TWR la (psico)analisi di Batman V Superman: l'alba della mestizia

Batman V Superman in poche ore ha già scatenato nell’internet un altro scontro senza quartiere: Lovers V Haters. In premessa vi dico che il mio schieramento è un altro, non sono incazzato, sono molto deluso. Deluso perché Man of Steel me l’ero goduto, deluso perché volevo fortemente che questo scontro tra due titaniche icone del fumettomondo mi trascinasse via per due ore e mezza in un tornado di brividi nerd lungo la schiena, di epico sballo audiovisivo. E invece no, sono uscito dal cinema con le orecchie basse, non mi sono divertito, i sorrisini di compiacimento (impareggiabile termometro di gradimento durante la proiezione), sono stati pochi, anzi pochissimi. Da qui il titolo: “L’Alba della Mestizia”, intesa come la mia di mestizia, al risveglio nel day after con ancora quel retrogusto di insoddisfazione e di aspettative disattese.
E, se siete tra quelli (e siete comunque tanti), che invece il film se lo sono goduto davvero (e non per campanilismo da DCfag), allora vi dico, in tutta onestà, che provo invidia per voi: avrei voluto essere anche io così appagato dopo la visione di BVS. Ma tant’è.

Di solito quando scrivo qualcosa su film appena usciti in sala mi attengo alla regola dello spoiler free, ma non oggi. Per allegerirmi un po’ da questa opprimente malinconia che mi attanaglia l’animo da quando sono tornato a casa dopo la proiezione, vi faccio una bella (psico)analisi della trama. VIA!

Questo è un film (soprattutto) di Batman e – come ogni film di Batman – DEVE aprirsi con la morte di Thomas e Martha Wayne, non importa se è ridondante. Vicolo, pistola, collana di perle, BANG. Bambino che strilla. Funerali. Pipistrelli nella grotta. Solo che qui Snyder e Goyer hanno voluto metterci del loro e, visibilmente ispirati da Sharknado, hanno creato un Batnado, un onirico tornado di pipistrelli che ha permesso al piccolo Bruce di svulazzare fuori dalla caverna come il mago di Segrate. Andiamo avanti.

Il secondo tempo di Man of Steel ha portato degli strascichi: del fatto che Superman – in quei tre quarti d’ora abbondanti di pugnazzi alieni con Zod – avesse raso al suolo una città, non si sono accorti solo gli spettatori in sala, ma pure Bruce Wayne a cui hanno distrutto un’intera palazzina in cui aveva parecchi appartamenti messi a reddito. Purtroppo Bruce non sa che il responsabile dietro questo macello non è il povero Superman, bensì Zack Snyder che si è fatto prendere la mano dalla CGI e dalle esplosioni. Quindi Batman odia Superman. Già da subito.
Ed inizia a odiarlo dopo una gran bella scena in auto in cui Bruce, alla guida di una Jeep Renegade gentilmente fornita da Lapo (come i camion Iveco che fanno bella mostra più avanti), si reca verso l’epicentro della devastazione mentre tutti si danno alla fuga. Questo è fico, molto molto fico. 

Intanto Lois Lane, quel gatto attaccato ai maroni che è sempre dappertutto (succedeva anche in Man of Steel) si trova in Africa a fare uno scoop pazzesco E INVECE NO: è un agguato pazzesco! Superman la salva ma scatta il #GOMBLODDO: si vuole far credere all’opinione pubblica che l’azzurrone abbia fatto una strage. Ma a Batman della finta strage frega cazzi, lui ce l’aveva con Superman già dall’inizio del film.
E pure all’opinione pubblica frega cazzi: tutti amano Superman. Tutti tranne uno che ha perso le gambe perché gli è caduto addosso il cartello Wayne Enterprises nell’esplosione della suddetta palazzina. Come gesto di disubbidienza civile, il disabile scarabbocchierà dei graffiti sulla statua di Superman. 

Scene a caso: Superman fa l’allenamento tipo Rocky sulla neve. Solo che lui, invece del tronco, si tira dietro una nave container incagliata.

Nel frattempo facciamo la conoscenza del figlio di Lex Luthor, Alexander detto Sandro. Il governo, nella persona di Politico a Caso, regala a Sandro Luthor la nave aliena di Zod ed il cadavere di Zod in cambio di una caramella gommosa alla frutta, credo fosse al gusto ciliegia.

