Parliamo del film "The Amazing Spider-Man"

Uno dei film più amati/odiati dell’anno, il film che ha scisso la comunità dei fan nettamente in due categorie:
-Prima categoria: Il film è bellissimo, superiore alla trilogia di Raimi.
-Seconda categoria: Il film fa schifo e Raimi non è stato superato.


All’uscita del film, una guerra infuriò sui social network e decretare il vincitore è ovviamente impossibile, ma questi combattenti (tra cui ovviamente mi ero schierato anche io, capirete da che parte) non facevano altro che confondere le idee con chiacchiere a chi cercava seriamente di capirci qualcosa. Erano molte le persone che volevano imporre il loro giudizio avendo però una scarsa e infondata argomentazione. Cerchiamo di mettere un po’ di chiarezza ed analizzare lucidamente il film nelle sue sfumature positive e negative.
Fin dalla prima scena, capiamo subito che in questo reboot i defunti genitori di Peter (fino ad ora mai presi in considerazione nei film su Spider-man) avranno un ruolo centrale. Sono infatti il fondamento di esso. L’influenza della linea Ultimate si fa sentire, ed infatti nel film Richard Parker è uno scienziato che lavorò, però, alla Oscorp. Ora, i genitori di Peter non hanno mai lavorato alla Oscorp, ma non si può negare che ciò nel film (e nei film) abbia un potenziale da non sottovalutare. E’ un piccolo cambiamento. Quando si verificano dei cambiamenti, sono solito pormi questa domanda: il cambiamento in questione snatura il personaggio e lo danneggia? Per me, no.
Successivamente possiamo notare ciò che ha fatto storcere il naso ai fan della seconda categoria, cioè il fatto che Peter non porti gli occhiali e che sia solito andare su uno skateboard. Il film di Raimi rappresentava Peter Parker come il classico sfigato, occhialuto e magrolino, isolato da tutti, come lo vedevamo negli anni ’60.

Nel film di Webb noi vediamo uno sfigato che non solo è sfigato, è anche un NERDONE! Ciò che ha fatto Webb, infatti, è stato quello di dare nuova linfa al personaggio, conservandone le caratteristiche ma renendolo più moderno e più credibile nel mondo attuale. Niente più occhiali! Ma perché tutti gli sfigati devono avere gli occhiali? Io sono NERD ma non li porto gli occhiali!
Molti hanno accusato questo nuovo Peter di essere troppo “figo”, ma sinceramente io non vedo le ragioni per affermare ciò.
Non vediamo mai un Peter spavaldo e sicuro di sé, ha problemi quando parla con le ragazze, gesticola e fa smorfie quando non riesce a proferire parola, è un ragazzo molto impacciato. Non mi sembra di avergli mai visto fare grandi acrobazie prima del morso.
Di sicuro lo si può considerare molto più carino di Tobey (il giudizio lo darete voi ragazze!), ma questo per me è un bene: In fondo nel fumetto Peter non era isolato perché brutto, ma perché amante delle scienze. E se proprio vogliamo dirla tutta, non è che Peter non attirasse ragazze: pensiamo a Liz Allen, Betty Brant, Gwen Stacy, Mary Jane Watson.
E poi arriviamo al morso del ragno, ed il carattere di Peter subisce un cambiamento, anche nel fumetto.
Sam Raimi ci aveva abituato ad un Peter Parker sfigato sempre e per sempre, un vero idiota, che non sa mai come agire, che non fa altro che lamentarsi.
E’ vero, Parker ha un sacco di problemi, ma non è assolutamente come ce lo mostra Raimi. Dopo il morso, Peter cambia. Passa da “Peter, topo di biblioteca” a “Pete non è poi malaccio”, frequenta la banda, scherza continuamente e prende anche un po’ in giro Flash che continuava a non accettarlo (almeno agli inizi).
Molti riconoscono in Tobey Maguire il vero Peter Parker, io non ci riesco. Per quanto riguarda l’aspetto ed anche l’interpretazione del persoanggio, Andrew Garfield rules!
Le dinamiche del morso del ragno qui sono leggermente diverse dal fumetto. Ma non allarmiamoci, analiziamo il complesso.
Peter sta cercando la verità sui suoi genitori da una vita e viene infine smosso da una valigetta del padre che trova in cantina (avvenimento ripreso sia dalla versione classica che da quella Ultimate). Scopre che il padre lavorava alla Oscorp e cerca di capirne di più sul suo progetto infiltrandosi. Alla Oscorp lavora, guarda un po’, Gwen Stacy ma niente di strano. Gwen Stacy è un genio delle scienze anche del fumetto ed è stata anche assistente del prof. Miles Warren.

Richard Parker allevava dei ragni geneticamente modificati che producono una tela resistentissima, che poi utilizzerà Peter per i suoi lanciaragnatele. E’ un chiaro riferimento al mondo Ultimate, in cui la tela di Spider-man è in effetti un composto chimico al quale stava lavorando Richard prima di morire.
Peter viene morso non sulla mano, ma sul collo. Ahia, sulla mano mi sarebbe piaciuto di più. Non capisco perché abbiano voluto fare questo cambiamento.
La scoperta dei poteri aracnidi acquisiti è narrata in un modo abbastanza naturale, molto più di quelle di Raimi (in cui ci sono situazioni paradossali come la scena in mensa e la prima arrampicata sul muro) e anche, devo dirlo, del fumetto. Ma di questo ne ho già parlato nella mia recensione di The Amazing Fantasy 15, spiegando meglio le mie teorie. Questo perché film e fumetti, non smetterò mai di dirlo, viaggiano su due binari completamente diversi: ciò che è sbagliato per uno è giusto per l’altro.                                                                                   Il rapporto tra Peter e lo zio Ben è stato realizzato davvero bene, come la sua morte. Davvero emozionante al cinema.                                                            Lo sviluppo del personaggio di Peter Parker/Spider-man stesso è narrato in un modo alquanto realistico e naturale: dapprima Peter è mosso dalla ricerca di vendetta (che non troverà), ma a poco a poco cresce nel ragazzo il senso di responsabilità e metabolizza i discorsi che faceva lo zio Ben. Lo possiamo notare nella pirma scena di salvataggio sul ponte in cui dice per la prima volta di chiamarsi Spider-man e anche alla fine, quando riascolta il messaggio in segreteria di Ben.                                                                                           Tu sei il mio eroe, Peter, e ti voglio bene.                                                                          Guardo il sorrisetto che si allarga a poco a poco sul volto di Peter mentre osserva il simbolo di un ragno enorme su un muro e capisco: è lì che Peter sta prendendo sempre più consapevolezza della sua missione, della sua VERA missione. Forte. 

Ma Peter non è ancora cresciuto del tutto, dobbiamo dargli tempo perché possiamo definirlo uno sviluppo naturale, dobbiamo attendere i risvolti del prossimo film. Per questo, prima di dare giudizi troppo affrettati, io attendo il 2014.                                                                                                           E vediamo anche di capirci qualcosa di questo mistero dei genitori di Peter (ho già qualche teoria), sperando che non sia troppo lontano al personaggio fumettistico e che quindi lo snaturi. Speriamo bene.

In sostanza, non posso dire che il reboot sia un filmone, ma è stato ben fatto e, a mio parere, è migliore di quelli di Raimi. Sarebbe potuto venire meglio? Certo che sì, si sa che noi fan siamo incontentabili. Non mi dispiacerebbe se ne facessero un altro, comunque. Per me dovrebbero sfornarne all’infinito, sempre migliori dei precedenti.

-LeeSon

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