Avengers VS X-Men – Vol. 5

No, io non ci sto più! Era iniziata come la saga che avrebbe dovuto scuotere le fondamenta dell’universo Marvel, che avrebbe segnato finalmente la rivincita dei bistrattati mutanti, che avrebbe visto nascere un nuovo carismatico leader degli X-Men. E invece? Niente di tutto questo. Gli Avengers sono sempre più ganzi, hanno sempre più ragione e, soprattutto, sono quelli che vinceranno (facile facile) anche questa battaglia. La domanda che riecheggia nella mia mente, mentre scorro le pagine di questo penultimo albo di AVSX, è la stessa che mi pongo al temine di ogni crossover della Marvel degli ultimi anni: a cosa è servito tutto ciò? 
Nell’augurarmi che la Casa delle Idee sia in grado di fornire una risposta al mio (legittimo) interrogativo; e ricordando ai lettori la mia mai celata faziosità a favore dei mutanti di Ciclope, procedo col parlarvi di questo numero 5 (di 6) di Avengers VS X-Men.

AVENGERS VS X-MEN ALBO 5 di 6 

L’albo in questione contiene i numeri 9 e 10 della miniserie americana e rappresenta dunque il preludio alla fine della serie qui in Italia. Due capitoli – quelli che troviamo in questo quinto numero – che ho trovato assolutamente agli antipodi sotto il profilo qualitativo. Il numero 9, ad opera di Jason Aaron e Adam Kubert, è, a mio avviso, il miglior capitolo dell’intera serie; mentre, purtroppo, lo stesso non si può dire per quello immediatamente successivo. Ma andiamo con ordine.

Capitolo 9

Il tema portante di questo nono capitolo è quello della lotta interna fra i Cinque della Fenice (ormai ridotti miseramente a quattro, dopo la sconfitta di Namor) per accaparrarsi il potere assoluto. Una sorta di gollumizzazione di Ciclope & co., che comporterà l’ovvia conseguenza di favorire i Vendicatori e di farli apparire in maniera definitiva come i “buoni della serie”. I sogni di chi – come me – sperava in una clamorosa rivincita della razza mutante, si infrangeranno contro la dura realtà di questo nono numero: il progetto di un mondo perfetto, così come pensato da Scott, si rivelerà essere l’ennesima irrealizzabile utopia. Nonostante la cocente delusione sotto l’aspetto della trama principale, ho trovato ottimamente sceneggiato e disegnato il primo di questi due capitoli. Aaron riesce, a mio avviso, a portare drammaticità ed epicità alla storia; aspetti che erano palesemente mancati fino a questo momento. L’autore sceglie di incentrare l’intero capitolo su Spider-Man, rappresentando quest’ultimo come esempio di eroismo e di responsabilità morale (da grandi poteri..). E’ proprio l’Uomo Ragno il narratore di questo spezzone di racconto, che inizia con un intenso flashforward nel quale un misterioso personaggio sta soccombendo sotto i colpi di uno spietato Colosso.

—> Inizio Spoiler

Dopo il sanguinoso scontro avvenuto in Wakanda, i quattro mutanti della Fenice sono sempre alla ricerca dei Vendicatori, i quali, resisi conto della propria manifesta inferiorità rispetto agli avversari, hanno deciso di nascondersi a K’un Lun, mistica città del kung fu, apparentemente impossibile da raggiungere. Nel frattempo, mentre Emma Frost mostra tutta l’ambiguità e la malvagità che si cela dietro il potere della Fenice,  Colosso e Magik creano una prigione-limbo nella quale rinchiudere tutti i nemici di Pax-Utopia. Insomma, il sogno utopistico di Ciclope, i suoi ideali di libertà e di eguaglianza, sono andati in fumo; trasformati in nient’altro che miserabile desiderio di dominazione e tirannia (ecchepalle!). In questo contesto, come detto, acquista centralità e rilevanza la figura di Spider man; un personaggio che avrà una importante evoluzione, soprattutto come membro dei Vendicatori.