Per festeggiare, Sandro organizza un party in cui Bruce e Clark si conoscono. Poi Bruce e Diana Wonder Topa si conoscono. 

Durante il party, Bruce ciula i dati dei server di Sandro. Wonder Topa, a sua volta, li ciula a Bruce.
Poi Wonder Topa ridà i file a Bruce.
Alla fine Bruce li ridà, di nuovo, a Wonder Topa.
– Ma scusa, lei non li aveva già? –
Sì, lei li aveva rubati ma non riusciva a fare l’unzip perché i computer di Luthor erano Mac mentre lei è utente Windows. Bruce, che è uno smanettone gentiluomo, glieli ha convertiti per Windows e successivamente inviati con wetransfer. Nei video ci sono i provini della Justice League: 
1. C’è Flash che in un video di sorveglianza sventa la classica rapinetta nell’ancor più classico market ‘mmerigano.
2. C’è Khal Drogo che fa apnea sott’acqua e si fa inquadrare 20 secondi da una telecamerina e poi la distrugge, ma solo dopo che ha fatto vedere in primo piano quanto sono fichi i tatuaggi tribali che ha sul bicipite.
3. C’è il teaser trailer dell’assemblaggio di Robocop con una scatola madre.

Sogni a caso: Bruce vede una specie di Manbat sbucare fuori dalla tomba della madre ma si sveglia tutto sudato con una figa accanto (supercliché!). Poi, non contento, ha pure un sogno-premonizione di un futuro post-apocalittico che è un po’ Mad Max, un po’ Red Son e un altro po’ Injustice. Ed ecco che arriva Flash dal futuro e la premonizione finisce!
Visivamente il sogno-distopia è bello, ha una fotografia evocativa, così come interessante è il concept di Batman con l’impermeabile (chissà quante action figure e Funko POP ne verranno venduti). Sì, bello ma… con la trama di questo film c’entra come il video pop up di una pubblicità di assorbenti su un sito di fumetti. 

Una tizia, tale Senatrice Insignificante, invita Superman a presentarsi ad un maxiprocesso a suo carico in Campidoglio per fare quattro chiacchiere con Graffitaro Disabile. Superman ci va. É in diretta mondiale a reti unificate, tutti lo riprendono ma nessuno lo riconosce perché non ha gli occhiali. Batman pensa di emulare l’ingegnoso espediente: “invece della maschera, potrei tingermi quei due ciuffetti brizzolati e nessuno mi riconoscerebbe!”
Ma il Campidoglio salta in aria perché quel birichino di Lex ha messo una bomba nella sedia a rotelle di Graffitaro Disabile facendo così morire Senatrice Insignificante ed un altro personaggio (tutt’altro che) fondamentale: Stereotipata Segretaria Asiatica. Anche questo fa parte del #GOMBLODDO per scaricare la colpa su Superman. Ma a Batman continua a fregare cazzi della bomba, lui ce l’aveva già con Superman dall’inizio del film.
All’opinione pubblica idem, loro amano Superman sempre e comunque. E l’unico a cui Superman stava sulle balle, ovvero Graffitaro Disabile, è morto.

Ma Superman è amareggiato. Decide di andarsene al polo nord. Qui, contagiato da Ben affleck, pure lui inizia a fare sogni a caso e vede Kevin Costner. C’è un dialogo.
Kevin Costner: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”
Superman: “Pà, ancora non capisco perché sei dovuto morire in quel modo così stronzo nell’altro film. A proposito, sei invecchiato male, pure se sei un fantasma.”
In effetti è invecchiato male.

Mentre Superman chiacchiera con Kevin Costner al polo nord, Sandro rapisce sia quella gatta attaccata ai maroni di Lois che Martha Kent, la mamma di Superman. Sandro, infatti, è l’unico ad aver capito che Clark è Superman. Non perché sia particolarmente intelligente ma perché, evidentemente, è l’unico normodotato mentre la popolazione mondiale nel DC Cinematic Universe è composta da orfani di cervello. In questo mirabolante universo narrativo se uno va IN DIRETTA MONDIALE AL CAMPIDOGLIO A VOLTO SCOPERTO ED A RETI UNIFICATE, nessuno lo riconosce. Nessuno tranne Sandro, che è il furbetto del quartierino (ma solo perché – lo ripeto – vive in un mondo di ipoevoluti). Nota a margine: questa storia degli occhiali nel 2016 non va più bene. Si fotta la sospensione dell’incredulità, non siamo nel 1978, non c’è Christopher Reeve in calzamaglia e non dirige Richard Donner.

