She Hulk: I due volti della giustizia di Charles Soule

Nello scrivere la recensione di She Hulk: I due volti della giustizia, potrei parlarvi di come questo fumetto ci presenti una figura femminile supereroistica assai lontana da quella stereotipata e maschilista che ha da sempre contraddistinto le supereroine di casa Marvel e delle altre case editrici mainstream del fumetto americano. Potrei, ma sarebbe limitativo dell’ottimo lavoro svolto da Charles Soule e da Javier Pulido, che hanno invece concentrato le proprie attenzioni – almeno secondo me – su altri e diversi aspetti narrativi e stilistici assai più importanti del semplice tentativo di ridare dignità alle eroine in latex.

Certo, è indubbio che, dopo la lettura di questo primo volume, la figura di Jennifer Walters alias She-Hulk, esca decisamente rinvigorita sotto l’aspetto del carisma e della personalità; ma si tratta solo della logica conseguenza dell’approccio intelligente e moderno che l’autore ha deciso di dare alla sua opera. Quello che Soule propone è una sapiente mescolanza del genere legal drama con quello supereroistico, il tutto scandito da una costruzione narrativa episodica, che ricorda molto quella del Moon Knight di Warren Ellis. Il risultato è un fumetto ben scritto, originale (anche se non inedito) nell’approccio e assai gradevole alla lettura.

Per chi non lo sapesse, Jennifer Susan Walters è la cugina di Bruce Banner che, a causa di una trasfusione di sangue, ha ottenuto i sorprendenti poteri del cugino Bruce. Tuttavia, nella serie ideata da Soule, non sono i poteri di Jennifer ad essere al centro della storia, quanto piuttosto la sua carriera di avvocato. Come già accaduto nella fortunata serie Hawkeye di Fraction, anche in questa ottima versione di She Hulk l’attenzione principale è concentrata sulla vita privata del protagonista di turno, piuttosto che sulle sue gesta da supereroe; anche se, naturalmente, come nel caso di Hawkeye, non si tratta di vite normali, ma di assurde e spassosissime vite da supereroi, con curiose parentesi e insospettabili risvolti.

In particolare, Jennifer si trova a fare i conti con l’ingerenza che la sua vita da supereroina ha inevitabilmente anche sulla sua vita professionale. La nostra protagonista si accorge infatti che la sua carriera procede e va avanti grazie e soprattutto ai suoi contatti e alle sue amicizie importanti (Tony Stark, Danny Rand, ecc.); e ciò, nonostante sia un bravo avvocato e un’ottima professionista. Ed è così che Jenny, incapace di accettare compromessi e scorciatoie, decide di fare il salto nel buio e di mettersi in proprio, così da dimostrare, a se stessa e tutti gli altri là fuori, di essere perfettamente in grado di camminare con le proprie gambe.   

Come detto all’inizio, infatti, quella che esce fuori dalla lettura di questo fumetto non è una donna forte e imperturbabile, ma piuttosto una persona perfettamente normale, con le sue paure, fissazioni, sogni e aspirazioni. Soule non desidera a mio avviso perorare alcuna causa con la sua storia, ma si limita a descrivere in modo brillante ed efficace l’aspetto più quotidiano ed “ordinario” di una protagonista “straordinaria”. Logico poi che, con un approccio di questo tipo, il risultato sia una valida contrapposizione allo stereotipo della supereroina tutta Tette&Culo, ma non credo affatto che questa fosse la base di partenza o l’obiettivo principale del progetto.

Sotto l’aspetto grafico, il mio giudizio è perentorio e senza mezze misure: un lavoro perfetto. Le cover di Kevin Wada sono potenti e originali, ma anche incredibilmente raffinate e ricercate. Il lavoro di Pulido sui primi quattro numeri è allegro, vivace ed in perfetta sintonia con i toni scanzonati della storia. Il tratto deciso e lo stile rétro del disegnatore spagnolo ricordano in alcuni momenti quello utilizzato da Samnee nella sua lunga run su Daredevil. Per contro, però, devo confessare invece di non aver gradito affatto i disegni degli ultimi due episodi a firma di Ron Wimberly. Una cosa è avere uno stile proprio e riconoscibile, un’altra è sbagliare prospettive e proporzioni, presentando tavole approssimative e trascurate.

A prescindere da ciò, il mio giudizio non può che essere molto positivo, sia per quanto detto sopra, che per quanto attiene l’edizione proposta da Panini Comics con l’elegante e ormai consueta veste cartonata All New Marvel NOW Collection. Un volume da leggere e da avere, specie se si cerca una direzione differente rispetto all’usuale offerta mainstream USA.

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