Il Buio in Sala di Leo Ortolani, una recensione scarabocchiata male

Il mercatone delle recensioni cinefilmiche del web è affollatissimo. Ogni giorno ti sbuca fuori un nuovo blogger che “ha studiato cinema” alla Scuola Radio Elettra, uno yoububer con l’armadio in fòrmica sullo sfondo o un influencer che insegna regia al CEPU. Personaggi che, anche se non li segui, li subisci su pagine e gruppi social. Poi ci sono le “recensioni” quelle serie, quelle autorevoli delle testate online che, spesso, hanno poche idee trite e ritrite (come Terminator Genysis, in pratica) e subito dopo che le hai lette ti si cancellano dalla memoria come se fossero state scritte con la penna Replay, quella che ha la gomma nel tappo.
E poi ci sono le recensioni a fumetti di Leo Ortolani, quelle che una volta che le leggi non te le scordi più, e che con apprezzabile dono della sintesi riescono in una sola vignetta a spiegarti, ad esempio, la differente “filosofia” di Marvel e DC nel fare cinefumetti con le supertutine.


Lo so, usare la parla filosofia parlando di film Marvel e DC è come mettere le scaglie di cioccolato sui maccheronicini alla norma, ma non ho trovato un sinonimo calzante. Scusate.

Adesso tutti i giudizi del più autorevole recensore filmico dell’italico internerd sono state riunite in un volume edito da Bao Publishing ed io mi appresto a scrivere la recensione del libro di rencensioni di Leo (ho detto troppe vole la parola “recensione”?). Ma scrivendola mi sembra di non rendergli giustizia. Quindi, anche se non prendo più la matita in mano per disegnare da quando improvvisavo strisce a fumetti sulle Smemo dei miei compagni al liceo (…e poi nel frattempo mi sono laureato, specializzato, sposato ed ho avuto un figlio… quindi di tempo ne è passato), ho deciso comunque che era meglio scarabbocchiarla che scriverla.

Quindi ecco a voi la recensione disegnata male e scannerizzata peggio di CinemaH presenta Il Buio in Sala di Leo Ortolani, che spero apprezzerà lo sforzo.




Se qualcuno fosse interessato all’acquisto delle tavole originali che compongono la recensione realizzate nel pregevole formato Bic su foglio A4, verranno battute settimana prossima da Sotheby’s. Base d’asta: un pacchetto di Vigorsol.

Insomma, più che scrivere scarabocchiare una recensione ho cercato di spiegare, a modo mio, perché Leo funziona dannatamente bene quando parla di film e, se non avete saputo leggere tra le righe delle figure qui sù, i motivi sono essenzialmente questi tre:
1. Il suo modo di parlare di cinema è unico.
2. Quando una cosa non gli piace ne mette in risalto le magagne in modo innovativo ed esilarante. E, a conti fatti, non gli piace quasi nulla… tranne Prometheus (e The Winter Soldier).  
3. É purissimo Ortolani al top della forma.

Quindi, come direbbe Sofia Loren, il suo libro “accattatevillo”

Io vi saluto e, visto che oggi se non hai un blog non sei nessuno, vi ricordo di buttare un occhio alla mia pagina Facebook. Ho un diploma in filosofia della supercazzola preso per corrispondenza.

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