TWR la (psico)analisi senza spoiler di Age of Ultron (il fumetto)

La premessa è d’obbligo: non mi piacciono i crossover.
Anzi, credo di odiarli.
Trovo che, il più delle volte, siano un banale pretesto per team-up oceanici, power-up improbabili e dozzine di pagine di schiaffoni con la solita spruzzatina di celodurismo tra uomini in calzamaglia.
Vedi, ad esempio, Avengers vs X-Men.
Ma cosa dici? Avengers vs X-Men è una figata assoluta. E poi ci sono gli scontri spettacolari degli albi “versus”! C’è Magneto vs Iron-Man, Colosso vs Spidey, Cap vs Gambit. Avrebbero potuto migliorarlo solo inserendo Deadpool! W DEDPUL!
A proposito: che Iron Man vinca con Magneto nel AvX Versus #1 l’ho trovato inaccettabile.

Ma lasciamo perdere le mie personalissime recriminazioni su AvX ed andiamo al succo del discorso: l’Era di Apocalisse Ultron è alle porte. Neanche il tempo di riprendersi dai sopracitati calci e pugni di Avengers vs X-Men da cui sono scaturite le nuove formazioni delle testate Marvel NOW!, che Panini propone il nuovo mega-evento della casa delle idee e, onore al merito, ce lo propone a brevissima distanza dagli USA.
Wow!!! Un altro crossover! E c’è Deadpool stavolta? –
No. Deadpool non c’è. Ma ce ne sono, naturalmente, tantissimi altri.

Un po’ di info: la miniserie Age of Ultron, sceneggiata dal solito Brian Michael Bendis che ormai alla Marvel scrive pure i dialoghi per la donna delle pulizie, è stata pubblicata negli USA in 10 albi tra marzo e giugno 2013. Ai disegni Bryan Hitch (numeri #1-#5), Brandon Peterson (#6-#8) e, negli ultimi 2 numeri, un megamix di blasonati artisti come Quesada, Pacheco, Maleev.
La storia prende il via in uno scenario post-apocalittico: un presente in cui i più potenti eroi della terra sono stati sgominati da Ultron e dalle sue sentinelle.
Per chi non lo sapesse (nel qual caso andate a casa a ripassare!), Ultron è un robot senziente creato da Hank Pym, alias Ant-Man alias Giant-Man alias Golia alias Calabrone (insomma un supereoe poliedrico). Il dolcissimo Ultron, però, ha un sogno nel cassetto: vuole sterminare il genere umano ed odia il suo padre/creatore Geppetto Pym ed i Vendicatori tutti.
Nella distopica realtà dominata da Ultron, infatti, i pochissimi sopravvissuti sono costretti a nascondersi. Ma alcuni non si arrendono, tra questi Occhio di Falco impegnato nelle prime pagine di AoU nel salvataggio di un misterioso personaggio rapito da una banda di delinquenti.
Ma con la trama basta così, il piacere della lettura è sacro.
Come sarebbe a dire ‘basta così’? Chi deve salvare Occhio di Falco? E’ Deadpool l’ostaggio?
No. Ti ho già detto che Deadpool non c’è.
Vi basti sapere che, in AoU, ci saranno colpi di scena, strane realtà alternative e tanti di quei salti nel tempo da far sembrare Marty McFly con la sua Delorean DMC-12 un dilettante.
Ehi, avevi detto niente spoiler! E poi mi dici che ci sono i salti nel tempo?
Ma dai, ultimamente i salti nel tempo nel Marvel Universe sono all’ordine del giorno come le corna in Beautiful, non era mica uno spoilerone.

Il fatto che Age of Ultron sia scritto da un unico sceneggiatore e non sia un crossover realizzato a 44 mani in fila per 3 col resto di 2 (come AvX, per citarne uno a caso) giova a creare una trama omogenea ed abbastanza ben strutturata: l’azione è ben dosata, i cambi di scena (e di realtà) hanno un buon tempismo e i cliffhanger di fine albo sono discreti.
Per molti aspetti, su tutti la centralità di Wolverine nello sviluppo della storia e la presenza di realtà parallele e distopiche, Age of Ultron ricorda un altro prodotto di Bendis: House of M, uno dei pochi (pochissimi) crossover che, negli ultimi anni, ho trovato godibile.
Insomma, come avrete capito, nonostante le premesse Age of Ultron non mi è dispiaciuto del tutto e, tra squarci nello spazio-tempo e realtà alternative bim-bum-bam, il finale avrà molte inaspettate conseguenze che sconvolgeranno il Marvel Universe: attesi ritorni (d)al futuro, esordi inaspettati ed il lancio di una nuova testata.
Una nuova testata su Deadpool?

Adesso parliamo, però, di cosa non va.
A forza di saltare nel tempo, Bendis crea qualche bel buco nella sceneggiatura: in pratica ci sono una serie di inspiegabili paradossi temporali che farebbero venire l’emicrania al Doctor Who.

Per quanto riguarda l’aspetto grafico devo dire che da Hitch mi aspettavo molto di più (le sue tavole degli Ultimates di Millar, ad esempio, erano davvero di un altro pianeta) e, ok che i tempi ristretti di pubblicazione spesso condizionano la qualità dei disegni, ma Hitch ci aveva abituati a ben altro…

A questo proposito ho un’ultima, fastidiosa critica: la copertina del numero #1 (sempre di Hitch). Non ci siamo: l’Ultron sentinella che spappola i Vendicatori sembra la versione mecha di Paperino. Un Ultron stracazzuto era, ad esempio, quello della cover di Annihilation Conquest #4. A proposito: Annihilation ed Annihilation Conquest sono, se escludiamo Civil War, probabilmente i due migliori maxieventi targati Marvel dal 2000 ad oggi, oltre che due ottimi entry point per conoscere la recente cosmologia della Casa delee Idee.
Ma, forse, ho divagato… 

   

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