Capitan America #6

La saga Perduto nella Dimensione Z entra nel vivo. Dopo aver vissuto dodici anni circondato da terribili mostri, Capitan America rischia di perdere l’unico motivo che lo ha spinto ad andare avanti: suo figlio Ian. Il bambino, figlio “biologico” di Arnim Zola, è stato cresciuto con gli ideali di Steve Rogers, ma Arnim se lo è ripreso e le cose stanno per cambiare drasticamente. E così allo stesso tempo due fratelli compiono due percorsi opposti: Jet Black, cresciuta da Zola, cade vittima sempre di più del fascino del Capitano, Ian, invece, sta per cambiare fazione (in puro stile Arancia Meccanica). Il tempo scarseggia e un soldato alle strette può compiere scelta avventate.
Finalmente Rick Remender sfrutta appieno il potenziale di questa storia. Anche chi legge comprende davvero cosa Steve ha perso e cosa sta per perdere. Ora possiamo solo rimanere in trepidante attesa mentre ammiriamo lo splendido lavoro di John Romita jr.

Pian piano anche la serie dei nuovi Secret Avengers si fa interessante. La minaccia che i nostri eroi si apprestano a sventare non è una questione semplice. L’A.I.M., infatti, ha istituito uno stato autonomo sull’isola di Barbuda che il Mondo intero ritiene a norma di legge. Qui, però, lo scienziato supremo Andrew Forson con l’aiuto di un temibile entourage di supercattivi in veste di ministri, si sta armando. Un’arma manca alle sue risorse belliche: l’armatura di Iron Patriot.
Come ho scritto sopra, questa serie si fa sempre più intrigante perché per questi primi tre episodi non ha ancora deluso. Per prima cosa abbiamo appurato che i capi del team sono senza scrupoli, poi i Vendicatori hanno fatto una mossa inaspettata (l’introduzione di Taskmaster nel governo dell’A.I.M.) e infine è ritornato dal passato un elemento che desta in noi parecchi ricordi.
A mio parere Nick Spencer e Luke Ross hanno delle belle sorprese per noi fan.

Capitan Marvel, invece, “si rilassa” in questo numero. Dopo uno story-arc che ha approfondito le origini di Carol Danvers, Kelly Sue DeConnick (affiancata da Cristopher Sebela) ha voluto riproporre il personaggio di Monica Rambeau, un tempo anche lei Capitan Marvel. In questi due episodi, però, oltre a qualche scambio di battute tra le due supereroine e uno scontro con un robot non c’è altro. Ai disegni ritorna Dexter Soy che abbiamo visto all’opera nel tie-in di Age of Ultron su Superior Spider-Man #2.

Alla fine la serie di Capitan America si sta risollevando e i Secret Avengers, anche se all’inizio, convincono. Capitan Marvel è qui appena passabile, ma forse solo per questa volta.
Solo Capitan America #7 potrà dimostrare se ho ragione.

Voto Globale: 7/8

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