TWR la (psico)analisi di World War Z

Cosa è più di moda delle foto col broncetto davanti allo specchio dell’ascensore, dei programmi di cucina e delle critiche a Man of Steel? L’apocalisse zombie, ovviamente.
TV, cinema, libri, fumetti e videogames sono stati invasi dai non-morti, era dunque ampiamente prevedibile anche il filmazzo blockbuster con la superstar di Hollywood.
World War Z (dove Z sta per Zorro Zombie) è un adattamento (molto libero) dell’omonimo best-seller di Max Brooks del 2006. Il libro di Brooks è un romanzo epistolare in cui l’autore, attraverso le interviste con personaggi incontrati, racconta l’escalation della pandemia zombie. Una trasposizione per il grande schermo non era dunque delle più semplici e la rivoluzione del plot originale indispensabile. Nel 2007 la Plan B di Brad Pitt si aggiudicò i diritti e il celebre fumettaro JM Straczynski fu ingaggiato come sceneggiatore, un paio d’anni dopo la regia fu affidata a Marc Forster. Ma, colpo di scena, a film fatto, finito e girato il finale di Stracchino destò perplessità e fu ingaggiato Damon Lindelof (uno degli uomini di fiducia di JJ Abrams) per riscrivere l’ultima parte della sceneggiatura. Conseguenza: sette nuove settimane di riprese, aumento vertiginoso dei costi di produzione e super-rinvio dell’uscita nelle sale.
Ok, ok. Hai finito di raccontare storielle? Parlaci del film! – 
D’accordo.
Brad Pitt è Penny Gerry Lane, ex invenstigatore dell’ONU ritiratosi per fare l’aspirante concorrente di Masterchef e la tata per le figlie. La moglie di Gerry è Mireille Enos, il detective Linden di The Killing, strabiliante la metamorfosi: in TV è uno scorfano sgradevole ma per fare la moglie di Brad devi essere patata ed Extreme Makeover Holywood Edition fa miracoli.

Jerry e il detective Linden Karen hanno due figlie, una delle quali ha l’asma, clichè abusatissimo in un numero incalcolabile di pellicole hollywoodiane coi bambini: da I Goonies a Signs di M.Night Qualchecosa, per arrivare al bambino del Superman Returns di Singer. Vi redente conto? Il figlio di Superman con l’asma?!?
IL. FIGLIO. DI. SUPERMAN. 
Singer, lanciati nello spazio, ti prego.
Lasciando da parte la mia personalissima battaglia contro l’asma nei film americani coi bambini (e contro Bryan Singer), torniamo a WWZ.

Una bella mattina, dopo che Jerry ha preparato i pancakes da proporre a Joe Bastianich, sta portando le bambine a scuola. Ma, mentre si scaccola all’incrocio, in men che non si dica scoppia la pandemia zombie! Jerry, però, è Brad Pitt e, in quanto Brad Pitt, è cazzutissimo, nice, intelligente, belloccio perciò il governo lo salva e gli da l’incarico di risolvere la situazione dei superzombies di Brooks.

Dico “superzombies” perchè questi non-morti in confronto a quelli di The Walking D…
FERMO, non cadere anche tu nel paragone più ovvio del mondo! Non sei mica obbligato a fare il confronto con The Walking Dead solo perchè ci sono gli zombies, poi finisci come quelli che raffrontano ogni cinefumetto col Batman di Nolan
Mi devi scusare, fan/vocinafuoricampo, ma non ci riesco, è più forte di me! Stavolta DEVO fare il paragone.

Mentre i roamers/azzannatori di The Walking Dead sono dei manichini ebeti che si muovono al moviolone dando morsetti che neanche un novantenne con la dentiera incollata con la Coccoina, i cazzutissimi zombies di WWZ corrono e saltano come Carl Lewis potenziato dal siero del supersoldato, sono feroci come dobermann idrofobi e, soprattutto, sono affamati come neanche quel tizio di Man vs Food. In pratica paragonare la pericolosità degli zombies di TWD e WWZ è come mettere in competizione un tostapane con la Morte Nera.
Naturalmente chi esce vincitore da questo confronto è Brad Pitt: in 2 ore di film gira il mondo (USA, Corea, Gerusalemme, Scozia) spaccando culi in scioltezza. Quella mammoletta di Rick lo sceriffo sciroccato di TWD, invece, trascorre 3 stagioni (e dunque 30 episodi) a fare scampagnate nei pressi di Atlanta impiegando il 50% del suo tempo a farsi mettere le corna/cazziare da Lori (classico caso di cornuto e mazziato) e l’altro 50% a convincere il pubblico che Daryl, Carl, Michonne e persino Hershel sono tutti più tosti e fighi di lui.
Il confronto è impari: Brad è un figo, Rick uno sfigato.

Il film, oltre al sempre affidabile Brad, ha altri punti di forza: una realizzazione tecnica super (l’assedio zombie a Gerusalemme è epico), una valida colonna sonora realizzata da Marco Beltrami e da Matthew Bellamy dei MUSE ed un primo tempo che vi terrà incollati alla poltroncina del cinema. Non ero così teso da quando andai a vedere il primo Scream di Wes Craven.
Non devi mai chiedere chi è. Non li guardi i film dell’orrore? È come chiedere di morire. Tanto vale andare a vedere cos’è lo strano rumore qua fuori. 
AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!

Dicevo: per 2/3 ritmo altissimo e tensione alle stelle, nel finale (in cui peraltro compare il buon Pierfrancesco Favino) si cala sensibilmente. Siamo sicuri che la conclusione di Straczynski avesse bisogno dell’aggiustatina di Lindelof? Non lo sapremo mai…

Insomma, nonostante il tema zombie sia esageratamente inflazionato, al cinema non è stato ben sfruttato negli ultimi anni (se escludiamo l’originale e divertente Benvenuti a Zombieland), e The Walking BRAD World War Z si dimostra un prodotto sorprendentemente valido: un film teso, ben fatto e godibilissimo.

E ricordate: la chiave di tutto è beccarsi la gonorrea (se e quando vedrete il film capirete perchè!) 

Condividi