—> Fine Spoiler

Mi è molto piaciuto il modo in cui Aaron è riuscito a intensificare e aggravare il conflitto senza ricorrere necessariamente alla lotta. Si tratta certamente di un deciso passo in avanti rispetto a quanto visto nelle fasi precedenti della storia. Ritengo – e non da oggi – che la Marvel farebbe bene ad adottare più spesso questo tipo di approccio narrativo, rispetto a quello più prettamente action e spesso anche un po’ troppo carente sotto il profilo contenutistico. Per quanto attiene ai disegni, il tratto di Adam Kubert risulta particolarmente adatto a questo capitolo e ai ritmi narrativi adottati. Lo stile cupo e graffiante cattura alla perfezione la drammaticità degli eventi in corso e ne esalta – al tempo stesso – ogni singolo particolare.

Capitolo 10

Se, come detto, il capitolo nove di AvsX ha rappresentato un’ottima ventata di novità, quantomeno sotto l’aspetto dell’approccio narrativo e contenutistico, lo stesso non posso dire del capitolo dieci. Il numero in questione, sceneggiato da Ed Brubaker (che personalmente adoro) e disegnato ancora dall’ottimo Adam Kubert, non riesce a mantenere l’alto livello del precedente; ritornando, piuttosto, a quella tecnica narrativa lineare (e un tantino elementare) vista nei capitoli precedenti. Capisco che – una volta arrivati all’epilogo della vicenda – diventi fisiologica l’accelerazione degli eventi; ma, onestamente e date le premesse, mi aspettavo qualcosina in più dallo sviluppo di questa storia e, nel contempo, un approccio meno scontato e banale di quello al quale ho assistito.

—> Inizio Spoiler

Il numero si apre con una sequenza comunque interessante, non solo perché uno dei più valorosi eroi Marvel sta attaccando brutalmente la sua nipotina, ma anche a causa del netto cambiamento caratteriale da parte di Ciclope. Assistiamo, infatti, ad uno Scott molto lontano rispetto a quello che abbiamo imparato a conoscere, che deride il potere di Iron Fist e distrugge senza pietà ogni vendicatore che incrocia il suo cammino. Iron Fist, The Thing e Thor vanno giù letteralmente come birilli, senza che si scorga mai sul volto di Ciclope neppure l’ombra di un rimorso. Nel frattempo, a Utopia, Emma Frost non riesce più a controllare gli effetti che il potere della Fenice produce sulla sua mente; e tortura i propri compagni mutanti, colpevoli – a suo dire – di non di non rispettare a dovere la sua volontà. Insomma, i portatori della Fenice si stanno dirigendo sempre più velocemente verso un punto di non ritorno; le loro buone intenzioni si stanno trasformando in smania di potere, i loro nobili principi, in precetti dittatoriali. Neppure la potente strega Scarlet sembra in grado di fare fronte alla potenza dei due mutanti. Rimane solo una speranza, i cui contorni sembrano definirsi sempre di più sul finale di questo decimo numero.

—> Fine Spoiler

Purtroppo, come già anticipato, il mio giudizio è viziato dalla mia faziosità nei confronti delle (almeno iniziali) ragioni di Ciclope e dei suoi compagni. Tuttavia, la critica che mi sento di poter fare – a prescindere dall’effettivo sviluppo della trama – è quella di una eccessiva prevedibilità dell’esito di tutta questa vicenda. Speravo, stavolta veramente, in un finale che stravolgesse un po’ tutti gli equilibri di casa Marvel; e, invece, temo fortemente che, alla fine di questa storia, la Casa delle Idee si limiterà a spazzare sotto il tappeto tutti i cocci di questa vicenda. Inoltre, non ho gradito l’inserimento di taluni elementi pseudo-fantasy all’interno della storia; e ciò, sia perché non amo commistioni troppo eterogenee, sia anche perché tali innesti appaiono forzati e inseriti con eccessiva fretta. Insomma, mi aspettavo di più sia dalla trama che dagli stratagemmi utilizzati per svilupparla. Ho apprezzato la caratterizzazione di personaggi come Emma, Ciclope e Magneto, ma questo non mi sembra comunque sufficiente a mantenere a galla il terzultimo capitolo dell’intera saga.

Con l’augurio che gli ultimi due capitoli (che vedremo nel prossimo, ultimo, numero) possano smentire ogni mia più pessimistica previsione, vi lascio con un saluto e con il mio personale voto di questo albo numero cinque.

VOTO COMPLESSIVO: 6 (media ottenuta tra i voti dei capitoli 9 e 10)

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