Occhio di Falco #8 – The U in Funeral

Il sempre ottimo lavoro di Matt Fraction e David Aja (e Matt Hollingsworth) si arricchisce dell’intervento di Annie Wu. La vicende degli Occhio di Falco (ormai infatti bisogna parlare al plurale) arrivano ad un netto punto di svolta e le cose cominciano a farsi davvero serie per i nostri eroi. Questa è la recensione di Occhio di Falco #8.

Il Funerale (Hawkeye vol. 4 #13)

 

Ancora una storia che ci racconta il dietro le quinte di vicende che abbiamo già “vissuto” nei numeri precedenti della testata, ancora una volta la scoperta di nuovi aspetti del carattere di Clint e tanti nuovi piccoli sviluppi della trama ben orchestrata da Fraction. Questa volta ci troviamo dinanzi a 24 pagine bilanciate sotto ogni aspetto, in ogni pagina nove vignette per un totale di 216 scorci di vita quotidiana, vita supereroistica, vita familiare e vita criminale nelle vicende dell’arciere più infallibile del mondo Marvel. Ogni tassello, preso singolarmente, racconta una storia a sé stante, ogni dettaglio ha qualcosa da raccontare e lo racconta in un modo diverso dal solito: il trasporto emotivo di Clint nei confronti della morte del suo vicino Grill è sentito e partecipato da tutto il mondo che lo circonda, un contesto che è lo specchio dell’interiorità di Clint. Ogni pagina racconta sempre più la storia di Occhio di Falco, supereroe con molti super-problemi, incastrato in una serie di vicende umane che lo provano e lo affaticano. Proprio “fatica” potrebbe essere la parola chiave con cui inquadrare questo capitolo delle storie di “becco di falco” (o meglio “hawkguy”); fatica nell’essere un Vendicatore, fatica nel doversi confrontare con funerale di un amico, fatica nel dover trovare la forza per rialzarsi e andare avanti. L’allontanamento di Kate Bishop e il ritorno di Barney Barton sono altri fattori importantissimi di questo racconto della vita di Occhio di Falco, con tutti i problemi che questi cambiamenti comportano. Insomma un numero fuori dai soliti schemi del duo Fraction/Aja, di solito molto scanzonati nel portare le trame del loro eroe, maggiormente concentrati questa volta sul contraccolpo emotivo che questi avvenimenti lasciano nel cuore di Clint. Tanti piccoli tasselli per creare un quadro più ampio e organico, un ritratto che si compone di dettagli e particolari (come anche la cover di questo numero sembra ricordarci). Un numero che continua a confermare l’altro livello e valore di questo story arc.

 

Senza Titolo (Hawkeye vol. 4 #14)

 

Di sapore completamente antitetico (almeno secondo il mio modestissimo parere) è la storia di Kate Bishop, che potremmo chiamare “Occhio di Falco della Costa Ovest”. Se nella storia precedente, Fraction e Aja ci avevano raccontato i retroscena di alcuni eventi passati, dall’altro capo degli USA si va avanti coi problemi della giovani Kate. Perennemente in bolletta, è alla ricerca di nuovi incarichi come Vendicatore (possibilmente ben pagati). Nella terra delle stravaganze, Kate sembra trovarsi comunque a proprio agio e intraprende una crociata personale contro l’intoccabile Flynt Ward, tipico personaggio che si occupa di “legittimi affari leciti”. Ma Kate sembra possedere un superpotere appartenente ad un altro eroe del Marvel Universe: la proverbiale sfortuna dei Park… ehm, di Kate Bishop. Non solo si troverà a dover incastrare Ward grazie ad un cavillo legale (venendo letteralmente investita dal furibondo criminale), ma si scoprirà che dietro questo losco figuro si nasconde proprio l’attuale nemesi della giovane donna: Madame Masque. Un numero frizzante che ha introdotto molti personaggi interessanti, una gestione dei comprimari sempre di ottimo livello e una trama fluida e credibile. In queste pagine si respira davvero l’aria della West Coast, con la spiaggia onnipresente, l’immancabile calura estiva e la criminalità organizzata più stravagante d’oltreoceano. Inoltre mi trovo piacevolmente colpito dallo stile fresco e per nulla banale di Annie Wu, davvero appropriato per le avventure scanzonate e imprevedibili dell’eroina che in passato ha sostituito Occhio di Falco; quindi ancora una volta un ottimo inserimento nel gruppo di artisti al lavoro sulla testata.

 

Ormai è inutile ripetervi per l’ennesima volta di acquistare questo mensile e di recuperare tutti i numeri finora usciti… ma lo farò lo stesso! Come sempre, il formato scelto dalla Panini si rivela vincente, ancora di più in virtù del nuovo modus operandi della testata americana, con le storie incentrate su costa est e costa ovest degli Stati Uniti. Anche per questa recensione è tutto, ci rileggiamo prossimamente.

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