Allora Superman, che fino a 5 minuti fa era al polo nord, è tornato indietro. Non sappiamo se a Metropolis o a Gotham perché le 2 città sono separate da un fiume o uno stretto, tipo Messina e Reggio Calabria.
– Va bene, ma Gotham la riconosciamo perché è cupa, gotica e coi gargoyles pure nel palazzo delle Poste? –
E invece no, è uguale a Metropolis. Quindi se sono a Gotham o a Metropolis non lo so. Dicamo che sono a Gothropolis.

E ora, dopo aver atteso tutto il primo tempo, finalmente Superman e Batman iniziano a menarsi di brutto. Batman perché gli prudono le mani sin dai titoli di testa e Superman perché gli hanno rapito la mamma e viene ricattato. Poi quando arriva quel calcione in faccia, quello col copyright di Frank Miller sulla suola della scarpa, lì mi scappa il sorrisone. É stato bello. Breve ma intenso.

Ma proprio quando Batman sta per infilzare Superman come un asado argentino con una lancia di kryptonite, ecco che arriva ANCHE STAVOLTA quella rompicoglioni di Lois. Clark sta per essere ucciso e dice la parola “Martha” che è il nome di sua madre e pure della madre di Bruce e quest’ultimo, come Derek Zoolander quando sente la parola “Relax” e di riflesso prova ad ammazzare il ciccio malese, ha un repentino cambio di personalità come se lo avessero brainwashato con tanto di candeggio. Ora la sua priorità non è più uccidere Superman ma salvare la mamma di Superman.
Però mancano 10 minuti prima che la mamma di Superman venga bruciata viva (Sandro aveva impostato un timer a molla). Batman si toglie la corazza, rimette la divisa d’ordinanza in simil kevlar, prende il batwing, arriva in un posto, fa fuori due dozzine di uomini e salva la mamma, dicendo: “Sono amico di suo figlio”. Dimenticando che dieci fottuti minuti fa (D.I.E.C.I.M.I.N.U.T.I.F.A.) gli aveva rotto una tazza del cesso in testa che neanche gli ultras allo stadio e stava per piantargli una lancia di kryptonite nel petto. Ma ora sono amici, le loro mamme sono omonime. Potere dell’anagrafe.

Ok, ora Superman e Batman sono super amiconi. Però manca ancora mezz’ora e serve qualcuno da menare. Per rimediare, Sandro Luthor è entrato nella nave di Zod che il govermo gli ha regalato in cambio di una gommosa alla frutta, ed ha capito subito come funziona il mainframe (?). Mainframe che, peraltro, parla perfettamente inglese (con un bim bum bam già visto in Man of Steel). La cosa stupefacente è che Sandro è talmente intelligente che, dopo essere entrato nella nave da neanche 5 minuti, capisce anche che la nave aliena è dotata di un ipertecnologico robot da cucina Bimby che sarebbe l’invidia di tutte le casalinghe. Mettendo il cadavere di Zod a bagnomaria con due goccine del suo sangue, il Bimby alieno cucinerà per Sandro un terribile accrocchio genetico: l’orco Bolg della trilogia de Lo Hobbit.

– E Sandro dove l’ha trovata la ricetta per cucinare gli orchi? –
Deve averlo letto nelle FAQ della nave aliena alla voce “creare villain in 5 minuti”.

Il timer suona: Bolg è cotto a puntino e possono ricominciare le ‘bbotte. Stavolta si unisce al gruppo pure Wonder Topa col costumino e la musichetta customizzata di sottofondo. Mi scatta un nuovo risolino compiaciuto. Poi lei digrigna i denti per lanciarsi contro Bolg… e allora no, non ci siamo più… 

Riavvolgiamo il nastro della memoria a quand’era turbofiga in abito da sera…

Ecco. Dieci e lode.

