Deadpool uccide l'Universo Marvel

Sull’onda dell’enorme successo riscosso anche in Italia negli ultimi anni, arriva in fumetteria un nuovo albo dedicato al mercenario chiacchierone Deadpool. Ad essere sincero, provo sentimenti contrastanti nei confronti di questo personaggio. Da un lato, infatti, trovo divertenti molte delle sue avventure e apprezzo l’originalità del character, ma dall’altro – essendo io un ipercritico per natura – tendo a provare un naturale rigetto rispetto a tutto ciò che diventa eccessivamente modarolo. Si, lo so, non ci si dovrebbe far trascinare dalle proprie simpatie o antipatie, specie quando si scrive una recensione su un’opera che i lettori poi dovranno decidere se comprare o meno; tuttavia, è inevitabile che l’eccessivo e reiterato utilizzo di una risorsa come il mercenario chiacchierone, finisca per tradursi spesso in storie e racconti totalmente privi di interesse (eh già Swierczynski, sto parlando proprio di te!!). Dunque, avrete capito bene che mi accingevo alla lettura di questa ennesima storia dedicata a Deadpool con il minimo storico di aspettative, dovuto anche al mio pessimo rapporto con i “What if..?”. Ora, sono certo che dei nerdoni terminali come voi sappiano già perfettamente cosa siano i suddetti “What if..?”; ma, trattandosi di un sito rispettabile, mi dilungherò solo un istante per spiegare, a chi non lo sapesse, di cosa si tratta.

“Cosa succederebbe se..?” è una domanda che tutti noi affezionati lettori di fumetti ci siamo posti almeno una volta nella vita (ma quale una, almeno 10.000 volte..) e alla quale spesso abbiamo potuto dare una risposta solo attraverso la nostra fantasia. Cosa sarebbe successo, ad esempio, se Capitan America avesse deciso di concorrere alle elezioni presidenziali? Sarebbero andate allo stesso modo le cose se a morire fosse stata Zia May e non Zio Ben? Domande apparentemente destinate a rimanere senza risposta, se la Marvel non avesse deciso – fin dal lontano 1977 – di dar vita a questa curiosa tipologia di racconti. Si tratta, in buona sostanza, di alcune miniserie del tutto slegate rispetto alla regolare continuity Marvel, nel quale gli autori possono dare libero sfogo alla propria immaginazione, senza correre il rischio di rovinare gli equilibri delle serie regolari. Ora, nel corso degli anni sono state moltissime le storie create grazie a questo interessante stratagemma, anche se non si può dire di certo che tutte quante siano venute ugualmente bene.

Tornado all’albo che ci interessa, dunque, mi accingevo alla lettura dello stesso con il tipico sorriso – tra il divertito e l’irritato – di chi sa benissimo quale immane porcheria si sta per apprestare a leggere; e attendendomi da un momento all’altro la pronosticata porcata narrativa. Tutte cazzate. Deadpool uccide l’Universo Marvel, a dispetto del titolo, dell’uso smodato del personaggio principale e della tipologia di racconto (come detto, What if..?), è davvero una buona storia, con un suo preciso senso logico e con dei risvolti davvero, davvero, interessanti.

Il racconto, alla pari di tutti i precedenti What if…?, inizia con Uatu l’Osservatore che ci spiega come il suo scopo sia quello di assistere a innumerevoli storie presenti in altrettanti innumerevoli mondi; e come questo sconfinato numero di storie dia vita – a seconda delle variabili presenti in esse – ad innumerevoli e differenti conclusioni. In una di queste storie, assistiamo al repentino cambiamento di Wade Wilson (alias Deadpool) da simpatico sanguinario assassino a pagamento, a sanguinario assassino e basta. Beh, ammetto che a dirla così non sembra poi una gran trasformazione, ma in realtà la differenza c’è e si vede. Deadpool, infatti, smette di ascoltare le due classiche vocine sempre presenti nella sua testa e inizia a dialogare esclusivamente con una nuova inquietante voce che gli suggerisce di uccidere tutti gli altri protagonisti dell’universo Marvel. Il motivo? E’ presto detto. Wade – che, come sapete, infrange spesso la c.d. quarta parete – è stanco di essere un personaggio dei fumetti; è stufo di se stesso. Il mercenario si sente intrappolato nell’Universo Marvel e nel proprio fattore rigenerativo che gli impedisce di morire. Per tale ragione, decide di porre fine a tutto questo; e l’unico modo è uccidere tutti. In ogni luogo, in ogni mondo e in ogni dimensione alternativa concepibile: semplicemente uccidere tutti fino a quando non sarà rimasto più nessuno. Tutti, lettori compresi!

Ora, pur non trattandosi certamente di un concetto nuovo, l’autore di questa miniserie, Cullen Bunn, riesce a rendere comunque originale la storia, restituendo nuova linfa vitale al personaggio di Wade Wilson. Assistiamo infatti ad una inedita versione di Deadpool, totalmente priva del lato humor, ma assolutamente più determinata e sanguinaria rispetto all’originale. Un Deadpool spietato e malvagio, ma assolutamente credibile in questi suoi nuovi panni. Chiaro che si tratta di un’opera leggera e senza alcuna pretesa che, a un prezzo accettabile, regala una lettura piacevole e originale.

A dirla tutta, non ho amato particolarmente le illustrazioni di Dalibor Talajic. Per lunghi tratti lo stile mi apparso un po’ superficiale, con un tratto che definirei “svogliato”. Le tavole presentano più di un’imperfezione, ma in linea di massima non incidono in alcun modo sulla godibilità del racconto. Tuttavia, nonostante il disegno nel suo complesso non mi abbia esaltato, devo ammettere che ho trovato alcuni picchi interessanti nel lavoro di Talajic. Mi riferisco, in particolare, all’immagine Reed e Sue Richards in punto di morte, che ho trovato molto intensa dal punto di vista emotivo; e a quella di Hulk che fa in mille pezzi il nostro protagonista che, invece, è semplicemente molto figa.

Concludendo, posso affermare innanzitutto che Deadpool uccide l’Universo Marvel è un titolo che certamente ripaga le attese: Deadpool infatti uccide, effettivamente, tutto l’Universo Marvel! Poi, posso dire che si tratta di un fumetto da non prendere troppo sul serio, dal momento che è lui stesso il primo a non farlo. Infine, posso consigliarvi di acquistarlo (e qui la smetto di sparare cazzate) perché, per € 4.30, al giorno d’oggi, non si compra neppure un albo si Swierczynski.

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