono brillanti, ma malvagi.”
Son cose che a me fanno riflettere. A Voi no?

Non paga di ciò la Bao è andata oltre pubblicando da poco un nuovo paragrafo della Lega, una sorta di spin-off incentrato sulla figlia di Nemo, Cuore di ghiaccio, all’esagerato prezzo di 13,00 per appena 60 pagine. Se non è una rapina questa, con tutto l’amore che posso provare per il bardo…
Baci ai pupi

 

 

 

 

 

POST PRODUZIONE!

Al momento in cui ho ritoccato per il bar questo pezzo apprendo che qualcuno da qualche parte sta acquisendo i diritti per fare una serie Tv ispirata alla Lega (qui l’articolo del bar), speriamo facciano meglio del film e dell’adattamento che hano riservato al romanzo di Stephen King Under the Dome.
Parlando delle ristampe dei primi due volumi, la Bao che io sappia ha già ristampato il primo ed annunciato il secondo per settembre, il prezzo più o meno è quello, il formato anche, il mio consiglio è di rimediare (a parità di prezzo ormai) i primi due editi dalla Magic, almeno erano in formato originale e gli editoriali erano più ricchi.  La Bao lo scorso novembre ha anche messo sul mercato una edizione cosiddetta Pandimensionale, con cofanetto, gioco di ruolo, ed altre amenità, per quelli che i fumetti più che leggerseli li ammirano sulle mensole…costo me sa superiore ai 50€. Ovviamente il consiglio che vi da Fumettopenia è di rifuggire a certe cose per due motivi: si risparmia e si lanciano messaggi chiari agli uffici del Marketing delle case editrici, che ultimamente hanno preso a delirare…ancora baci ai pupi!

Link blog: Fumettopenia

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