Uncanny Avengers #6

Uncanny Avenger stava fortemente diludendo (per citare il moderno eroe della cucina Joe Bastianich). La storia non godeva certamente di una trama avvincente, i personaggi erano scialbi e poco incisivi, la narrazione lenta e noiosa come una video recensione del Tizio Qualunque. Insomma Remender stava inesorabilmente tradendo le aspettative di tutti i suoi X-Fans. Poi la luce. Il vecchio Rick decide finalmente di dare inizio alla sua creatura; e i risultati si vedono eccome. Nel frattempo, su Mondo Assassino, continua il Grande Fratello della Marvel, con i giovani superumani prigionieri di Arcade che lottano per la loro sopravvivenza. Spazio, infine, per le utilissime storie di A+X: se vi termina la carta da culo, possono salvarvi la vita.

Uncanny Avengers #6 – I Gemelli di Apocalisse

Dall’inizio di questa nuova serie targata Marvel Now, tutti i fan degli X-Men e, in particolare, quelli della convincente run di Remender su Uncanny X-Force, si attendevano – o forse meglio dire speravano – in un proseguo delle vicende narrate in passato dall’autore sulla predetta testata mutante. Sotto questo profilo, il #6 di UA rappresenta indubbiamente un momento di giubilo per tutti gli X-Fan. Non si può dire che sia stato semplice, infatti, per i lettori seguire la storia di UA fino a questo momento. La trama sviluppata fino al #5 e i disegni di Cassaday non sono mai apparsi soddisfacenti; così come lo stile di prosa adottato da Remender è risultato anacronistico e poco attinente ai personaggi e alle vicende raccontate. Fortunatamente, l’ultimo numero di Uncanny Avengers sembra davvero rappresentare un punto di svolta per questa testata, oltre che il vero e proprio inizio (a scoppio ritardato) che tanti si attendevano.

Paradossalmente, il miglior episodio di Uncanny Avengers visto fino a questo momento, non ha come protagonisti Havok e compagni, ma si concentra sulle vicende passate che coinvolgono un giovane Thor e il potentissimo Apocalisse. Un passo indietro necessario nella rappresentazione di Remander, per poter compiere il tanto agognato passo in avanti a livello qualitativo. Sembra infatti che stiano iniziando a vedersi i frutti di quei semi che l’autore ha lentamente sparso nei primi episodi della serie; mentre resta da verificare il sistema che questi ha congeniato per collegare gli eventi narrati sin qui. La speranza è innanzitutto quella di assistere presto ad un punto di contatto tra ciò che è stato raccontato in questo episodio e la trama principale della storia. Non sappiamo infatti come intenderà procedere Remender: è possibile che questi intenda intrecciare le due storie, facendole diventare una sola; oppure che voglia soltanto utilizzarle per spiegare approfonditamente la relazione tra Apocalisse e Thor.

In ogni caso, lo spostamento dell’attenzione rispetto alla storia principale è un piacevole cambiamento di rotta per la serie. Un cambiamento che permette a Remender di perfezionare alcuni aspetti che caratterizzano i personaggi principali. Non è un caso, ad esempio, che egli si concentri sul personaggio che ha ricevuto la più scarsa attenzione fino a questo momento: Thor. L’episodio # 6, come anticipato, racconta il primo scontro tra Thor e Apocalypse avvenuto intorno all’11° secolo. Nell’ambito di questa narrazione, Remender dimostra di essere attento alla continuity Marvel Now, attingendo a piene mani dalla serie – attualmente in corso di pubblicazione – Thor: God of Thunder di Jason Aaron. L’episodio in questione è infatti ambientato in contemporanea ai fatti descritti nella testata dedicata a Thor; e, esattamente come accade nella serie sceneggiata da Aaron, Il Dio del Tuono, al posto del celebre martello Mjolnir, brandisce l’ascia Jarnbjorn. Sarà interessante vedere che tipo di sviluppi posso nascere da una relazione di questo tipo.

Da un punto di vista espositivo, finalmente la narrazione in prosa risulta pertinente ed in linea con le caratteristiche della storia narrata. In precedenza mi ero trovato a criticare esplicitamente la tecnica della narrazione esterna in terza persona così come utilizzata dall’autore. Tale tipo di tecnica, unita alla prosa arcaica utilizzata, poco si adattava allo stile di racconto che Remander ci andava proponendo. Nell’episodio #6, al contrario, questo tipo di impostazione narrativa non stona affatto (complice anche l’epoca in cui il racconto è ambientato); ma anzi dona allo scontro tra Thor e Apocalisse il necessario grado di epicità.

I disegni di Acuna sono un grido di liberazione per tutti i lettori della serie. L’estetica è nettamente distante da quella di Cassaday; e certamente molto più adatta alla scrittura di Remender. Lo stile del disegnatore  cattura l’emozione delle scene e riproduce bene le suggestioni che scaturiscono dai dialoghi fra i protagonisti. Ritengo che, al di la della parentesi di Coipel, le tavole di Acuna siano l’elemento grafico migliore visto sino ad ora su questa testata. Sembra dunque che ci sia speranza all’orizzonte.

Avengers Arena #10 – Il Gioco Continua

Ero seriamente terrorizzato all’idea che Kev Walker venisse sostituito da un altro disegnatore alla guida di Avengers Arena. Non perché avessi nulla contro lo stile del buon Riccardo Burchielli, ma piuttosto perché ho sempre pensato che gran parte del successo di Avengers Arena fosse dovuto alle geniali capacità grafiche dimostrate da Walker. Fortunatamente mi sbaglio di continuo. Il cambio di disegnatore non intacca affatto la qualità della storia; e il tratto di Burchielli si adatta bene al tenore degli eventi narrati.

Lo sceneggiatore continua con il suo racconto “ad eliminazione”, non lesinando colpi di scena e dispiaceri per i poveri lettori. Ma, in realtà, è proprio questa la forza di questa serie. I fan di AA desiderano vedere un morto ad ogni episodio e Hopeless fa di tutto per accontentarli, servendogli di volta in volta e senza clemenza, tutta l’efferatezza possibile.

Come avevamo già avuto modo di capire nel precedente capitolo #9, tra i protagonisti si nasconde un personaggio che non ha detto finora tutta la verità su di sé; e che nasconde quindi un inquietante segreto. La trama che avevamo apprezzato fino a quel momento viene sconvolta dalla scoperta del suddetto segreto e i personaggi principali saranno costretti a fare delle scelte immediate e definitive.

Copme già ripetuto più volte, AA è una discreta figata e rappresenta di certo una delle migliori realtà di questo Marvel Now. Inoltre, è freschissima la notizia dell’annuncio di una nuova serie Marvel con protagonisti alcuni dei ragazzi di Mondo Assassino. Davvero niente male.

A+X #6 e #7 – La Cosa + Gambit / Iron Man e La Bestia

Il numero #6 di Incredibili Avengers si conclude con le inutili, irritanti e offensive storie di A+X. La Panini, spesso autrice di grandi progetti editoriali, non perde però occasione di inserire meri riempitivi sui propri spillati mensili. Molto meglio, questo punto, il mini-spillato dei Guardiani della Galassia, che garantisce due ottimi mensili ad un prezzo inferiore. La serie A+X propone una sfilza di team-up di dubbio gusto tra Vendicatori e mutanti. Il problema è che si tratta di storie fuori da qualsiasi contesto, prive di logica e davvero molto poco divertenti. Bocciate su tutta la linea.  

Condividi