TWR la (psico)analisi di Deadpool 2: più grossi, più lungo e tutto intero

Era febbraio 2016 quando,  con il miglior incasso per un film stand-alone su un supereroe, Deadpool faceva il suo esordio al cinema (e no, in X-Men le origini: Wolverine non è mai comparso, c’è stata la ret-con). Il segreto del film fu lo sfrenato tono action-demenziale unito al sovvertimento dei principali cliché dei film di tutine (i supereroi sono tutti belli E INVECE NO lui è un cesso, i supereroi non copulano on screen E INVECE NO lui, fidanzato con una spogliarellista, si esibisce in vigorosi coiti, si trastulla con un dildo, e così via…). 

Quindi ok, aveva funzionato tutto bene – anche grazie al rating vietato ai minori – ma, spesso e volentieri, ad Hollywood mandano tutto in vacca con i sequel rimasticando plot e situazioni già viste nel primo capitolo. Il primo esempio che mi viene in mente è Zoolander 2, un film che purtroppo si limita ad autocitarsi stancamente con appena 2-3 gag originali.

Fortunatamente Rhett Reese e Paul Wernick, sceneggiatori del primo Deadpool e di quell’imprescindibile capolavoro di Benvenuti a Zombieland, non sono incorsi in questo errore. Se il Deadpool del 2016, infatti, era la parodia dell’origin story di un supereroe, Deadpool 2 è la parodia della genesi di una squadra di supereroi in cui – incredibile ma vero – ogni singola comparsa è memorabile.

Anche stavolta tutto il film è un puzzle di gag su tematiche nerd e cultura pop, ed una miniera di easter egg sull’universo a fumetti degli X-Men: oltre a Cable, Domino ed al solito Colosso, dentro ci sono – solo per citarne alcuni – Black Tom Cassidy, Shatterstar, lo Svanitore (occhio a ‘quel fotogramma’ ragazzi!) e persino Zeitgeist, un personaggio comparso solo in un numero della memorabile X-Statix di Milligan e Allred. Poi ce n’è anche un altro grosso, molto grosso, che vi lascio scoprire da soli se non avete ancora visto il film.

Il plot, ok, è deboluccio ma è funzionale a sviluppare al meglio tanto l’azione quanto la commedia, le due anime del film.
E se l’addio del regista del primo film, Tim Miller, poteva generare apprensione, il nome del suo sostituto David Leitch (“uno di quelli che ha ucciso il cane di John Wick” cit.) era già di per sè tranquillizzante, non fosse altro che per il numero di comparse uccise. Il prologo del film è ipercinetico ed inappuntabile a livello di stunt e coreografie, il resto della pellicola scorre via tra una voluta overdose di slow-motion e dei combattimenti via via più improbabili con gente sempre più grossa che se le dà di santa ragione. Per quanto riguarda la vena comedy, come dicevo più su, viene ripresentato su schermo un personaggio che conosciamo già bene e che ormai ha un fandom enorme, ciononostante ci sono appena un paio di situazioni che possono sapere di già visto. Il resto è tutto piacevolmente nuovo e la componente metacinematografica con la rottura della quarta parete raggiunge vette difficilmente eguagliabili nella scena post-credit.


– Abed approves –

Deadpool 2 è la conferma di Josh Brolin come cazzuto spaccaculi cinematografico (di recente è stato Thanos in Infinity War, ed ha partecipato ad un numero incalcolabile di pellicole di culto che non mi metto qui ad elencarvi, per quello c’è wikipedia) ed un ulteriore trampolino di lancio per la carriera di Zazie Beetz, recente co-protagonista di quello strano e ben riuscito ibrido televisivo di Atlanta di Donald Glover. Senza dimenticare che quello di Deadpool è il ruolo della vita per Ryan Reynolds, a lungo ad un passo dal baratro del dimenticatoio che, con il mercenario chiacchierone, ha invece trovato la sua consacrazione come attore di action comedy.

Fare paragoni con il primo film, in termini di godibilità complessiva, ritengo sia inutile. Vi basti sapere che Deadpool 2 centra i due obiettivi che si era prefissato: mostrare azione a pacchi e, soprattutto, divertire. Riderete, e parecchio, soprattutto se siete cultori di quell’enorme calderone che è la cultura pop. Insomma è un film di quelli che, quando uscite dalla sala, “lascia la bocca buona” cit.


– non è il solito mappazzone di tutine –

E con questo vi saluto e, se vi va, ci vediamo su Facebook per commentare insieme Deadpool 2.

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