The Wake Volume 1 (#1-5)

Presentare in poche parole The Wake non è cosa semplice. Quindi non mi avventurerò nel riassumere questo o quell’altro aspetto, ma semplicemente mi rivolgo a tutti i lettori di comics, invitandoli a prendere questo fumetto (anche se è riduttivo chiamarlo così). Volete sapere perché? Ve lo spiego subito.

 Cover di The Wake volume 1

Cover e cover variant (di Andy Kubert) di The Wake #1

Da parecchi mesi sentivo parlare di The Wake come un prodotto imprescindibile per ogni vero amante del fumetto: circolavano sul web recensioni positive d’ogni tipo e le anteprime delle tavole sembravano promettenti. A garanzia della qualità, c’è un gruppo d’artisti di tutto rispetto: Scott Snyder (Batman, Swamp Thing, American Vampire) ai testi, Sean Murphy (Batman Eternal, Punk Rock Jesus) ai disegni e Matt Hollingswort (Hawkeye, Daredevil) ai colori. La lettura dei primi cinque capitoli si presenta fluida in modo disarmante, malgrado il salto temporale a cui gli autori ci costringono dopo poche pagine. Si comincia in un futuro distopico non troppo assurdo, con un mondo totalmente sommerso dalle acque, nel quale facciamo la conoscenza di una donna, che ha come compagno di viaggio un delfino. Ma proprio mentre assistiamo a questa scena, veniamo sbalzati indietro nel tempo di duecento anni, arrivando ai nostri giorni.

 Cover e cover variant (di Lee Bermejo) di The Wake #2

 

Qui facciamo la conoscenza della dottoressa Lee Archer, una cetologa (studiosa dei cetacei e del loro modo di comunicare) esperta ma indipendente, la quale viene contattata da un certo agente Cruz per collaborare ad una missione Top Secret sul fondo dell’Oceano in Alaska. Il team di ricerca è molto particolare:  sono presenti anche un esperto di leggende e folklore e un cacciatore di animali marini. Un gruppo quanto mai eterogeneo, che si trova a dover convivere negli angusti spazi claustrofobici della struttura d’estrazione del petrolio situata molte miglia sotto la superficie dell’acqua. La claustrofobia e la profondità degli spazi sono il primo tratto che caratterizza la narrazione di questo capolavoro: se Snyder si occupa di mostrarci situazioni di pericolo e di quiete che si intervallano abbastanza regolarmente, Murphy è un maestro nel gestire gli spazi stretti in cui deve muovere la propria matita: con un tratto al limite dell’iper-dettaglio ambientale, costruisce una trappola in metallo e circuiti attorno ai protagonisti, rendendoli non più cacciatori ma cacciati.

Cover e cover variant (di Dustin Nguyen) di The Wake #3

Cacciati da cosa? Senza rovinarvi il piacere della lettura, vi basti sapere che qui si parla di sirene (o tritoni che dir si voglia), ma non aspettatevi Ariel, la principessa Disney: qui c’è gore, c’è sangue, c’è morte e c’è sofferenza. Ancora una volta Snyder ci regala una perla narrativa di pregevole fattura, fuori però dal contesto Gothamita, catapultando il lettore in una storia all’apparenza semplice e ammiccante al fan di un certo tipo di cinema; eppure l’apparenza non rappresenta la sostanza della storia, che anzi si sposta dal binario del cliché per portarci un racconto con solide basi scientifiche, volte a sostenere la situazione paradossale nella quale vivono i nostri protagonisti. Snyder sa bene da dove trarre ispirazione e dove portare quell’ispirazione nella propria storia: le scene d’azione presentano tutti gli stilemi tipici dei film horror/thriller, con porte che non si aprono, creature mostruose che bloccano la strada, ambienti prossimi al collasso strutturale e pause d’azione utili a fornire spiegazioni al lettore (o spettatore). Sono proprio le “pause” però a costituire importanti spunti di riflessione, dove non mancano tematiche come l’origine della vita sulla Terra, i miti e le leggende legate a fenomeni più o meno spiegabili scientificamente, il rapporto tra l’uomo e l’ambiente e anche qualche sprazzo di visioni futuristiche (o forse sarebbe più corretto dire futuribili).

Cover e cover variant (di Andrew Robinson) di The Wake #4

La narrazione fluida e mai troppo arenata sui dialoghi – e sugli “spiegoni” – è supportata in modo eccellente, come dicevo poco sopra, dal lavoro di Murphy (degnamente supportato dai colori del sempre ottimo Hollingswoth): il disegnatore non disdegna la splashpage focalizzata su un evento unico, ma non risparmia una ricchezza di dettagli fuori dal comune, soprattutto nella caratterizzazione degli ambienti e nel dettaglio di ogni singola vignetta; il tratto del disegnatore non si limita alla semplicità delle figure che popolano la storia, ma vuole forzare il realismo degli spazi circostanti per immergere più in profondità la mente del lettore e fargli vivere quasi in prima persona, le vicende narrate. Tutto questo si traduce in una bomba grafica che deflagra con incredibile vivacità e terrore allo stesso tempo, facendo sprofondare lo spettatore in una stupenda pellicola di cinema di genere raffinato e mai banale. Non a caso uso termini del gergo filmico, in quanto il taglio narrativo di Murphy è quello del regista che usa le inquadrature per comunicare messaggi ancora più efficacemente che non con le parole dei suoi personaggi.

Cover e cover variant (di Jae Lee) di The Wake #5

Questo primo volume di The Wake è un autentico gioiellino, da non lasciarsi scappare per nessun motivo. In cinque capitoli ci sono stati aperti scenari impensabili e il finale di questa vicenda si preannuncia entusiasmante come le sua prima parte. Ma il finale ci aspetta tra duecento anni, in un mondo irriconoscibile, sommerso dalle acque e con una nuova protagonista, Leeward, intenta a salvare l’umanità dalla sua estinzione. Per fortuna però noi leggeremo il finale tra pochi mesi e colgo anche l’occasione per spendere due parole sull’ottima edizione RW Lion: il brossurato contiene appunto i primi cinque capitoli di The Wake ed è venduto al buon prezzo di 12,95€, presenta un’ottima carta compatta e leggermente ruvida per esaltare lo stile di disegno, è curato nell’edizione e non mancano al suo interno tutte le cover e le cover variant uscite in U.S.A. Se volete farvi del bene, comprate questo capolavoro made in Vertigo e non ve ne pentirete. Noi ci rileggiamo prossimamente con nuove recensioni.

Qui la recensione di The Wake volume 2.

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