Injection, avete fede in Warren Ellis?

Quando su un volume campeggia il nome di Warren Ellis, una cosa è certa: il contenuto di quel volume sarà qualcosa di fuori dall’ordinario, non per forza straordinario ma sicuramente non banale. Injection ne è la conferma.

Di certo il nuovo fumetto di Ellis non è una lettura facile da metabolizzare, dopo aver affrontato le prime 50 pagine del volume edito da Saldapress (che di pagine, in totale, ne ha 120 e contiene le prime 5 issue statunitensi) non avevo la minima idea di cosa avessi appena letto. Un’accozzaglia confusa di personaggi che fanno cose incomprensibili nominando più e più volte organizzazioni dai nomi arzigogolati come il Ministero del Tempo e delle Misurazioni (?!?) o l’Unità di Cross-Contaminazione Culturale (?!?²). Mi sono sentito disorientato come se avessi appena letto un saggio di meccanica quantistica scritto in cirillico e poi criptato dai servizi segreti.
Ma, in realtà, in questa lunga intro di Injection, Ellis ha preso i tanti pezzi del puzzle che aveva nella sua (contorta) mente e li ha sparsi sul pavimento senza presentare, però, l’immagine di riferimento. Ad un certo punto la chiave di lettura si svela e la situazione si fa chiara, portandoci a fine volume con una consapevolezza diversa: i pezzi del puzzle finalmente cominicano a combaciare. 

Proprio per questo motivo, parlarvi del plot della serie significherebbe esporvi a spoiler, il bello di Injection (o il brutto se siete dei casual reader superficialoni che cercano un “fumetto da gabinetto”), infatti, è districare la matassa fino ad arrivare a scoprire il disegno narrativo di Warren Ellis. Per farvi un’idea, vi basti sapere che i protagonisti sono 5: una scienziata disillusa, una hacker à la Lisbeth Salander, uno Sherlock, un Bond di colore che assomiglia a quel prezzemolino di Idris Elba e, infine, un Constantine che si chiama Morel (un omaggio al celebre classico della fantascienza – che se non l’avete letto, leggetelo – L’Invenzione di Morel? Forse). La serie di Ellis, inoltre, mixa al suo interno atmosfere e tematiche di altre due recenti pubblicazioni Image: il roster di protagonisti formato da un nucleo di scienziati – o meglio di eccellenze delle rispettive materie – visto nell’ottimo Nowhere Men di Eric Stephenson, e gli elementi di gore pescati a piene mani dal folklore e dalla mitologia di quello spassosissimo survival horror di Manifest Destiny.

I disegni sono curati da Declan Shalvey, balzato in vetta al comicdome USA dopo la sua prova sui 6 numeri di Moon Knight scritti proprio da Ellis. Qui è meno stiloso ed essenziale, ha un tratto leggermente caricaturale che ricorda, soprattutto nel tratteggiare i volti, proprio il Chris Dingess di Manifest Destiny ma si rivela comunque molto efficace per questo tipo di storia.

 

In conclusione, la cosa più interessante di Injection è proprio questa: un tentativo abbastanza innovativo di ibridare diversi generi che richiede un atto di fede nei confronti di Ellis, soprattutto nell’approccio iniziale. Injection è certamente cervellotico, discretamente stimolante e, in prospettiva, molto promettente.

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