Dylan Dog Color Fest #13

Come ogni estate, arriva immancabile il Dylan Dog Color Fest con quattro storie complete e interamente a colori. Se però il volume precedente l’ho apprezzato molto, questa volta le storie (soprattutto in un caso) non mi hanno colpito particolarmente. Malgrado ciò considero il Color Fest comunque uno dei migliori prodotti dedicati all’Indagatore dell’Incubo. Andiamo quindi a scoprire le quattro storie di questo volume #13.

Il Sogno del Minotauro (di Ambrosini)

Scritta e disegnata da Carlo Ambrosini, questa storia mi ha davvero lasciato di stucco. Purtroppo però lo ha fatto in negativo: malgrado l’autore riesca a centrare graficamente lo stile e le atmosfere dylaniate, la storia l’ho davvero odiata. Una trama senza capo né coda, che vorrebbe in questo modo richiamare l’eterno girovagare labirintico dei malcapitati sull’isola del Minotauro, si risolve in un non-sense finale davvero da capogiro. La trama non è chiusa, non è aperta, si sposta su più binari narrativi, su una serie di piani temporali non molto comprensibili e il finale arriva così inaspettato che ho avuto il sospetto mancasse qualche pagina. Non mi riferisco a finali in sospeso o di interpretazioni criptiche: la storia altro non è che una serie di situazioni e scene affiancate l’una all’altra senza un vero filo logico. Sarò diventato ottuso io, ma questa storia è a dir poco illeggibile.

Attenti al Goblin! (di Chiaverotti / Armitano & Furnò)

Sarà la citazione a Dylan Dog #45, saranno i colori della bravissima Mirka Andolfo, questa storia mi è piaciuta parecchio per la sua semplicità e per il suo sviluppo regolare. Una serie di omicidi inspiegabili porta il nostro Old Boy ad indagare su un gruppo di criminali che organizza combattimenti tra cani. La storia è il classico invito estivo della redazione di Dylan a non abbandonare i nostri amici a quattro zampe, ma si presenta di piacevole lettura, scorrevole e con alcune trovate piacevoli. Oltre al Goblin (una scimmia omicida… e già questo dovrebbe bastare per convincervi a leggere questa storia!) fa la sua comparsa anche Botolo, randagio amico di Dylan apparso spesso in passato (vedi Johnny Freak e altre storie anche recenti), in un susseguirsi di colpi di scena, tutto condito nella giusta maniera da un po’ di morti violente, che a noi piacciono tanto. Per quanto si tratti di una storia all’apparenza semplice, è comunque di molto superiore a quella precedente, dimostrazione del fatto che spesso la semplicità è più apprezzabile.

Gargoyle (di Barbato / Burchielli)

Questa è la classica storia dylaniata a tema sovrannaturale. La misteriosa sparizione di un enorme gargoyle, porta il nostro Indagatore dell’Incubo fuori Londra, in un castello misterioso fatto edificare da un altrettanto misterioso nobiluomo. In questa storia troviamo indubbiamente il miglior Groucho del volume, e questa volta è lui il latin lover della situazione: proprio questo aspetto però pone la storia leggermente sopra le righe, trasformandola in un piacevole divertissement con alcuni interessanti spunti sull’esoterismo e sul periodo dell’Inquisizione. Anche questa trama è piacevole, senza troppe pretese, mirando al solo divertimento del lettore. Graficamente il lavoro di Riccardo Burchielli mi è piaciuto in quanto ha saputo accentuare gli aspetti grotteschi del contesto e delle situazioni, accentuando appunto quel distacco volutamente cercato dalla Barbato.

Prigioniero (di Accatino / Sicomoro & Robustelli)

Ultima storia del volume e gran finale, oserei dire. La storia è impeccabile sotto ogni aspetto, sia di scrittura che grafico: Accatino non sbaglia un colpo, presentandoci una situazione surreale ma credibile (un bambino recluso in casa perché ritenuto posseduto dal Diavolo), mentre il comparto grafico esalta le tinte fosche e cupe della narrazione. Lo stile estremamente realistico del comparto grafico affievolisce la sospensione dell’incredulità tipica del fumetto, portando il lettore a formulare pensieri razionali sulla vera natura della “possessione” del fanciullo protagonista. Il finale si presenta forse un po’ “telefonato” come si dice in gergo, ma non per questo ne sminuisce la buona forza espressiva. Il contesto nel quale assistiamo a questo finale è molto particolare, rendendo la situazione meno prevedibile e quasi facendo scaturire un sorriso (amaro?) sulla bocca del lettore. Indubbiamente la storia migliore del volume.

Anche questa recensione si conclude, non prima però di aver giustamente sottolineato la straordinaria bellezza della copertina realizzata da LRNZ, una delle più belle mai apparse sui volumi di questo special a colori. Il volume lo trovate ancora in edicola al prezzo di 5,50€ per 132 pagine (quindi ottimo rapporto qualità prezzo). Nel complesso un’ottima lettura estiva, per rendere le vostre giornate sotto l’ombrellone un po’ più “cupe”. Alla prossima.

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