NOI siamo infinito

Girovagavo annoiato sul web in cerca di un film recente ma non ancora visto, quando, improvvisamente, mi sono imbattuto in Noi Siamo Infinito (titolo originale The Perks of Being a Wallflower) diretto da Stephen Chbosky e tratto dal romanzo epistolare dello stesso.

Quando ho iniziato a guardare il film non sapevo pressochè nulla a riguardo; se non che il tema centrale era la vita di alcuni adolescenti americani alle prese chi con il primo e chi con l’ultimo anno di liceo.

Potrei dedicare almeno tre quarti della recensione a raccontarvi la trama della pellicola e non riuscire, pur dicendo tutto, a dire nulla. Non perchè il film sia particolarmente complesso nel susseguirsi degli avvenimenti; ma perchè, anzi, con la sua semplicità rende, in poche parole, impossibile una descrizione razionale. Molto più facile è, invece, cercare di far capire a voi che state leggendo l’articolo, quello che è il fulcro dell’intera vicenda grazie alle emozioni.

Emozoni. Ebbene si, sono queste a creare l’onda sulla quale cavalcano i ben riusciti personaggi del film. Adolescenti incastrati in un turbine di nuove esperienze e sentimenti che possono rendere ogni momento, bellissimo e terrificante allo stesso tempo. Proprio su questo paradosso si concentra gran parte della pellicola: l’altrenarsi di emozioni bellissime e ricordi orrendi che pesano sul cuore come macigni. Ogni personaggio ha la sua storia che, in qualche modo, finisce con l’influire su quella degli altri creando un legame indissolubile tra i vari protagonisti, riassumibile con una parola: amicizia

L’amicizia in particolare tra Charlie (Logan Lerman), Sam (Emma Watson) e Patrick (Erza Miller) è, a mio parere, qualcosa di molto raro sia sul grande schermo che, soprattutto, nella vita reale quotidiana. Ogni loro gesto assume nel film una dimensione che va al di la della mera narrazione fine a se stessa e che fa riflettere lo spettatore, non risultando mai scontata o tediante. Il regista riesce perfettamente a regalare attimi di assoluta spensieratezza con la stessa profondità di una scena drammatica che, anche chi non è più troppo giovane, credo possa apprezzare ed interpretare a suo modo. Penso che sia proprio questo suo prestarsi alle interpretazioni più disparate a rendere godibile il film per ogni genere di persona. Ognuno può, infatti,  trovarvi temi che accomunano tutti noi: la vita, la morte, la speranza, il dolore, il tormento e l’amore. Chbosky cerca di dirci che la vita è adesso e va vissuta attimo dopo attimo, cercando di dare importanza tanto al vento che ci accarezza i capelli una sera d’estate, quanto allo sguardo della persona che amiamo, non dando mai nulla per scontato. Perchè noi siamo vivi  adesso; e l’attimo che stiamo vivendo non tornerà ai più.

Ad accrescere l’esperienza di questa storia adolescenziale drammatica e sentimentale si aggiungono le interpretazioni ottime dei tre giovanissimi attori e le colonne sonore di Bowie e degli Smiths che, pur essendo “riciclate”, fanno sempre la loro bella figura e ben si integrano al contesto generale.

Come vi ho detto è molto difficile cercare di recensire un film di questo tipo, che andrebbe visto e “vissuto” sulla propria pelle per avere un’idea di quel che è. Nonostante questo, ci ho provato esaltando quelli che, a parer mio, sono i suoi punti di maggiore forza; e cioè la storia ben riuscita con tematiche per nulla scontate, le musiche e le brillanti performance di attori giovani ma ugualmente capaci. Un film, in sintesi, che mi ha davvero colpito oltre ogni immaginazione e che mi ha anche fatto riflettere oltre ad essermi piaciuto molto. Temevo di incappare nel solito “Moccia Style” ed invece mi sono ritrovato a guardare una pellicola di rara poesia e spessore adatta davvero a tutti ad una condizione: che si guardi dando ad ogni scena il giusto peso e non approcciandosi ad essa con l’idea di guardare un film “frivolo”.

Tirando le somme è davvero un bel film, che mi sento di consigliarvi di cuore per un giorno in cui avete voglia di essere stupiti e vi sentite intellettualmente “impegnati” o magari “infiniti“.

                                                                                                   Voto: 8


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