A questo punto, quello seduto nella fila dietro si lamenta perché il mantello di Batfleck è più una scelta estetica che funzionale, mentre quello nella fila davanti dice di avere l’acquolina in bocca perché, nella versione extended di 3 ore che uscirà con il blu-ray, questa battaglia finale già lunghissima, sarà ancora più lunga. Io nel frattempo vorrei alzarmi in piedi gridando “LIBERTÁ!” e sradicare l’intera fila di poltroncine che ho davanti. 

Bolg è indistruttibile, può essere ferito solo dalla kryptonite E INVECE NO: Wonder Topa gli taglia un braccio con una spada arrugginita di 5000 anni fa. Ma serve la lancia e chi va a recuperarla? Chi se non quella rompicoglioni di Lois che rischia di affogare E INVECE NO Superman la salva e si lancia contro Bolg che, in questo preciso istante, si ricorda che questo è un film su licenza DC e lui non è un orco della Terra di Mezzo ma il cattivissimo Doomsday, quello che nel fumetto anni ’90 ha ammazzato Superman. Allora si fa crescere uno spuntone di roccia grosso così ed ammazza Superman.

Il film sembra finito E INVECE NO, c’è ancora spazio per Lois, perché Superman ha spedito un anello di findanzamento (?)…
con un pacco celere 3 di Poste Italiane (??)…  
a casa di sua mamma Martha (??!!)

Nonstante l’illogica scelta di spedire un anello di fidanzamento per posta a casa di sua madre, Superman si merita comunque una bella cerimonia funebre in pompa magna. Allora Snyder prende il funerale del Comico che aveva girato per Watchmen, lo ripassa in casseruola, e ne fa una versione meno fica togliendo la pioggia, il dottor Manhattan e Simon & Garfunkel.

Superman è dunque morto E INVECE NO: dei granelli di Terra si alzano dalla sua bara e poi, come ben sappiamo, in questi giorni lo stesso Supes sta partecipando alle riprese di Justice League part 1, data di uscita 2017. 

Iniziano i titoli di coda ed io sono triste, direi quasi inconsolabile. Mi sento emotivamente fragile, speravo di uscire dal cinema cantando aeiouipsilòn-brigittebardòbardò ed invece mi sento un Batarang incastonato in mezzo alle chiappe manco fosse La Spada nella Roccia. Quindi vi prego, per questo motivo, non insultatemi nei commenti perché a voi il film è piaciuto ed a me no: io vorrei essere come voi, VE LO GIURO! Vorrei aver trovato plausibile che la parola ‘Martha’ faccia diventare tutti amici, vorrei aver trovato dell’epica nello scontro con Doomsday, vorrei aver avuto un brivido nel vedere la Batmobile. Purtroppo non è successo. 

E ora, cercando di essere meno stupido (sport in cui ammetto di eccellere) andiamo al nocciolo della questione: perché non mi è piaciuto? In soldoni perché non mi ha emozionato, l’ho trovato piatto e con poco sense of wonder. Lo stesso Snyder, che se non altro dal punto di vista dell’impatto visivo mi aveva quasi sempre rapito (il “quasi” è per quell’immondizia di Sucker Punch), non mi ha convinto più di tanto. E persino la colonna sonora, realizzata dai due migliori artisti d’oltreoceano su piazza, Hans Zimmer e Junkie XL, non mi è rimasta in testa.
Ma la cosa che più mi ha fatto cadere dal cuore questo film è stata, senza ombra di dubbio, la sceneggiatura di Goyer e Terrio. L’intrigo internazionale messo in piedi da Luthor mi è parso fine a se stesso: tanto Batman già lo odiava Supes, e l’opinione pubblica non ha mai messo in dubbio l’azzurrone nonostante le birichinate di Lex. E in ogni caso, che senso ha riprendere l’iconico concept estetico milleriano se poi il Batman che porti sullo schermo non ha nemmeno un decimo dello spirito e della cruda disillusione del Cavaliere Oscuro di Frank Miller? L’hai fatto solo per fanservice?
E poi, ciliegina sulla torta, le modalità che portano alla riappacificazione tra i due protagonisti, nodo centrale di tutto il film, sono una roba da commedia dell’assurdo.

Così facendo, si danneggia anche il cuore del film e cioè i pugnazzi che tanti nerdgasmi ci regalano. I pugnazzi  sempre siano lodati in un film del genere – sono il climax a cui si arriva dopo aver percorso una strada chiamata “Viale della Sceneggiatura”. Poi lì, in fondo al viale, c’è una bellissima piazza che si chiama, appunto, Piazza dei Pugnazzi Potenti. Per goderti lo spettacolo di quelli che si menano in piazza, devi anche esserti goduto il panorama lungo quel viale che in piazza ti ci ha condotto. Non ci devono essere buche, interruzioni, lavori in corso e fast food dove cucinano accrocchi genetici con la velocità di preparazione di un Big Mac.

Un’altra cosa che mi lascia parecchio perplesso è che questo film non è stato fatto in fretta e furia (leggasi “a calci nel culo”), come spesso avviene ad Hollywood. No, le riprese di Batman V Superman, il cui budget si aggira sui 250 milioni di dollari, sono terminate a novembre 2014. Parliamo di un anno e mezzo di post-produzione, c’era tutto il tempo per accorgersi che alcuni passaggi avrebbero avuto bisogno di essere oliati, che il film va a strappi e che i comportamenti dei personaggi sono tutt’altro che plausibili. Ora alcuni di voi diranno “eh, ma che cazzo pretendi da un film di supereroi? Sono fatti per divertire!” 
Sì, sono giocattoloni fatti per divertire ed io, il più delle volte, non solo mi diverto, ma resto estasiato come quando avevo 8 anni. C’è però una cosa da cui non può prescindere neanche un film in cui un alieno indistruttibile ed un giustiziere mascarato si menano, e questa cosa è la plausibilità degli atteggiamenti dei protagonisti. Questa è l’unica cosa da cui un film, a meno che non sia demenziale, non può e non deve prescindere.

Apro un breve discorso a parte sul cast.
Ben Affleck: quest’ennesima incarnazione di Batman, per quanto non sia la mia preferita (e pur non avendo nulla, se non gli abiti, del Cavaliere Oscuro di Miller), funziona comunque abbastanza bene ed ha degli aspetti interessanti. Si è detto che lui sia inespressivo ma Bruce Wayne non è mai stato noto per essere un personaggio eclettico e cangiante e Ben, con quel suo broncetto sempre uguale, in questa bellissima tuta di ispirazione milleriana (così come nell’armatura) ci sta alla grande. Semmai quello che manca sono i momenti evocativi tipicamente à la Batman, tipo lui che scruta l’orizzonte da un tetto col mantello che svolazza. Rimane però quella bella scazzottata durante il salvataggio della madre del suo best friend. 
Henry Cavill: non mi dispiace come Superman ma, davvero, lo hanno pompato eccessivamente da un punto di vista fisico, sembra uscito da un fumetto disegnato da Liefeld nel ’92. E ok, Superman deve dare un’idea di potenza, ma anche di eleganza. Fosse un filino più “affusolato” non sarebbe male.
Gal Gadot: tranne quando digrigna i denti, è una patata epica. Punto.

 

Invecchia bene, non c’è che dire.#WonderWoman #BatmanVSuperman

Pubblicato da Il Bar del Fumetto su Mercoledì 27 gennaio 2016

Jesse Eisenberg: più luci che ombre. É senza dubbio un eccellente attore, ma questo Sandro Luthor, giovanotto viziato ed un po’ schizzato, sa tanto di già visto. 

In conclusione questo era il primo incerto passo dell’universo DC coeso sul grande schermo e, a mio modesto parere, andare avanti su questa strada senza che vangano apportati dei correttivi, può risultare molto, molto pericoloso. Ma Goyer e Terrio, gli stessi di BVS, la sceneggiatura di Justice League Part One l’hanno già consegnata, e Snyder è già dietro la macchina da presa. 
Non mi resta che guardare avanti, a Suicide Squad in arrivo quest’estate, nella speranza che il Joker mi faccia tornare a pensare all’universo cinematografico DC con un sorriso. D’altronde, chi meglio di lui?  

Io vi saluto ricordandovi che se volete venire ad insultarmi perché a voi BVS è piaciuto e pensate che io sia uno stronzissimo hater perché ne ho parlato male, potete trovarmi qui sotto sulla mia pagina Facebook.
E se vi sto antipatico, vi anticipo che non diventeremo mai amici: mia mamma non si chiama Marta. 

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